“Nella categoria delle discussioni a ruota libera fatte per riempire il tempo nei momenti in cui ci si dedica al futile, la chiacchera da ombrellone è un classico. Proprio a tale contesto è venuto da pensare osservando la riunione di urgenza convocata da Scajola in veste di sindaco, presidente della provincia e provetto rabdomante, per risolvere la crisi idrica che ha lasciato a secco diverse frazioni cittadine e alcuni comuni della valle Impero”.
Queste le parole di Lucio Sardi, esponente di Sinistra Italiana – Sinistra in Comune, in merito al vertice sulla emergenza idrica, convocata dal sindaco e presidente della provincia Claudio Scajola.
Crisi idrica: l’intervento di Lucio Sardi
“Una convocazione resasi necessaria per dare l’idea di aver finalmente compreso la gravità della crisi idrica che viviamo, dopo che solo pochi giorni fa lo stesso Scajola smentiva categoricamente ipotesi di razionamenti o interruzioni del servizio dimostrando così il suo livello di lungimiranza.
Dopo che più di una frazione cittadina e tre comuni della valle Impero si sono ritrovati senza alcun preavviso senz’acqua, l’inconcludente e fuori luogo ottimismo del sindaco-presidente della provincia è mutato in un interventismo da ombrellone, con la convocazione del summit in cui Scajola, per risolvere l’emergenza idrica, si è lasciato andare con proposte “miracolose” degne da vitellone da spiaggia che cerca di fare colpo sui presenti.
A conferma della “qualità” del summit, tra i sindaci interessati dal problema che riguarda l’acquedotto di Rezzo, risaltava l’assenza (perchè non invitato) proprio del sindaco di quel comune, il quale, come ha fatto spiegando la situazione in una intervista, poteva fornire utili indicazioni sulle carenze strutturali e sugli interventi di manutenzione necessari a ridurre le perdite ed a superare veramente le criticità di quell’acquedotto.
Problematiche per cui il sindaco di Rezzo, comune non coinvolto dall’interruzione del servizio perché ha avuto cura alla manutenzione del tratto di acquedotto di propria competenza, aveva da tempo e più volte sollecitato interventi ma senza ottenere risposte.
Tornando alle proposte da ombrellone del sindaco-presidente-rabdomante, una è quella della realizzazione di piccole vasche di raccolta delle acque che a suo dire sarebbero sfruttabili anche in veste turistica, manco fossero reperti di un acquedotto romano.
Ma il vero colpo di teatro è la proposta di captazione delle acque che sgorgherebbero dal foro pilota del tunnel sotto il col di Nava utilizzando il famoso bypass sull’Arroscia fatto costruire in fretta e furia negli anni novanta dall’allora sindaco di Imperia (sempre Scajola ovviamente), per risolvere una crisi idrica estiva.
Bypass che funzionò solo per poche settimane, che da allora è inutilizzato e che oggi non sarebbe evidentemente riattivabile in tempi e con costi ragionevoli. Quell’opera, che costò diversi miliardi di lire di allora, è stato l’emblema dello sperpero dei denari pubblici e della scellerata gestione del sistema idrico locale nel trentennio del potere assoluto scajolano, periodo contraddistinto dall’assenza di investimenti sulla rete idrica per di cui oggi paghiamo il conto con le continue avarie degli impianti e le rotture delle tubazioni.
Ma il nostro sindaco in stile vitellone-rabdomante da ombrellone non sa trattenersi nello spararle grosse e riesce persino a riciclare e rilanciare le proprie brutte figure del passato come quella del bypass, che un amministratore dotato di un minimo di capacità autocritica, proverebbe invece vergogna a ricordare.
Provando ad abbandonare i discorsi da ombrellone di Scajola si pone l’urgenza dei non più differibili interventi di manutenzione straordinaria della nostra rete idrica per ridurne le perdite e gli sprechi, interventi per i quali, a differenza che per tante opere inutili, il sindaco-presidente fatica a trovare le risorse finanziarie.
A simbolo del disinteresse al problema di chi governa il nostro territorio risalta che non si sia colta l’occasione di utilizzare massicciamente a tale scopo le risorse messe a disposizione del PNNR, che rischia di diventare l’occasione persa del nostro paese”.