Sopralluogo in carcere questa mattina a Imperia, da parte della UIL Penitenziaria. La visita si è resa necessaria dopo gli ultimi fatti di cronaca che hanno interessato la struttura penitenziaria, in particolare la violenta protesta dei detenuti dello scorso 30 maggio e la scoperta di una specie di distilleria artigianale abusiva in una cella.
Fabio Pagani e Pietro Carbonaro segretario regionale e segreterio provinciale della UIL Penitenziaria
“Fatemi congratulare con il personale di Imperia che quotidianamente si sacrifica in turni di straordinari, doppi turni, per garantire la sicurezza e l’ordine pubblico.
È impossibile che un istituto del genere debba impiegare i sacrifici di questi uomini e queste donne.
Dopo il 30 maggio i problemi non si sono risolti definitivamente. Abbiamo dovuto impiegare unità di Polizia Penitenziaria da tutto il genovesato.
Qui abbiamo bisogno di uomini e donne della Polizia Penitenziaria. Qui abbiamo bisogno di un direttore titolare, abbiamo bisogno di un comandante titolare.
Tutto questo a Imperia non c’è. Imperia si regge ogni giorno è solo grazie agli uomini e donne della Polizia Penitenziaria”.
Che situazione avete trovato all’interno del carcere?
“Una situazione abbastanza serena, Gli agenti sono consapevoli del loro ruolo e del loro lavoro. Ovviamente stanchi e provati da molte ore di servizio tolte anche alle proprie famiglie. Stanchi di far sacrifici e non avere nessuna risposta da parte dell’amministrazione penitenziaria.
Anche l’amministrazione locale un po’ ha dimenticato il carcere di Imperia. Gli uomini e le donne che vengono qui a lavorare sono costretti ogni giorno a mettere mano al portafoglio e pagarsi il parcheggio.
Anche l’amministrazione locale nel piccolo potrebbe dare un po’ di sollievo a queste persone che svolgono un lavoro importante di sicurezza, di ordine pubblico.
Investire qualche soldino in attività che possano svolgere i detenuti per aiutare anche la comunità.
Dare una mano anche ai detenuti a re inserirsi nella società. Le amministrazioni locali ci diano un po’ più di ascolto”.
Quanti sono i detenuti e quanti ce ne dovrebbero essere?
“Qui la situazione è veramente ridicola. I detenuti ad oggi sono 65, anche se continuano ad arrivare.
La capienza massima è di circa 53 detenuti e ce ne sono 65. Con questi uomini e queste donne ristretti a numeri minimi è impossibile gestire una sicurezza del genere”.
La questione della distilleria ha fatto parlare molto. Come è possibile che possa succedere una cosa simile?
“Non è una distilleria come possiamo intendere noi persone libere. È una situazione molto molto diversa, mettono la frutta a macerare dentro secchi con lievito di birra.
Di conseguenza questa fermentazione produce non proprio una grappa, ma un siero, una bevanda alcolica a base di frutta.
Non è una vera e propria distilleria. Solo un rilievo mediatico più che un problema reale. È un evento che succede molto spesso”.
Si è parlato di un carcere nuovo?
“Noi ribadiamo che è fondamentale lavorare sul carcere che abbiamo. L’unico carcere nuovo che aspettiamo da anni è quello di Savona. Con quello di Savona potremmo risolvere i problemi di tutta la Liguria”.