Si è chiuso con un patteggiamento il processo che vedeva sul banco degli imputati tre persone, una donna di 54 anni, la figlia e il compagno di quest’ultima (entrambi di 27 anni), accusate, a vario titolo, di circonvenzione di incapace, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita e sostituzione di persona. Vittima un 73enne di Pieve di Teco, rappresentato dall’avvocato Roberto Trevia, in condizioni di deficienza psichica e deterioramento cognitivo.
Imperia: circonvenzione di incapace, chiuso il processo
Nel dettaglio, davanti al Gup Massimiliano Botti la 54enne, difesa dall’avvocato Luca Brazzit, ha patteggiato una pena pari a 8 mesi di carcere. La figlia, 27 anni, difesa dall’avvocato Daniela Bruno, ha patteggiato un anno di carcere, mentre il fidanzato, difeso dall’avvocato Ramadan Tahiri, 8 mesi di carcere. Pene sospese per tutti e tre gli imputati.
Le accuse
Tutti e tre gli imputati erano accusati di circonvenzione di incapace, i due fidanzati anche di impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, la 27enne anche di sostituzione di persona.
Secondo l’accusa avrebbero sottratto al 73enne beni e soldi per un valore pari a circa 100 mila euro. Nell’ambito dell’inchiesta i Carabinieri avevano anche sequestrato il bar “la Tana del Bianconiglio”, sito a Pieve di Teco (successivamente dissequestrato dal Riesame), in quanto secondo gli inquirenti acquistato con denaro di provenienza illecita.