Esistono diversi semi di cannabis in commercio, questi si possono suddividere in tre tipologie differenti tra loro, questi sono: i semi autofiorenti, i semi femminizzati autofiorenti o meno, e i semi che contengono alti livelli di CBD.
Semi autofiorenti: perché sceglierli?
I semi autofiorenti femminizzati o meno, sono pensati per chi vuole coltivare la pianta in modo semplice e anche se si è dei principianti in materia. Infatti, i semi autofiorenti sono in grado di resistere a lungo e hanno anche una resa veloce.
Attraverso una coltivazione di tipo indoor si può far crescere la pianta anche senza manutenzione ed esperienza, le caratteristiche dunque le rendono ideali ai neofiti ma non solo.
Uno dei vantaggi dei semi autofiorenti è dovuto al fatto che in commercio ce ne sono tantissime varietà con diverse soluzioni genetiche che hanno una resa ottimale in meno di 9 settimane. Oltre al tratto della fioritura veloce, le autofiorenti presentano anche altri vantaggi quali:
- Una genetica più robusta, rispetto alla loro controparte, i semi autofiorenti femminizzati sono resistenti per i quali gestiscono bene le condizioni ambientali che limitano la proliferazione dei parassiti.
- Non diventano molto alte: sono geneticamente robuste ma soprattutto non diventano molto alte nel corso del tempo. Infatti, in genere queste varietà presentano un’altezza massima di circa 100 cm. Sono ideali anche per i coltivatori che amano le fioriture veloci. Queste piante infatti impiegano tra le sette e le 10 settimane dal seme al raccolto.
Le caratteristiche dei semi femminizzati
I semi femminizzati sono consigliati a chi ha esperienza, in quanto la loro genetica in genere è molto delicata, le quali richiedono anche grandi quantità di spazio e delle tecniche innovative che possano ottimizzare il raccolto al meglio.
Più semplice invece la coltivazione dei semi di cannabis auto fiorenti femminizzati. Sul mercato è possibile trovare migliaia di auto fiorenti genetiche che hanno caratteristiche uniche che soddisfano una fetta di consumatori.
Le auto fiorenti femminizzate possono essere scelte in base a diversi valori quali: clima migliore per la crescita, resistenza, dimensioni. Per massimizzare i risultati si consiglia sempre di fare attenzione comunque di fare molta attenzione al terreno e al processo di coltivazione.
Come ottenere buoni risultati quando si coltivano le autofiorenti
La coltivazione delle piante autofiorenti femminizzate richiede molta attenzione a diversi fattori. Il primo è sicuramente quello della composizione del terreno che deve presentare le giuste quantità di potassio, fosforo, azoto. Solo in questo modo è possibile seguire nel migliore dei modi la fase vegetativa e quella di fioritura della pianta.
Anche il livello di umidità è molto importante, questo dovrebbe essere sempre all’incirca pari al 70%, solo in questo modo è possibile far crescere le piantine in modo ottimale e in tempi brevi. Bisogna fare attenzione a mantenere il substrato sempre al giusto livello di umidità e mai troppo bagnato altrimenti la pianta rischia di morire.
Infine, quando si sceglie di coltivare le piante, bisogna anche valutare le temperature. Le giuste temperature devono essere regolate in base alla crescita della pianta. Bisogna partire da un minimo di 20 a circa 25° per le piantine che sono germinate da poco. Durante la fase vegetativa invece, sarà tra i 22° e i 28°. Infine, la fase di fioritura prevede una temperatura tra i 18° e i 24°.
Come si conservano i semi di cannabis autofiorenti?
I semi di cannabis autofiorenti possono essere conservati in modo corretto semplicemente all’interno di una scatola apposita da riporre all’interno del frigorifero. I semi possono mantenere fino a 10 anni se questi sono tenuti in condizioni idonee. In genere, i semi di cannabis hanno bisogno di una temperatura sugli 8° gradi circa e devono essere tenuti lontani da umidità e luce.