Si è aperto questa mattina, in Tribunale a Imperia, davanti alla Corte d’Assise (presidente Carlo Indellicati, Antonio Romano a latere) il processo per l’omicidio, con cinque coltellate, di un migrante sudanese, avvenuto a Ventimiglia il 26 novembre 2021.
Imperia: migrante ucciso, al via processo per omicidio
Sul banco degli imputati Mohammed Aldel, 32 anni, sudanese, difeso dall’avvocato Stefania Abbagnano.
La legale ha chiesto alla Corte di sottoporre l’imputato a perizia psichiatrica depositando la relazione del psicologo dell’Asl Roberto Ravera, redatta dopo un colloquio in carcere avvenuto nei giorni scorsi.
“Nella propria relazione – ha spiegato l’avvocato – il dott. Ravera scrive che sono emersi espliciti limiti cognitivi e che l’imputato non è in grado di comprendere quello che è accaduto, ne le conseguenze delle proprie azioni. Che ha subito eventi traumatici prima di arrivare a Ventimiglia e dopo e che a Ventimiglia viveva in una condizione di privazione fuori da ogni contesto di dignità. Parla di un passato di violenze e sopraffazioni, di continui elementi di stress senza avere elementi per contrastarli. Che il delitto potrebbe essere riconducibile alla situazione psichico-sociale dell’imputato.
A seguito di questa relazione chiedo di approfondire questo aspetto, ritengo sia un diritto dell’imputato. Chiedo sulla base di questo documento di valutare di sottoporre a perizia psichiatrica l’imputato”.
Il Pubblico Ministero Luca Scorza Azzarà si è opposto alla richiesta della difesa, definendola “del tutto sfornita di un serio riscontro”.
“La valutazione del dott. Ravera – ha spiegato il Pm – deriva da un mero colloquio e si fonda sulle dichiarazioni dell’imputato.
Ritengo che dall’istruttoria emergerà un quadro di comportamenti, da parte dell’imputato, assistiti da logica e consequenzialità Nessuno contesta lo stato di degrado in cui viveva l’imputato, allo stesso modo della vittima. Così come tutte le persone che vivono sotto il ponte della statale 20. Se questo fosse sufficiente per giustificare un comportamento di questo tipo, qualunque persona si sentirebbe legittimata a risolvere ogni contesa con la violenza. Le immagini delle telecamere di sorveglianza smentiscono che l’imputato non sapesse cosa stesse succedendo. Ha avuto una reazione abnorme, convinto che fosse stato vittima della sottrazione del cellulare, evento per altro forse neanche verificatosi. Ha cercato presunto colpevole, questo dimostra la perfetta consapevolezza”.
La Corte dopo essersi riservata di decidere sulla perizia psichiatrica, ha rinviato al 2 novembre, calendarizzando le successive udienze per il 9, 16 e 30 novembre.