15 Novembre 2024 06:18

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15 Novembre 2024 06:18

“A Cipressa un trapper che inneggia allo zio mafioso”: annullato dalla Questura di Imperia il concerto di Niko Pandetta. “Trasmette messaggi fortemente fuorvianti e diseducativi”

In breve: La partecipazione del cantante neomelodico Vincenzo Pandetta, detto Niko Pandetta, di Catania, aveva scatenato la riprovazione del Coordinamento Provinciale di Imperia di “Libera, associazioni, nomi e numeri contro le mafie”, che ne aveva chiesto l‘annullamento.

I testi delle canzoni del Pandetta sono evocativi di criminose gesta e la natura dell’esibizione dell’artista, con testi chiaramente innegianti agli ambienti malavitosi e istigatori alla delinquenza e alla disobbedienza delle leggi, nonchè al compimento di reati di vario genere, potrebbe comportare gravi ripercussioni per l’ordine e la sicurezza in guisa degli stessi precetti penalistici che vietano tali condotte”. Così recita l’ordinanza emessa dalla Questura di Imperia con la quale viene annullato il concerto di Niko Pandetta che era in programma nell’ambito dell’evento Moo-Kuna, il festival che si svolgerà a Cipressa il weekend del 2-3 settembre.

La partecipazione tra gli altri artisti del cantante neomelodico Vincenzo Pandetta, detto Niko Pandetta, di Catania, aveva scatenato la riprovazione del Coordinamento Provinciale di Imperia di “Libera, associazioni, nomi e numeri contro le mafie”, che ne aveva chiesto l‘annullamento.

Della stessa opinione è stata la commissione provinciale di vigilanza sui locali di pubblico spettacolo, convocata presso la Prefettura lo scorso 22 agosto per esaminare la documentazione trasmessa dal Comune di Cipressa per lo svolgimento del Festival.

“A Cipressa un trapper che inneggia allo zio mafioso”: annullato dalla Questura di Imperia il concerto di Niko Pandetta

“L’artista – si legge nell’ordinanza della Questura, resa nota dallo stesso Vincenzo Pandeta – è noto alla cronaca per il contenuto di interviste televisive e i testi delle canzoni interpretate che fanno esplicito riferimento, esaltandole, a situazioni criminogene e a contesti delinquenziali tipici delle organizzazioni criminali. In tali circostanze il predetto, oltre ad esprimere vicinanza e ammirazione per lo zio Salvatore Cappello (Capo clan Cappello), noto pluripregiudicato detenuto in regime di art. 41 bis, pronuncia affermazioni e trasmette messaggi dal contenuto fortemente fuorviante e diseducativo, negando addirittura, nel corso di un’intervista televisiva, l’esistenza stessa della mafia.

Si cita a tal proposito il testo di una canzone che espressamente recita: “zio Turi, io ti ringrazio ancora per tutto quello che fai per me, sei stato una scuola di vita che mi ha insegnato a vivere con onore. Per colpa di questi pentiti sei chiuso là dentro al 41 bis”.

“I testi delle canzoni del Pandetta  – si legge ancora – sono evocativi di criminose gesta e la natura dell’esibizione dell’artista, con testi chiaramente innegianti agli ambienti malavitosi e istigatori alla delinquenza e alla disobbedienza delle leggi, nonchè al compimento di reati di vario genere, potrebbe comportare gravi ripercussioni per l’ordine e la sicurezza in guisa degli stessi precetti penalistici che vietano tali condotte”.

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