La Cannabis, anche conosciuta come canapa, è una pianta della famiglia delle Cannabacee,
che può raggiungere un’altezza dal metro e mezzo fino ai sei metri. Germina in primavera e
fiorisce in estate, anche se il suo ciclo vitale può variare molto a seconda delle specie di
pianta e del tipo di coltivazione. Esistono diversi tipi di cannabis: le tre specie principali,
sono la Cannabis sativa, la Cannabis Indica e la Cannabis Ruderalis.
Al di là delle caratteristiche botaniche e scientifiche, quello della Cannabis è un argomento
particolarmente dibattuto, per via delle note proprietà psicotrope della pianta e della
sempre controversa liberalizzazione degli usi di questo ritrovato vegetale (o dei suoi prodotti
correlati, come il CBD) per scopi terapeutici.
Cosa contiene la pianta di cannabis?
La cannabis è particolarmente ricca di Omega-3 e Omega-6, preziosi acidi grassi essenziali,
ma anche di vitamine, come ad esempio la A, la E o quelle del gruppo B. Contiene
inoltre generose quantità di antiossidanti naturali, sostanze antinfiammatorie e una buona
dose di carboidrati e proteine che le conferiscono un ottimo effetto nutriente. Non mancano
nella formulazione della pianta anche fibre e minerali, come fosforo e ferro.
La cannabis, come noto, contiene anche molti cannabinoidi, tra cui i principali sono il CBD
(o cannabidiolo) e il THC (tetraidrocannabinolo). Mentre dal secondo dipendono gli effetti
psicoattivi della cannabis, il CBD non ha invece proprietà stupefacenti. Gli sono attribuiti
però importanti benefici a livello farmacologico per l’organismo, con effetti che interessano
sia il corpo che la mente. Ad esempio, il cannabidiolo è considerato ansiolitico,
antipsicotico, analgesico e rilassante ed è considerato da numerosi studi scientifici anche
una sostanza neuroprotettiva e utile per il trattamento di molti importanti disturbi di salute.
La cannabis e la legislazione italiana
Quando si parla della cannabis e della sua legalità, la discussione si accende e la platea si
divide tra i favorevoli al suo utilizzo e quelli contrari alla sua coltivazione e al suo consumo.
Fondamentalmente di base esiste poca cultura attorno al tema e molti non sanno distinguere
tra i diversi possibili impieghi della marijuana o tra le caratteristiche dei suoi componenti.
Per capire quale sia lo scenario nel nostro paese è utile partire da qualche fatto concreto: la
marijuana legale in Italia è regolamentata, fin dal 2016, dalla legge numero 242, che fissano
limiti legali per la vendita di questa sostanza nei confini del paese.
Anche se la materia è senza dubbio complessa, in linea di massima la legge consente di
coltivare semi di Canapa Sativa per destinarli poi alla produzione di fibre tessili o a diversi
usi industriali, specifici e ben definiti. Per quanto riguarda il consumo alimentare della
pianta, la legge chiarisce quali prodotti si possono ricavare dalla cannabis, facendo
importanti distinzioni sui livelli di THC in essi contenuti. Perché la marijuana possa essere
ritenuta light, e i prodotti da essa derivati possano essere considerati legali, i valori di THC
devono essere compresi tra lo 0,2% e lo 0,5%.
Inoltre, la legge relativa alla cannabis si è estesa e trasformata anche in altri modi: ad
esempio, l’uso ricreativo della sostanza è stato depenalizzato ed è punito come reato
amministrativo, ad esempio quando la coltivazione di piccole quantità di cannabis avviene in
casa ad uso esclusivamente personale.
Insomma, la coltivazione, l’uso e il commercio di cannabis e prodotti derivati subisce costanti
trasformazioni, che seguono l’evoluzione della cultura e rispecchiano la sempre diversa
sensibilità delle persone rispetto a temi di questo tipo, delicati e controversi per molti
aspetti. Nel mondo la situazione non è diversa e lo scenario presenta parecchie diversità di
scelte, sia all’interno dei confini europei, che nei paesi presenti nei diversi continenti, che si
muovono anch’essi