“Da anni intervisto gli scrittori e non avrei mai pensato di pubblicare un mio libro, ma questa storia ha bussato alla mia porta con una certa insistenza e alla fine ho ceduto“. Lo racconta a ImperiaPost Rosangela Bonsignorio, direttrice insieme a Danco Singer del rinomato Festival della Comunicazione di Camogli, ieri ospite presso la sede di Imperia della Banca Passadore per la presentazione del suo libro d’esordio “Preferisco il rumore del vento” (Il Canneto Editore).
L’evento è stato organizzato in collaborazione con la Libreria Mondadori di Imperia. A dialogare con l’autrice l’illustratore, designer e autore di film di animazione Luigi Berio.
Rosangela Bonsignorio, docente, traduttrice e redattrice, fa parte del Comitato Scientifico del Festival della Scienza di Genova e del Comitato di indirizzo di Laurea in Scienze della Comunicazione dell’Università di Genova. Dal 2019 è anche direttore esecutivo della Summer School in Media Ecology e Comunicazione digitale.
Dopo anni di proficuo e intenso lavoro per la promozione e la valorizzazione della cultura, Rosangela Bonsignorio ha pubblicato il suo primo libro “Preferisco il rumore del vento”. ImperiaPost ha avuto il piacere e l’onore di incontrarla per parlare di questa nuova avventura oltre che della sua carriera.
“Preferisco il rumore del vento”, l’intervista a Rosangela Bonsignorio
Come sta vivendo l’uscita del suo primo libro?
“È un grande divertimento, non avevo mai pensato nella mia vita di scrivere un libro.
L’idea mi è venuta qualche anno fa, mentre intervistavo Ivan Cotroneo e Alessia Gazzola, ho avuto un flash di quello che sarebbe stato il nucleo di partenza del libro.
All’inizio vedendo che c’è troppa gente che scrive e pubblica libri non volevo farlo. Poi alla fine la storia ha bussato alla mia porta con una certa insistenza e ho ceduto”.
Quali sono i punti cardinali di questo libro?
“Ho immaginato una comunità superstite di divinità degli antichi Vichinghi che gira per una cittadina dell’estremo ponente ligure. Una cittadina che ha alcuni tratti della cittadina dove abito adesso, di questa zona.
In questo posto c’è una commistione tra umani e non umani. È una cosa che mi ha divertito moltissimo, costruire e immaginare tassello dopo tassello”.
Il suo legame con la Liguria è molto forte. Da anni porta avanti il festival di Camogli, può ricordarci come è nato?
“È nato circa 10 anni fa in un tavolino in un bar di Milano, dove abbiamo avvicinato Umberto Eco, che era un caro amico, e gli abbiamo proposto di fare un festival dedicato alla comunicazione.
Con un po’ di timore perchè lui poteva essere anche un po’ brusco, umorale, ma ha sposato subito l’idea e da li è diventato il padrino del Festival”.
Lei fa parte del Comitato Scientifico del Festival della Scienza di Genova e Comitato di indirizzo di Laurea in Scienze della Comunicazione, tutte attività che la avvicinano ai giovani. Qual è un messaggio per chi vorrebbe entrare nel mondo della comunicazione o scrivere un libro?
“Io propongo e suggerisco di far leggere le prime idee non agli amici, ma possibilmente a qualcuno che non ti apprezzi particolarmente. Gli amici ti diranno sempre che è perfetto, io ho usato come cavia dei ragazzini che non conoscevo. Non mi accontentavo di sapere che andava sempre tutto bene. Bisogna trovare l’editore giusto, che ci crede. Non è semplice”.
Per tanto tempo ha presentato libri, ora presenta il suo. Qual è l’emozione? Quale sarebbe il suo sogno?
“Essere intervistata è molto rilassante. Dover entrare nel libro di un altro, immaginare quali possano essere i punti da sviluppare non è semplice. Bisogna avere il tempo di parlargli, se possibile, fare una sorta di resumè. Non è sempre possibile.
Di certo leggo sempre i libri, questo è già qualcosa. Altri scrittori mi hanno detto che succede molto spesso che vengono intervistati da persone che il libro non lo hanno letto.
Parlare di un libro che ho scritto io è una cosa che mi rilassa.
Chi mi piacerebbe intervistare? Sicuramente Michael Crichton, sarebbe interessante. È un autore che amo moltissimo, questo è il mio sogno nel cassetto”.
“Preferisco il rumore del vento” (Il Canneto Editore)
Matti e Edo si conoscono il primo giorno di scuola, si piacciono e cominciano a frequentarsi con alterne fortune. Una storia come tante? Forse. Ma la famiglia di Edo è tutto tranne che normale e Matti ha un gatto chiacchierone disposto a fare qualsiasi cosa per lei. Edo ha quattordici anni, comprende il linguaggio degli animali, all’occorrenza sa volare, anche se solo per brevi tratte. Non ha idea di chi sia suo padre, di certo un umano. Vive con la madre, la valchiria Tora, e Muninn, il corvo che gli ha regalato Odino. Sono tempi difficili per le divinità degli antichi vichinghi: nessuno crede più in loro e piano piano Thor e tanti altri hanno preferito invecchiare come gli umani e spegnersi. Abituati a essere adorati, non si sono rassegnati all’oblio. Incuriositi dai racconti di Edo, Odino, sommo tra gli dèi, Loki, dio dell’inganno e Freya, dea dell’amore, decidono di avventurarsi di nuovo nel mondo, dopo secoli di esilio su un’isola sperduta al largo della Danimarca…