30 Dicembre 2024 18:52

30 Dicembre 2024 18:52

Imperia: porto, addio al maxi risarcimento danni. Curatori fallimentari gelano il Comune. “Non ci sono i soldi per soddisfare le richieste”

In breve: Il Tribunale aveva accolto la richiesta del Comune di Imperia di ammissione al passivo del fallimento della Porto di Imperia Spa, riconoscendo all’ente un risarcimento danni, per un importo pari a oltre 70 milioni di euro.

I curatori fallimentari della Porto di Imperia Spa, gli avvocati Stefano Ambrosini e Filiberto Ferrari Loranzi, di Torino,  hanno inviato una lettera al sindaco Claudio Scajola e all’assessore all’Urbanistica Ester D’Agostino, con la quale invitano il Comune a rinunciare all’ammissione allo stato passivo, per la quale è pendente un ricorso in Cassazione. Per l’ente, dunque, si fa sempre più concreta l’ipotesi di non ottenere alcun risarcimento concreto per l’affaire porto turistico. 

I curatori invitano a rinunciare alla richiesta di 80 milioni di euro avanzata dal Comune

I curatori fallimentari hanno impugnato in Cassazione il decreto con cui il Tribunale di Imperia, nel giugno del 2020, aveva disposto la parziale ammissione del Comune di Imperia in prededuzione di crediti per quasi 80 milioni di euro. Ora, nella lettera che hanno inviato al Comune, scrivono nero su bianco che, comunque, i soldi per soddisfare le richieste di palazzo civico non ci sono (l’attivo del fallimento è di poco superiore ai 2 milioni di euro) e l’Ente rischia di incorrere in un danno erariale.

Scrivono i curatori nella loro lettera inviata a Palazzo civico: “La distribuzione della liquidità a beneficio dei creditori prededucibili è attualmente impedita dalla pendenza del giudizio di opposizione allo stato passivo con il Vostro Comune, atteso che l’importo del credito in contestazione assorbe interamente le disponibilità della Procedura (pari a euro 2.340.943,75), con conseguente necessità di dar luogo al relativo accantonamento. D’altra parte, l’attivo del Fallimento (già realizzato e in corso di realizzo) risulta ampiamente insufficiente, anche in prospettiva, a consentire la soddisfazione del credito del Comune, pure nella denegata ipotesi in cui la Corte di Cassazione dovesse respingere l’impugnazione della Curatela, confermando la natura prededucibile del credito azionato. E ciò anche perché trattasi pur sempre di prededuzione chirografaria, mentre vi sono crediti rilevanti di rango prededucibile privilegiato, come tali destinati a prevalere sul credito del Comune“.

Per il Comune il rischio di dover rispondere di un danno erariale

I curatori propongono quindi al Comune di “valutare il perfezionamento di un’intesa con la Procedura, la quale contempli l’abbandono del giudizio in corso e la ripartizione, pro quota, della liquidanda imposta di registro sul decreto 5319/2020. E ciò anche nell’ottica di scongiurare ipotetici profili di responsabilità erariale da parte di codesto Ente“.

Ogni eventuale accordo, dovrà chiaramente trovare omologazione da parte del Tribunale di Imperia e in particolare da parte del Giudice Delegato, Paola Cappello.

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