C’è stato un tempo nel quale la Virtual Private Network (acronimo VPN) era un argomento riservato ai nerd ‘smanettoni’ che la usavano per le prime sperimentazioni informatiche. Oggi non è più così.
La VPN è uno strumento informatico cresciuto in popolarità globale, in misura proporzionale all’attenzione verso i diritti di privacy online e verso la sicurezza dei dati informatici.
Le statistiche relative all’uso della rete privata virtuale nel mondo ci dicono molto sulle abitudini diverse delle persone a seconda della zona geografica. Entriamo nel dettaglio.
Cenni di base sulla VPN
Prima di passare ad analizzare i dati statistici relativi ai vari usi dei servizi VPN nel mondo, diamo qualche cenno di base su VPN cos’è e come funziona.
La rete privata virtuale è una rete composta da centinaia di server distribuiti in remoto in tutto il mondo. La connessione VPN avviene in modalità diversa rispetto a quella standard. Il dispositivo si connette al server VPN e poi a quello del sito di destinazione (e viceversa) durante la trasmissione dei dati, che avviene attraverso un tunnel crittografico.
Questo funzionamento fa sì che:
- I dati di navigazione, contenenti dati sensibili e informazioni personali, siano ‘schermati’: nessuna terza parte può accedervi per scopi più o meno leciti.
- L’indirizzo IP viene alterato, perché la navigazione risulta proveniente non dal luogo effettivamente di origine, ma dal luogo dove è situato il server remoto VPN.
Da ciò derivano due dei principali vantaggi della VPN: la protezione della privacy in rete e la possibilità di aggirare i blocchi geolocalizzati, basati sulla rilevazione della posizione del navigante.
Qualche numero sulla VPN per capire da chi è usata nel mondo e perché
La VPN è oggigiorno diffusa in quasi tutto il mondo: fanno eccezione quei Paesi nei quali sono impedite le libertà personali.
La censura, più o meno evidente, è uno dei motivi che ha fatto crescere l’utilizzo della VPN dove Internet non è del tutto libero. Si spiega così il dato fornito dal rapporto del 2020 di GlobalWebIndex (GWI): almeno il 35% delle persone in Asia (soprattutto in Indonesia), in Medio Oriente e in Africa ha utilizzato una VPN. Seguono nell’ordine: America Latina (31%) e poi Nord America (25%) ed Europa (24%).
Accedere a siti di informazione ‘vietati’ è uno dei motivi che spinge le persone a installare una VPN nelle zone del mondo nelle quali vige un controllo personale molto stretto, anche online.
A livello globale invece la gran parte degli utenti apprezza la VPN come strumento per sbloccare i contenuti di intrattenimento non fruibili a causa delle restrizioni di geolocalizzazione. Come sai le piattaforme streaming, come Netflix ad esempio, offrono un catalogo basato sulla posizione dell’utente: con la VPN modifichi l’indirizzo IP e accedi a una libreria diversa.
Conclusione
Ciò che emerge con maggiore evidenza è però il dato relativo alla preoccupazione per la privacy online: l’80% degli utenti la percepisce come un’urgenza indipendentemente dal Paese. Motivo per cui, circa i 2/3 degli utenti VPN usano tale strumento come scudo di difesa sia nei confronti di possibili attacchi hacker, sia nei confronti delle aziende interessate ai big data. Le persone si domandano che fine fanno le informazioni di navigazione e i dati sensibili e cercano il modo migliore per tutelare la propria privacy online.