23 Novembre 2024 01:13

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23 Novembre 2024 01:13

Imperia: una crisi idrica figlia dell’indifferenza collettiva e del voto di interesse/L’editoriale

In breve: Diciamoci la verità, questa crisi idrica ce la meritiamo. La politica è la maggiore responsabile, ma anche gli imperiesi hanno le loro colpe, perché hanno assistito, impassibili, al collasso del sistema idrico, dimenticando il ruolo di controllori della macchina amministrativa.

Diciamoci la verità, questa crisi idrica ce la meritiamo. Perché arriva al culmine di una gestione della rete idrica disastrosa, fatta di rattoppi e tapulli, all’insegna dell’improvvisazione e della sciatteria, senza alcuna programmazione. 

La politica è certamente la maggiore responsabile, ma anche gli imperiesi hanno le loro colpe, perché hanno assistito, impassibili, al collasso del sistema idrico, centimetro dopo centimetro, dimenticando il ruolo, fondamentale in una democrazia, di controllori della macchina amministrativa. Da anni, ormai, c’è un disinteresse diffuso verso la politica locale. A nessuno sembra importare davvero chi governa, come vengono spesi i soldi dei contribuenti. Lo dimostrano i dati sull’affluenza, in costante calo.

Come si può pensare di crescere, come città, come provincia, se si è ancora fermi al voto di interesse? Si sostiene il politico di turno per il passo carraio, per le strisce pedonali e gli asfalti sotto casa, per una promessa di lavoro, per il via libera a una pratica edilizia. Imperia è ancora oggi, alle porte del 2023, uno spaccato dell’Italia che fu, oggetto dei grandi capolavori, intrisi di amarezza, della commedia all’italiana, targati Alberto Sordi, Vittorio Gassman, Vittorio De Sica. Peccato che siano passati 40 anni e che ci sia, oggi, poco o nulla da ridere. 

E’ inutile lamentarsi dei rubinetti a secco dopo anni di indifferenza, da parte della società civile, sulle grandi tematiche, dal sistema idrico al sistema fognario, dai rifiuti alla tutela dell’ambiente, passando per i trasporti. O meglio, sarà inutile se questa crisi idrica non diventerà uno spartiacque verso un ritorno alla politica attiva, partecipata. Il cittadino deve tornare a farsi sentire, sempre, ovviamente, nel rispetto della convivenza civile. Il voto, diritto politico per eccellenza, deve ritrovare il proprio valore. Il mugugno fine a se stesso non porta da nessuna parte, è l’impegno civile che fa la differenza.

La città di Imperia, l’intera provincia, hanno il dovere, ancora prima che il diritto, di interessarsi dei disastri amministrativi degli ultimi anni, perpetrati ai danni della cosa pubblica. 

Rivieracqua, società che gestisce la rete idrica, è in regime di concordato e ha rischiato il fallimento, Riviera Trasporti, società che gestisce il trasporto pubblico locale, lo rischia tuttora, con un buco da 30 milioni di euro, i rifiuti, ad oggi, vengono trasferiti fuori provincia, con costi aggiuntivi per l’utenza, perché le discariche sono sature. Il sogno dei porti turistici è naufragato, deturpando la costa e il mare. Il depuratore della città capoluogo funziona a singhiozzo da 20 anni e produce miasmi insopportabili. Come si è arrivati a questi punti? Solo colpa della politica o anche di una cittadinanza troppo disinteressata? Quante città, province italiane, sono ridotte in queste condizioni sotto il profilo della classe politica-amministrativa? 

Una situazione imbarazzante, aggravata da dichiarazioni fuori da ogni logica, contraddistinte dal più classico degli scaricabarile. Per Claudio Scajola è colpa di Carlo Capacci, per Capacci era colpa di Luigi Sappa, per Luigi Sappa era colpa di Berio. Per Claudio Scajola è colpa di Domenico Abbo e Fabio Natta, per Abbo e Natta era colpa di Luigi Sappa. Una filastrocca infinita, buona per tutte le stagioni. Per Scajola, giusto per dare un esempio della stramberia di certe dichiarazioni, non è stato fatto nulla, in tema di servizio idrico, trasporti e rifiuti, negli ultimi anni. Eppure chi ha governato di più, in assoluto, in questa provincia, negli ultimi 25 anni, è Luigi Sappa (per 10 anni Sindaco e per 5 presidente della Provincia) che lo stesso Scajola ha presentato come candidato alle scorse regionali con lo slogan “Competenza in Regione”. 

Gli imperiesi devono riappropriarsi del loro ruolo di controllori. Solo così torneranno ad avere il rispetto della classe politica che ad oggi hanno perso. Prima l’acqua, le fogne, gli asfalti, poi il resto. Prima i diritti, poi il resto.

Mattia Mangraviti

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