Il Governo Draghi ottiene la fiducia al Senato, ma è arrivato al capolinea. Il tentativo di ricucire lo strappo politico concretizzatosi nella giornata di giovedì 14 luglio, è fallito. Nella tarda serata di oggi, 20 luglio, il Senato ha votato una fiducia risicata al Premier che in serata dovrebbe salire al Colle per rassegnare le proprie dimissioni. L’ipotesi, a questo punto, è quella delle elezioni anticipate, con voto il 2 ottobre.
Nel dettaglio, su un totale di 321 Senatori, 95 hanno votato “si”, mentre 38 “no”. Di fatto, il Premier Draghi ha ottenuto la fiducia al Senato, ma non ha più i numeri per governare.
Crisi Politica: caduto il Governo Draghi
Al termine di una lunga giornata di tensioni, trattative, polemiche, centrodestra e Movimento Cinque Stelle hanno deciso di non votare la fiducia, come richiesto dal Premier Mario Draghi, sulla risoluzione presentata dal Senatore Pierferdinando Casini che prevedeva una sola riga: “Udite le comunicazioni del premier si approva“.
In mattinata, infatti, Draghi aveva concluso così il suo intervento: “Serve un governo che sia davvero forte e coeso e un Parlamento che lo accompagni con convinzione, nel reciproco rispetto dei ruoli. All’Italia non serve una fiducia di facciata, che svanisca davanti ai provvedimenti scomodi. Serve un nuovo patto di fiducia, sincero e concreto, come quello che ci ha permesso finora di cambiare in meglio il Paese. I partiti e voi parlamentari siete pronti a ricostruire questo patto?”.
Il centrodestra ha deciso di non votare la fiducia, in particolare Lega e Forza Italia (decisione che ha portato alle dimissione di Maria Stella Gelmini, Ministro per gli Affari regionali e le Autonomie) non hanno partecipato al voto, mentre Fratelli d’Italia ha votato contro.
Il Movimento Cinque Stelle, così come parte del centrodestra, non ha partecipato al voto. Hanno invece votato la fiducia al Governo Draghi Autonomie, Insieme per il futuro, Italia viva, Leu e Pd.