“Chiediamo alle istituzioni di venirci incontro perché ci sentiamo presi in giro e abbiamo perso tutto”. Questo il disperato appello di Antonio Maiolino, storico meccanico imperiese, e della moglie, Emiliana Barnato, che hanno perso la loro attività.
Imperia: lo sfogo dello storico meccanico Maiolino. “Ho perso tutto”
Nel novembre del 2021 Maiolino, nonostante un contratto con durata sino al 2024, ha chiuso la storica officina di Viale Matteotti (operativa da oltre 40 anni, sino al ’94 sotto il bar Tucano), in quanto l’area, di proprietà delle Ferrovie dello Stato (che avevano la facoltà di riappropriarsene in qualunque momento, come previsto dal contratto) , destinata alla pista ciclabile. Una decisione, quella di Maiolino, maturata anche a seguito delle continue sollecitazioni provenienti dal Comune di Imperia che lo invitava a liberare l’area il più presto possibile.
Le missive del Comune
Nel maggio del 2021 una prima lettera dal Comune di Imperia, settore Lavori Pubblici, a firma del dirigente, Marco Marvaldi, indirizzata a Rfi, proprietaria dell’area in concessione a Maiolino.
“Considerato che una porzione, di circa 280 mq, del mappale 491 del foglio 2 sezione PM, risulta in locazione a Autoriparazioni Maiolino Antonio, come da contratto […] con scadenza 31/12/2024; accertato che tutto il mappale 491 sarà interessato dalla realizzazione della pista ciclabile; visto il contratto […] con la presente si chiede di procedere con urgenza alla revoca del suddetto contratto di locazione, ovvero alla richiesta di resituzione dell’area“.
Nell’agosto del 2021 ancora una lettera del Comune, questa volta dal settore Urbanistica, a firma del dirigente Ilvo Calzia, autorizza Maiolino all’installazione (che poi non si concretizzerà mai) di una tensostruttura nel terreno di Caramagna, per un massimo di 180 giorni. Nella missiva si legge che l’area è soggetta a vincolo panoramico ed è priva di indice edificatorio.
“In merito alla sua nota del 09/09/21 nella quale si chiede di installare una tensostruttura in un terreno in Caramagna si riscontra quanto segue […] le opere rappresentate negli elaborati a corredo dell’istanza sono classificate come Edilizia Libera e quindi immediatamente eseguibili, purchè dopo 180 giorni dal loro montaggio vengano immediatamente smontate. Nel caso che la struttura permanga in loco allo scadere stessa del 180° giorno, la stessa viene considerata come ‘Opera realizzata in assenza di titolo edilizio’ e quindi soggetta a a sanzioni amministrative e penali. L’area dove si esegue la costruzione è soggetta a vincolo panoramico ed è priva di indice edificatorio per cui l’opera risulterebbe non sanabile”.
Nel settembre del 2021 Maiolino ha un incontro in Comune (il giorno 1) con funzionari e dirigenti, poi, il 15 settembre, riceve una nuova lettera del Comune, sempre a firma del dirigente del settore Lavori Pubblici Marvaldi.
“La settimana prossima l’area sarà consegnata parzialmente all’impresa Manelli, dovremo liberare le aree dalle macchine del piazzale antistante e non sarà concessa né la sosta né il transito ai non autorizzati. Il mappale sarà utilizzato come area di cantiere ed accesso al cantiere. Mi serve un riscontro in merito all’inizio delle attività di rimozione dei volumi e rilascio delle aree”.
A novembre Maiolino chiude l’attività, ma nel frattempo, nel maggio del 2021, insieme alla moglie acquista un terreno a Caramagna, inizialmente con l’idea di riqualificarlo, frazionarlo e rivenderlo, poi con l’idea di trasferirvi l’officina. Dopo avervi trasferito le auto, alcuni container, la struttura, smontata, della ex officina, e aver costruito un basamento in calcestruzzo, però, un blitz della Polizia Locale, nel giugno 2022, porta al blocco dei lavori. Per Maiolino e la moglie arriva la doccia fredda, denuncia penale, sanzioni pesanti, e obbligo di ripristinare lo stato dei luoghi, liberando l’intera area.
“Quello che è successo, per noi, è un vero e proprio dramma umano – raccontano a ImperiaPost Maiolino e la moglie – Noi sospettavamo che in quell’area non si potesse fare niente, ma ci siamo fidati dei nostri tecnici, un geometra e un architetto, e del Comune di Imperia, e ora ci troviamo senza la nostra storica attività, con un terreno da sgomberare e con una denuncia sulle spalle. Per l’investimento sul terreno di Caramagna abbiamo speso circa 50 mila euro, andati in fumo. Certamente, anche noi abbiamo commesso degli errori, di superficialità, ma anche a causa della fretta.
Il Comune ci ha messo pressione, senza motivo per altro, visto che i lavori nell’area dove un tempo avevamo l’officina, in Viale Matteotti, non sono neanche cominciati. Inizialmente la nostra idea, per il terreno di Caramagna, era diversa, poi i nostri tecnici ci hanno assicurato che avremmo potuto trasferire l’officina. Solo per questo abbiamo deciso di lasciare l’area di Viale Matteotti così di fretta. Il 1° settembre, in Comune, abbiamo avuto una riunione. C’erano i nostri tecnici, funzionari e dirigente comunali. Sapevano del nostro progetto dell’officina a Caramagna, ma nessuno ci ha detto chiaramente che non avremmo potuto fare niente. Magari ci sono state delle incomprensioni, ma il dato di fatto è che non ci è stato detto nulla di chiaro in proposito.
Perché nessuno ci ha fermato? Ci ha detto che quello che stavamo facendo non si poteva fare? Non si potevano neanche portare le macchine in quel terreno. Eppure siamo stati in contatto continuo con i nostri tecnici, con il Comune. Lanciamo un appello, nella speranza che qualcuno ci aiuti a uscire da questo incubo. Ci sentiamo presi in giro e chiediamo che le istituzioni ci vengano incontro. Giusto condannare gli errori, ma anche restare accando ai cittadini quando mossi da buona volontà”.