“Chiediamo che i frequenti annunci siano sostituiti da poche comunicazioni, a breve, di fatti concreti e avvenuti. E’ troppo?”. Questo il commento di Rinaldo Sartore dell’Associazione “Monesi Borgo Antico” all’annuncio del Sindaco di Mendatica Piero Pelassa in merito all’arrivo di un finanziamento di 400 mila euro per il drenaggio della frana che interessa il territorio di Monesi.
Paleofrana di Monesi: annunciato finanziamento, critico Rinaldo Sartore
““Un altro brillante risultato, al rilancio di Monesi di Mendatica, annunciato dall’Amministrazione comunale del sindaco Piero Pelassa, 400 mila euro per drenaggio frana”.
Permettetemi un piccolo commento sull’ennesimo, recente, annuncio che, con immotivato trionfalismo, tenta di romanzare una situazione diversa dalla realtà. Mi riferisco ad un “particolare” volutamente ignorato; dalla frana sono passati quasi sei anni! Quindi l’annuncio sarebbe dovuto essere preceduto da qualche forma di giustificazione, di scuse per il biblico ritardo; invece no. “Un altro brillante risultato”
Brillante risultato sarebbe se, dopo sei anni, il sindaco Pelassa ci avesse svelato il destino della frazione di Mendatica. Cosa e quando i 400 mila euro permetteranno di ottenere per raggiungere la messa in sicurezza di Monesi. I proprietari di seconde case si accontenterebbero anche di un banale risultato; come riavere l’acqua in casa e sapere se la rete fognaria è utilizzabile o no; dopo sei anni.
Caro sindaco Piero Pelassa, la mia non è ingratitudine; caso mai l’ingratitudine è un malcelato, palpabile sentimento nei confronti di chi ha recuperato i Tecci di Monesi. Tecci che, è bene ricordare, erano stati lasciati andare in malora dai primi proprietari.
Altro spreco di denaro pubblico è il finanziamento di 600 mila euro per il recupero del rio artificiale Bandita. Ecco cosa scriveva la Regione Liguria nel 2007:
“Atlante dei Centri Abitati Instabili della Liguria IV. Provincia di Imperia, nel 2007” a pag. 149 si legge: Mendatica frazione di Monesi “All’atto del sopralluogo i corpi di frana, compreso quello nel quale è direttamente coinvolto il paese, si presentavano in uno stato di attività quiescente (omissis). Non è stato possibile individuare con precisione l’epoca di questi dissesti, tuttavia all’apparenza sembrerebbero, almeno in parte, abbastanza recenti e si ritiene utile suggerire un monitoraggio in via preventiva per questo centro”.
Non è stato attivato alcun monitoraggio e la difesa dalle acque meteoriche completamente disattesa. Anzi, da allora, la manutenzione del letto del torrente artificiale Bandita fu completamente tralasciata fino a rendere totalmente inutile il lavoro che, con lungimiranza, pala e picco, i mendaighini di circa due secoli fa realizzarono per difendere la frazione. Sarebbero bastati pochi spiccioli/anno, in confronto ai 600 mila euro, per garantire e mantenere la funzione di difesa dalle rare precipitazioni eccezionali. Al contrario, mentre i nuovi proprietari pagavano regolarmente l’ICI sulle seconde case, la manutenzione del Rio Bandita fu sospesa. Da allora sul greto del canale è cresciuta una fitta vegetazione di arbusti e alberi che hanno reso inutile il fu rio Bandita.
Lo sgorgare delle acque piovane, tra le case, per oltre 48 ore in quel fine novembre 2016, è stato indubbiamente una fatidica concausa del disastro. Oggi che la frazione è semidistrutta e dopo sei anni dalla tragedia, ecco 600 mila euro per riattivare la funzionalità del Rio Bandita! Anche in questo caso l’annuncio è trionfale… come se quelle palanche fossero state generosamente elargite dai responsabili del disastro.
Chiediamo che i frequenti annunci siano sostituiti da poche comunicazioni, a breve, di fatti concreti e avvenuti. E’ troppo?”.