23 Dicembre 2024 19:01

23 Dicembre 2024 19:01

Imperia: inchiesta corruzione. “Prendo duemila euro, è una tangente per Luigino Dellerba”. Parcheggio Corso Roosevelt, ecco le intercettazioni contestate agli arrestati

In breve: La prima prova, secondo gli inquirenti, di un accordo tra la Provincia e Vincenzo Speranza per l'affidamento dei lavori di realizzazione del parcheggio di Corso Roosevelt è datata 23 maggio.

“Prendo duemila euro, è una tangente per Luigino Dellerba”. Così Vincenzo Speranza, in auto, alla moglie, in una conversazione telefonica intercettata dagli inquirenti e contenuta nell’ordinanza di convalida dell’arresto dell’imprenditore, titolare della Edilcantieri, e di Luigino Dellerba, ex consigliere provinciale e ex Sindaco di Aurigo. L’inchiesta è quella sul presunto giro di tangenti per indirizzare l’assegnazione degli appalti pubblici.

Imperia: inchiesta corruzione, ecco le intercettazioni sul parcheggio di Corso Roosevelt

La tangente cui fa cenno Vincenzo Speranza, secondo gli inquirenti, è per la realizzazione di un parcheggio in Corso Roosevelt, dove oggi si trova l’ex bocciofila Salvo, per la quale proprio nella mattinata di ieri il consiglio provinciale ha dato il via libera all’acquisto, con voto favorevole di tutti i consiglieri (tranne Domenico Abbo, uscito dall’aula al momento del voto).

La prima prova, secondo gli inquirenti, dell’accordo per l’affidamento dei lavori di realizzazione del parcheggio in Corso Roosevelt è datata 23 maggio, quando, presso il bar del Palazzo della Provincia, Luigino Dellerba ha una conversazione, intercettata, con Michele Russo, dirigente del settore infrastrutture e trasporti della Provincia di Imperia.

Dellerba, scrive il giudice, “chiede a Russo se affideranno i lavori su alcuni edifici scolastici, a Taggia” alla Edilcantieri. Il dirigente risponde che agli Speranza verrà assegnato un parcheggio qua“, per circa 120 mila euro. Lo stesso giorno Dellerba chiama Vincenzo Speranza e lo invita in Provincia per consegnarli un foglio da compilare.

I Carabinieri sono appostati per un servizio di osservazione. Notano, come precisa il giudice, non solo che Dellerba non consegna alcun foglio a Speranza, ma anche che non ha portato con sè il cellulare e invita Speranza ad allontanare il proprio, che viene così appoggiato su un muretto adiacente. La conversazione tra i due non viene intercetatta.

Poco dopo, però, sempre il 23 maggio, Speranza parla con la moglie in auto. Questa volta la conversazione viene intercettata. L’imprenditore racconta di essersi recato in Provincia e di aver incontrato Dellerba, dal quale, scrive il giudice, “ha appreso di aver ottenuto un lavoro di 150 mila euro in corso Roosevelt“. Non solo, Speranza manifesta l’intenzione, secondo gli inquirenti, di consegnare denaro all’allora consigliere provinciale.C’era Luigino Dellerba che adesso prendo i soldi e glieli devo dare”.

Il giorno successivo, il 24 maggio, Vincenzo Speranza parla con il fratello Gaetano e ribadisce, come già accaduto con la moglie, di aver incontrato Dellerba e di aver saputo di un affidamento, per 150 mila euro, di lavori relativi alla realizzazione di un parcheggio a Imperia in corso Roosevelt. 

Il 25 maggio, in consiglio provinciale, il Presidente Claudio Scajola presenta la pratica di variazione di bilancio per l’acquisto dell’ex bocciofila di Corso Roosevelt per realizzarvi un parcheggio.

Il 28 maggio, sempre in auto con la moglie, Vincenzo Speranza racconta che dovrà prendere una somma di 2 mila euro per consegnarla a Luigino Dellerba. Una “tangente per un lavoro da 100 mila euro” spiega l’imprenditore che però non precisa alla moglie nuovi particolari per timore, sembra, di essere intercettato.Non voglio parlarne perchè ci sono sti cazzi di cosi tra i coglioni”.

Il 30 maggio Vincenzo Speranza e Luigino Dellerba si incontrano presso la sede della Edilcantieri in Via De Sonnaz, a Imperia. Quando Dellerba esce viene fermato dai Carabinieri. A seguito di perquisizione personale gli inquirenti rinvengono, scrive il giudice, 2 mila euro, 40 banconote da 50 euro, custodite nella tasca anteriore destra dei pantaloni. Per il politico scatta l’arresto. Pochi minuti dopo finisce in manette anche Vincenzo Speranza.

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