Il Pubblico Ministero Luca Scorza Azzarà ha chiesto il rinvio a giudizio per i quattro indagati nell’ambito inchiesta sull’appalto Seris (società al 100% comunale) per le pulizie degli stabili comunali.
Nel dettaglio si tratta del consigliere comunale Giuseppe Falbo, titolare della Clean Star, ditta aggiudicataria del servizio, accusato di turbativa d’asta, Barbara Nani, Paolo Petrucci e Simone Motzo, rispettivamente presidente e consiglieri del cda Seris, accusati di abuso d’ufficio.
Barbara Nani è difesa dall’avvocato Carlo Fossati, Paolo Petrucci dall’avvocato Maurizio Temesio, Simone Motzo dall’avvocato Sandro Lombardi, Giuseppe Falbo dall’avvocato Loredana Modaffari.
Non è ancora stata fissata la data dell’udienza preliminare.
Imperia: appalto Seris, chiesto rinvio a giudizio per i 4 indagati
La posizione di Giuseppe Falbo
Le accuse più pesanti sono rivolte al consigliere comunale Giuseppe Falbo.
Secondo la Procura Falbo “turbava una gara ristretta per conto di una Pubblica Amministrazione”.
In che modo? Secondo gli inquirenti “faceva pervenire un’offerta anormalmente al ribasso, tanto da determinare il Consiglio di Amministrazione di Seris a richiedergli chiarimenti e giustificazioni in ordine alla congruità dell’offerta […] giustificazioni a fronte delle quali la consulente del lavoro di Seris rilevava, e segnalava al proprio cliente […] il mancato rispetto dei minimi retributivi previsti dal CCNL imprese artigiane applicato ai dipendenti di Clean Star (ciò che avrebbe dovuto comportare l’esclusione dalla gara)”.
Il punto nevralgico dell’inchiesta e dell’intero impianto accusatorio è quello successivo.
“Evidentemente informato da qualcuno della violazione rilevata dalla consulente del lavoro – prosegue la Procura – la contattava telefonicamente nel pomeriggio del 25.9.2020 per sapere quali fossero le criticità riscontrate; la consulente, previa informazione circa la richiesta di Falbo al presidente del CdA di Seris, Barbara Nani, che nulla obiettava all’interlocuzione, informava Falbo del mancato rispetto nell’offerta dei minimi contrattuali previsti dal CCNL applicato dalla sua ditta […] A questo punto (Falbo, ndr) faceva pervenire una nuova offerta anomala […] con la quale, per poter rispettare i minimi contrattuali, rivoluzionava la tipologia di personale da impiegare […] ed otteneva così l’aggiudicazione del servizio”.
Secondo la Procura, inoltre, Falbo “ometteva di presentare a Seris il D.G.U.E. (Documento di Gara Unico Europeo) nel quale avrebbe dovuto dichiarare l’insussistenza di qualsiasi causa di conflitto legata alla partecipazione alla procedura di gara. Conflitto atipico in realtà esistente stanti i rapporti economici intercorrenti con il consigliere di amministrazione di Seria Simon Pietro Motzo (la Clean Star di Falbo svolgeva servizio di pulizia sia presso il ristorante che presso l’abitazione di Motzo)“.
Le posizioni di Barbara Nani, Paolo Petrucci e Simone Motzo
I tre consiglieri del cda Seris sono accusati di abuso d’ufficio per non aver escluso dalla gara d’appalto, viste le criticità emerse, la ditta Clean Star Di Giuseppe Falbo.
“In concorso tra loro […] – contesta la Procura – nell’esercizio delle loro funzioni […] sebbene Motzo formalmente non avesse fatto parte della commissione giudicatrice della gara […] in violazione di norme di legge, omettendo di escludere la Clean Star di Giuseppe Falbo dalla gara […] attesi la situazione di conflitto di interessi “atipico” emersa tra lo stesso ed il consigliere di amministrazione Simon Pietro Motzo, il costo del personale indicato nell’offerta che era inferiore ai minimi salariali retributivi […] la mancata presentazione da parte di Falbo del D.G.U.E., ed anzi aggiudicando il servizio alla menzionata Clean Star, intenzionalmente procuravano a Giuseppe Falbo ed alla Clean Star un ingiusto vantaggio patrimoniale al contempo arrecando un danno ingiusto alle altre società che avevano presentato offerte”.
Il consiglio comunale, il 26 marzo scorso, aveva bocciato la contestazione di incompatibilità per il consigliere comunale Giuseppe Falbo in relazione all’applicazione dell’art. 69 del Testo Unico degli Enti locali. Il consigliere è così rimasto in carica, pur se aggiudicatario, con la sua ditta, dell’appalto pulizie indetto dalla Seris, società al 100% comunale. Lo stesso Sindaco Claudio Scajola nell’ambito della discussione aveva espresso pubblicamente dubbi su eventuali incompatibilità.
Quella sulla Seris è la seconda inchiesta, per abuso d’ufficio e turbativa d’asta, che coinvolge una partecipata del Comune di Imperia. La prima indagine, condotta sempre dalla Guarda di Finanza, riguarda la Go Imperia, l’appalto per l’affidamento del travel lift.