23 Novembre 2024 11:36

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23 Novembre 2024 11:36

Imperia: demolizione ciminiera ex Ferriere, polemico Lucio Sardi (SI). “Struttura più caratteristica della città, non si vogliono spendere soldi per restaurarla. Scajola non ha diritto di abbatterla”

In breve: Interviene così, tramite una lunga nota stampa, Lucio Sardi, esponente di Sinistra Italiana – Sinistra in Comune,

“Avvicinandosi la data della conferenza dei servizi che sarà decisiva per le sorti della più alta delle tre ciminiere delle ex ferriere, è utile ripercorrere nel tempo la sequenza di atti amministrativi e dichiarazioni rilasciate sulla vicenda da sindaco e assessori – Interviene così, tramite una lunga nota stampa, Lucio Sardi, esponente di Sinistra Italiana – Sinistra in Comune, in merito all’abbattimento della ciminiera centrale alle Ex Ferriere.

La Giunta comunale di Imperia, con una delibera del 6 giugno, ha già avviato l’iter per demolire la struttura. Il prossimo 10 giugno è stata indetta la Conferenza dei Servizi per approvare il progetto di demolizione.

Nel mentre prosegue la raccolta firme contro la demolizione, che ha raggiunto mille sostenitori.

Demolizione ciminiera Ex Ferriere: l’intervento di Lucio Sardi

È un esercizio utile per svelare la strategia delle tre carte (o meglio delle tre ciminiere) con cui si cerca di far apparire come atto inevitabile dettato da esigenze di pubblica incolumità, una operazione che è frutto invece di una scelta che rappresenta simbolicamente l’indifferenza e la tracotanza dell’amministrazione comunale e del sindaco verso l’interesse pubblico.

Il tutto parte dall’approvazione da parte della giunta Scajola del progetto di costruzione nell’area delle ex ferriere di un supermercato e due ristoranti che è stato il regalo gentilmente concesso al gruppo Colussi, proprietario dell’area, per il “merito” aver chiuso lo stabilimento Agnesi e mandato a casa gli operai della fabbrica.

Una operazione tutta a perdere per gli interessi della città visto che in passato in quel luogo era stato autorizzato un progetto che, in ragione degli impegni sul rilancio della fabbrica Agnesi, prevedeva anche la costruzione di una multisala cinematografica ed aree a destinazione produttiva che potevano portare un qualche valore aggiunto a Imperia.

Dopo che Colussi ha fatto carta straccia degli impegni sull’Agnesi chiudendola, si è pensato bene di ricompensarlo con una speculazione tutta a suo favore, visto che a Imperia non serve certo avere l’ennesimo supermercato o due catene di ristoranti che rischiano solo di penalizzarne il tessuto del piccolo commercio cittadino.

A preparare l’opinione pubblica a digerire questo progetto ci si è arrivati con la solita tecnica degli annunci confondenti (da gioco delle tre carte), quando, a dicembre 2018, si annunciò che in quell’area si stava programmando un progetto di collocazione di un polo delle imprese dell’informatica oltre ad un’area commerciale e per la ristorazione, progetto che avrebbe creato centinaia di posto di lavoro, addirittura più di quelli persi con la fabbrica. Come da prassi al momento di “girare le carte” il polo tecnologico d’eccellenza è sparito dal progetto ed alla città è rimasta la carta perdente del supermercato e dei ristoranti che, negli annunci del 2018, erano due corollari al “favoloso” progetto di riqualificazione a cui lavorava l’amministrazione.

In occasione dell’annuncio del nuovo progetto è quindi iniziata l’operazione comunicativa delle tre carte applicata alle ciminiere delle ex ferriere.

Per magnificare la bontà di un progetto assai misero, si è dato grande risalto al “generoso” contributo economico che il soggetto attuatore privato elargiva per il restauro delle ciminiere, ma dove già si mettevano in atto i giochi di carte e se ne citavano “curiosamente” solo due delle tre. Evidentemente nella contrattazione con il privato che realizza il progetto, fatta tutta a discapito dell’interesso pubblico, l’amministrazione Scajola ha da subito messo in conto di sacrificare la ciminiera che necessita di maggiore manutenzione, manco fosse una costruzione qualunque e non un reperto di archeologia industriale tutelato.

La fase successiva della strategia diversiva è stata quella dei sopralluoghi e delle perizie sullo stato della ciminiera centrate, da cui è emerso un balletto di valutazioni “tecniche” esternate da parte della giunta comunale e dal sindaco in cui si dichiarava a fasi alterne che era pericolante e pericolosa, o che il costo per risanarla era eccessivo. La sparata del sindaco sull’”insostenibile” costo di un milione di euro per salvare la ciminiera è arrivata però a poche ore di distanza dall’annuncio, da parte sempre di Scajola, del progetto da un milione e quattrocentomila euro per la passerella pedonale intorno al camino per disperdere i miasmi del depuratore.

Se non ci trovassimo di fronte al gioco delle tre ciminiere e ad una amministrazione che piega e trasforma la realtà ai suoi desideri (basti guardare alla vicenda del falso annuncio sul completamento dei lavori sul tubo di rilancio a mare del depuratore), si potrebbero prendere per buone le dichiarazioni del sindaco e assessori. Il problema sarebbe poi di scegliere a quali credere, dato che si tratta di dichiarazioni contraddittorie.

Vista la loro scarsa credibilità dobbiamo invece analizzarle per svelare il gioco che c’è dietro. Se è vero, come affermato a giorni alterni, che la ciminiera è pericolante, allora tutta la zona (che comprende i cantieri navali, il parco urbano, il lungomare Vespucci ed anche alcuni edifici) dovrebbe essere evacuata e messa in sicurezza perchè il crollo potrebbe causare una strage.

Se invece, come affermato in altre occasioni, il problema è il costo da sostenere per risanarla, allora la questione è che la si vuole abbattere perchè non si vuole spendere i soldi necessari a restaurarla.

Siccome la ciminiera, oltre a rappresentare insieme alle altre due una delle strutture più caratteristiche e fotografate di Imperia e che in una città normale sarebbero sfruttate come attrazione turistica, è stata giustamente riconosciuta come un manufatto di archeologia industriale tutelato dalla soprintendenza, siamo di fronte ad un bene comune per cui la decisione dell’abbattimento non è nelle facoltà di un sindaco o di una giunta.

Scajola non ha il diritto di abbattere un monumento simbolo della storia produttiva della nostra città perchè ha deciso che costa troppo risanarlo e vuole invece usare quei soldi (pure di più a stare ai suoi conti) per le sue insensate e fallimentari opere come la passerella panoramica sul camino del depuratore.

Ci auguriamo che le autorità di tutela del patrimonio storico svelino il gioco delle tre ciminiere e, dando soddisfazione al forte sentimento popolare cittadino contrario allo sfregio alla città che comporterebbe la demolizione della ciminiera, impongano a chi amministra Imperia a tutelarne la storia e non le megalomanie e la presunzione di una classe politica miope e prepotente”.

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