“Una città che cresce, anche dal punto di vista della popolazione, che dialoga meglio con il porto, che migliora la qualità dell’abitare, che accompagna la trasformazione del sistema produttivo, che sviluppa la propria vocazione turistica e che rende più accessibili gli spazi pubblici”.
È questo il ritratto della “nuova” Imperia che emerge dallo schema del nuovo PUC presentato quest’oggi nella Sala Consiliare di Palazzo Civico.
Imperia: in comune l’incontro pubblico alla scoperta della prima bozza del nuovo PUC
Presentazione Puc, parla il sindaco Claudio Scajola
“Il Piano Regolatore attuale è scaduto da 15 anni. Era già nato vecchio, perché fatto su concezioni di una urbanistica e leggi diverse.
La città è cambiata molto, sta crescendo e c’è bisogno dell’architettura complessiva del nostro territorio.
Abbiamo quindi deciso, un anno e mezzo fa, di incaricare due progettisti di particolare capacità. Sono gli urbanisti Ceci e Gerometta, hanno lavorato in piena collaborazione con l’amministrazione e con i nostri uffici. Hanno studiato le particolarità del nostro territorio.
Hanno individuato, attraverso i nostri obiettivi, un percorso, uno schema molto importante, innovativo, per avere un Piano Urbanistico di tutti.
Pensate che nel piano attuale non c’era il Porto, c’era ancora la ferrovia in sede, il progetto dell’Aurelia Bis, lo svincolo della SS28. Quindi un piano molto vecchio che aveva bisogno di adeguamento.
Essendo scaduto da quasi 12 anni, non era possibile investire ed avere autorizzazioni, se non quelle di interesse pubblico.
Una giornata importante. Abbiamo deciso di parteciparlo con diversi incontri , affinché sia trasparente e da tutti condiviso.
A novembre la Giunta lo approverà e lo manderà ai diversi enti che devono esprimere i loro pareri, tra cui anche la Regione.
Abbiamo bisogno di risolvere i problemi di alcune zone, che ormai sono zone ex industriali che non ci sono più. Abbiamo bisogno di allentare alcuni rioni che non hanno spazi vuoti.
Abbiamo bisogno di riuscire a fare una nuova aggregazione accanto ai centri che abbiamo. Questo presenta 16 schemi su cui muovere, con un concetto di premialità.
Il privato deve avere la libertà di proporre soluzioni che, se fanno l’interesse del privato ma sono nell’ambito di un interesse generale collettivo, avranno la possibilità di edificare, costruire , sposare volumi. Quindi di riuscire a creare una città più vivibile”.
Giuseppe Fossati – Vicesindaco
“Questo è il mio quarto mandato, sono circa 20 anni che sono in Consiglio Comunale. È da venti anni che sento parlare che bisogna fare il nuovo PUC.
Nessuna amministrazione precedente ha mai nemmeno avviato la procedura per farlo. Questa Amministrazione invece l’ha messo nel suo programma come uno dei punti più qualificanti.
Il nostro Piano Regolatore è molto risalente sia nel tempo, sia nella qualità di idea di città. Era assolutamente necessario affrontare questo tema.
Perché non è stato fatto prima? Non so, bisognerebbe chiedere alle precedenti Amministrazioni. È un atto molto complesso e articolato, che richiede anche delle risorse importanti dal punto di vista economico.
Una volta trovare le risorse è stata fatta una gara, sono stati individuati dei validi professionisti e lo scorso ottobre è stato firmato il contratto. Siamo già alla fase di progettazione, che è il primo atto amministrativo che viene mandato in Regione.
Procedimento lungo, complesso , imprescindibile. Dobbiamo necessariamente farlo. Questa amministrazione se lo è messo come obiettivo e tutti gli obiettivi che si è posti li sta realizzando. Questo è uno di quelli”.
Presentazione Puc, parlano i progettisti Fabio Ceci e Raffaele Gerometta
“Il tema della rigenerazione urbana – dichiara Fabio Ceci – è il tema centrale di questo piano. Partire dalla città esistente, individuare quelle che sono le parti più deboli, perché magari sono aree che sono state dismesse e favorirne il rinnovo.
In che modo? Essendo il più possibile attenti anche alle questioni di carattere ambientale. Alcune di queste aree hanno delle fragilità, idrauliche, morfologiche, problemi anche di accessibilità.
Questa è una città che ha un bellissimo mare, ma è difficile da raggiungere. In passato il fronte era occupato da altre funzioni e altre attività.
Si pone l’accessibilità e il miglioramento degli standard ambientali del territorio”.
“Credo che sia sbagliato parlare di zone – aggiunge Raffaele Gerometta – Credo che sia corretto parlare di territorio e di comunità.
Imperia, i cittadini e le attività imprenditoriali devono guardarsi allo specchio. Devono riflettere sull’attualità e devono riflettere sul futuro.
Siamo all’interno di un sistema in cui le città competono tra di loro. Devono porsi in maniera attraente.
Noi non ragioniamo sulle singole aree, ragioniamo sugli obiettivi per creare le condizioni di questa attrattivi della città e poi li traduciamo nelle azioni progettuali, che riguardano anche le aree.
Partiamo dalle qualità che abbiamo, da quelle che vogliamo perseguire e poi le traduciamo in azioni progettuali che riguarderanno anche delle aree e progetti specifici”.
Il documento programmatico, illustrato nei giorni scorsi ai consiglieri comunali, alle associazioni cittadine, alle categorie produttive e agli ordini professionali, è stato presentato dal sindaco Claudio Scajola, dal vice sindaco Giuseppe Fossati e dai professionisti incaricati, Raffaele Gerometta e Fabio Ceci.
I tecnici hanno esposto la “descrizione fondativa” del PUC, che racchiude le peculiarità, gli squilibri e le potenzialità presenti sul territorio, e hanno definito in modo esplicito gli obiettivi che il piano intende assumere.
Quanto presentato recepisce i cambiamenti che l’urbanistica ha vissuto negli ultimi anni. Non più dunque un piano regolatore che si limita a stabilire cosa accade in ciascuna zona, bensì un programma articolato di governo del territorio sul medio-lungo periodo.
La logica progettuale ruota attorno ad alcune parole chiave (minimo consumo del suolo, valorizzazione del paesaggio, attenzione alle fragilità del territorio, rigenerazione urbana delle aree dismesse e mobilità) ed è improntata a semplificare la parte regolamentare e a rendere più forte e stringente la parte strategica, con l’obiettivo di raccogliere le opportunità che emergeranno dal territorio, anche se non puntualmente individuate nel piano.
Il PUC viene dunque pensato più in ottica di prestazione (quali obiettivi permette di raggiungere una determinata azione) che di quantificazione (cosa si permette di fare in una determinata area), ponendo alla base il dialogo tra pubblico e privato, con alcuni paletti stringenti posti dagli obiettivi strategici del piano e dagli strumenti messi a disposizione.
Tra questi figurano la perequazione urbanistica, il credito edilizio e la compensazione urbanistica.