Ha proposto un accordo scritto tra le parti, questa mattina, in aula, presso il Tribunale di Imperia, il Gup Paolo Luppi, nell’ambito del procedimento che vede 102 persone indagate per diffamazione, denunciate nel luglio del 2017 da Angelo Dulbecco, ex consigliere comunale, dirigente nazionale dei Giovani di Forza Italia, oggi Sindaco di Caravonica, per gli insulti sul social network Facebook.
Le parti dovranno trovare un accordo entro il 23 novembre, in vista della prossima udienza, in programma il 22 febbraio del 2023.
Insulti su Facebook, 102 persone indagate: si torna in aula
Nel dettaglio, il giudice Luppi ha proposto un accordo scritto con il quale entrambe le parti ammettano di aver sbagliato ad affrontare sui social network un tema così delicato e gli indagati si scusino per aver ecceduto nei toni.
“E’ nostra intenzione chiedere un contributo, come sanzione civile – dichiara a ImperiaPost l’avvocato del Sindaco Dulbecco, Giuseppe Fossati -, da destinare in parte a un ente benefico. Il messaggio che vorremmo che passasse è che non tutto può essere concesso sui social senza che vi siano conseguenze”.
Tra gli indagati anche chi ha sottolineato di avere parenti disabili e di essersi sentito profondamento offeso dalle parole di Dulbecco sul caso Dj Fabo.
Il procedimento è tornato in aula, a seguito dell’opposizione, formulata dal legale di Dulbecco alla richiesta di archiviazione da parte dell’allora Pubblico Ministero Stefania Brusa. Nell’aprile del 2019, il Gup Paolo Luppi rinviò gli atti al Pm accogliendo l’eccezione delle difese su difetti di notifica per i profili Facebook (usati per commentare il post di Dulbecco) registrati con nomi di fantasia, circa 30 su 102, in quanto impossibile mettersi in contatto con i clienti, mai identificati.
Eutanasia: gli insulti a Dulbecco per un post riferito alla vicenda di Dj Fabo
I fatti risalgono al febbraio 2017, quando Dulbecco, noto per i suoi interventi provocatori, pubblicò un post sul proprio profilo Facebook in cui si riferiva alla nota vicenda di Dj Fabo, scrivendo: “Eliminare vite al costo di migliaia di euro non è roba da paesi civili, Hitler almeno lo faceva gratis”.
Queste parole scatenarono l’ira degli utenti del social network che risposero con centinaia di commenti sotto il post, molti dei quali offensivi. Da qui la decisione dell’ex consigliere comunale, di intentare causa contro 102 persone, sostenendo di essere stato diffamato.