23 Novembre 2024 08:37

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23 Novembre 2024 08:37

Il giro dell’Africa in bici: a Imperia la cicloviaggiatrice Perla Lazzareschi. “Viaggio da 20 anni per imparare le cose che non so” / Video

In breve: Abbiamo avuto il piacere di conoscerla e intervistarla grazie a una sua tappa a Imperia prima della partenza per l'Africa per proseguire il suo giro del continente esclusivamente su due ruote.

Viaggiando il mondo allarghi la tua visione delle cose, ti ricostruisci in un modo che è tuo, che scegli tu“. Così Perla Lazzareschi, cicloviaggiatrice da più di 20 anni, racconta cosa significa per lei viaggiare intorno al mondo in sella alla sua fedele bicicletta.

Abbiamo avuto il piacere di conoscerla e intervistarla grazie a una sua tappa a Imperia prima della partenza per l’Africa per proseguire il suo giro del continente esclusivamente su due ruote.

Per seguire i viaggi di Perla Lazzareschi clicca qui.

Il giro dell’Africa in bici: a Imperia la cicloviaggiatrice Perla Lazzareschi

Quando hai cominciato a viaggiare?

“La prima volta che ho fatto un viaggio da sola non era in bicicletta, avevo 26 anni e stavo scrivendo la tesi di laurea. Ricordo che era un periodo di stress, avevo lavorato d’estate, lavoravo in un ristorante la sera, ero andata a vivere da sola, ero stanca. Il ristorante chiudeva per 40 giorni, feci un biglietto aereo e andai in Perù, 45 giorni di viaggio da sola. Lì ho capito che volevo viaggiare. Sono tornata, ho dato la tesi con il massimo dei voti. Ho posato i pennelli, perchè facevo l’Accademia delle Belle Arti, e ho iniziato a viaggiare. Da quel momento viaggio più o meno 8 mesi l’anno. All’inizio viaggiavo con lo zaino, poi con la bicicletta. Sono circa 12 anni che ho scelto come mezzo la bici per muovermi nel mondo”.

C’è un viaggio che ti è rimasto di più nel cuore?

“Ogni volta che rientro da un viaggio è il viaggio della mia vita. C’è stato però un viaggio molto importante in India, una decina di anni fa, che mi ha cambiato la vita. C’è stato un incidente e ho avuto il braccio paralizzato per un anno. Questo mi ha fatto capire molte cose e forse è stata l’esperienza migliore della mia vita”.

Ora hai deciso di percorrere tutta l’Africa in bicicletta?

“Sì. L’Africa l’avevo già viaggiata, in particolare tre mesi in Marocco. Quando sono tornata in Marocco per fare la parte nord, quando scesi dall’aereo sentii una voce che mi disse ‘che bello sarebbe pedalarla tutta l’Africa fino a Cape Town’. Ho sentito quella voce come se l’avesse detta qualcuno accanto a me che me la diceva nell’orecchio.

I paesi che ho visto in Africa sono stati la Namibia, l’Angola, il Botswana, lo Zimbabwe, l’Egitto, il Sudan, il Malawi, il Mozambico e il Marocco prima. Ora proseguirò dal Senegal alla Nigeria.

Il Mozambico è stato un posto che mi ha fatto pensare ‘qui ci potrei vivere’, che non è una cosa facile da pensare, oltre ad aver incontrato tantissime persone meravigliose ed essermi divertita. C’è il progetto di tornare lì, sto raccogliendo i fondi per ristrutturare una piscina in un orfanotrofio e insegnare nuoto, che è il mio lavoro, e formare qualcuno che possa continuare anche se non sono lì”.

La domanda è d’obbligo, perchè viaggi?

“Viaggio per imparare le cose che non so. Le cose che conosci, che ti hanno insegnato a scuola, i famigliari, sono solo una piccolissima parte delle cose che esistono nel mondo, delle maniere di comportarsi, di come puoi gestire una situazione, di come ti comporti nei rapporti personali. Se vivi in un solo luogo hai visto solo una piccola parte delle potenzialità dell’essere umano, di immaginare, di vivere. Viaggiando il mondo ti allarghi, ti ricostruisci in un modo che è tuo, che scegli tu”. 

Un appello ai giovani?

“Il consiglio di viaggiare è chiaro. Viaggiate e soprattutto cercate di capire chi siete e cosa volete portare nel mondo. Cercate di capire qual è la cosa che vi viene meglio, la passione che avete nel cuore e fatelo. Non dovete pensare che non sia possibile. I sogni sono tutti realizzabili e se avete una passione dentro la dovete mettere nel mondo perchè quella cosa che portate nel mondo è per tutti. Verrebbe fuori un mondo migliore”.

 

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