“Chiuso durante la pandemia, il servizio odontoiatrico per disabili non collaboranti non è stato più riaperto. La situazione è critica”. Queste le parole del dottor Filippo Dematheis, medico di medicina generale, associato all’ANFFAS (associazione di famiglie di persone diversamente abili), e padre di un 21enne portatore di una grave disabilità.
Nel dettaglio, Dematheis evidenzia l’importanza fondamentale della prevenzione odontoiatrica per le persone disabili non collaboranti, sottolineando i disagi che ha comportato la cancellazione del servizio dedicato in Asl 1 imperiese.
Nonostante le numerose segnalazioni e la disponibilità dei responsabili a riattivare il servizio, ad oggi ancora nulla si è mosso, e per questo Dematheis, facendosi portavoce di tante famiglie nella stessa situazione, ha deciso di rendere pubblica la problematica con l’obiettivo di sensibilizzare la cittadinanza e lanciare un appello alle istituzioni ad agire.
Imperia: ASL1, disabili non collaboranti senza servizio odontoiatrico
“Nella nostra ASL1Imperiese – spiega Dematheis – fino a pochi anni fa era presente un servizio indirizzato proprio a questa categoria di pazienti assolutamente di eccellenza, gestito da un’equipe dedicata che operava all’ospedale di Sanremo: un fiore all’occhiello per la nostra azienda sanitaria. Durante il periodo della pandemia questo servizio è stato chiuso e non più riaperto successivamente, malgrado le sollecitazioni dei professionisti che tale servizio gestivano e malgrado la disponibilità sia degli operatori stessi sia delle strutture necessarie.
Al momento attuale, per soddisfare le richieste dei nostri utenti (parlo come ANFFAS ma mi sento di rappresentare tutte le famiglie in cui è presente una situazione di disabilità grave) possiamo, in tutta la regione, accedere a due reparti: presso l’ ospedale Gaslini di Genova (che aveva una convenzione con l’Asl 1 per far venire un odontoiatra a Sanremo, ma attualmente non hanno notizia se la convenzione c’è ancora o è scaduta) e presso il Galliera di Genova. In entrambi i casi i tempi di attesa sono lunghi e ci si limita ad eseguire unicamente estrazioni, senza trattamento conservativo.
I ragazzi non collaborativi hanno bisogno di prevenzione. Non si deve aspettare che marcisca loro un dente per poi estrarlo. Devono essere comunque controllati a scadenze differenti a seconda del soggetto. C’è chi non ha bisogno di sedazione, ma le opzioni devono essere differenziate: per quelli con difficoltà a collaborare può essere sufficiente una sedazione, per altri una vera e propria anestesia, ed è già un problema fare anestesie generali a cadenza così ravvicinata per tutta la vita del paziente.
È assolutamente necessario potenziare le cure ambulatoriali dedicate proprio per garantire un controllo ed una detartrasi ogni 6 mesi a chi è disponibile ad un monitoraggio continuativo, come avveniva anni fa, ove una caregiver dell’Anffas era responsabile della rotazione dei pazienti alle cure programmate e l’incidenza della carie era stata pressoché azzerata.
Le patologie odontoiatriche, purtroppo, vengono spesso considerate non prioritarie rispetto ad altre emergenze, ma chi come noi ha avuto il problema di un ragazzo affetto da una dolorosissima pulpite (infezione dell’interno del dente) e non hanno potuto intervenire in nessun modo, hanno ben altra consapevolezza riguardo alla gestione del problema”.