“Infinity”, questo è il nome dello Yacht targato Azimut e battente bandiera dello Stato americano del Delaware (paradiso fiscale statunitense) che ieri, domenica 3 agosto, ha speronato al largo di Vado Ligure una motovedetta della Capitaneria di Porto di Savona dandosi poi alla fuga. A bloccarne la navigazione una motovedetta della Capitaneria di Porto di Imperia nelle acque antistanti Porto Maurizio. L’imbarcazione è ora a disposizione dell’autorità giudiziaria. A bordo c’erano un cinquantenne italiano, originario di Ventimiglia, e due libanesi. Tutti e tre sono stati a lungo interrogati dal vice comandante della Capitaneria di Porto di Imperia Michele Burlando, per cercare di ricostruire la dinamica dell’accaduto. “Non l’abbiamo vista in tempo a causa della scarsa visibilità” avrebbe spiegato l’armatore italiano. Ma resta da chiarire il perché della fuga fino a Imperia e il perché, così sembra emergere dalle indagini, fosse stato inserito il pilota automatico nelle acque di Vado Ligure viste le pessime condizioni del tempo.
La motovedetta della Capitaneria di Porto di Savona, impegnata in un’operazione di soccorso a uno “scialino” di circa 7 metri con a bordo una famiglia, padre, moglie e figlia, sorpresi da un temporale al largo di Vado ligure, è stata speronata di striscio. Poteva essere una tragedia e l’impatto è comunque bastato per far cadere due uomini della Capitaneria, che si sono procurati fratture e lesioni guaribili in 40 giorni.
I tre uomini a bordo dell’Infinity sono accusati di pericolo di naufragio per azione colposa e omissione di soccorso. Le indagini sono coordinate dalle Procure di Savona e Imperia.