Negli ultimi giorni ha suscitato molto scalpore la notizia del ritrovamento, da parte di uno studente, di una telecamera nascosta all’interno del bagno riservato alle donne del Campus universitario di Savona.
Dopo la segnalazione, sono scattate le verifiche della Direzione del Campus che ha avvisato la Polizia di Stato e la Procura di Savona. Le indagini, avviate immediatamente, hanno portato oggi i poliziotti della Squadra Mobile a denunciare un uomo con l’accusa di interferenze illecite nella vita privata. Si tratterebbe di un dipendente di 50 anni di una ditta esterna all’università.
L’emissione del decreto di perquisizione, ha permesso di ritrovare nell’abitazione dell’uomo una microcamera identica a quella fotografata dallo studente nonché supporti digitali (4 computer, un cellulare e vari hard disk removibili) che contenevano ancora alcuni video su cui sono in corso accertamenti.
ImperiaPost ha raggiunto telefonicamente Pietro Pone, lo studente genovese 19enne che ha trovato la spycam e ne ha segnalato la presenza, permettendo l’avvio degli accertamenti.
Spycam nel bagno del Campus di Savona: denunciato 50enne. Parla il 19enne che ha trovato la telecamera
“Frequento il primo corso di Scienze Motorie all’Università di Savona – racconta Pietro Pone a ImperiaPost – lunedì, verso le 11, avevo bisogno di andare in bagno. Trovando quello degli uomini occupato sono andato in quello delle donne. Lì sono stato attirato da una luce blu riflessa sul cestino sotto al lavandino. Abbassandomi ho notato un filo penzolante che mi ha insospettito. Mi sembrava potesse essere una telecamera, ma non volevo crederci. Ho pensato che potesse essere anche un filo rotto di qualche altra apparecchiatura. L’ho tirato verso di me e l’ho fotografato per poterla mostrare ai miei compagni e a un responsabile, dopodichè l’ho riposizionato, girandolo per sicurezza verso il muro e sono uscito.
Quando sono tornato, dopo pochi minuti, per controllare di nuovo, il filo era sparito. Nel frattempo le foto sono circolate su WhatsApp tra noi studenti. Le abbiamo segnalate al prorettore Marco Testa che subito ha attivato tutti gli accertamenti.
Come abbiamo reagito noi studenti alla vicenda? Il pensiero va principalmente alle mie compagne, che sono state riprese nella loro intimità. Lì nei bagni spesso si cambiavano, usandoli come spogliatoi. È una sensazione terribile rendersi conto che qualcuno possa averle filmate.
Sono però fiero del Campus di Savona che si è subito adoperato per andare fino in fondo alla questione con la Polizia e anche ricorrendo al supporto dell’Asl2 savonese che ha offerto il sostegno psicologico alle ragazze che si sono sentite violate.
Dopo il ritrovamento qualcuno mi ha criticato per non aver agito nel modo più corretto, ma la situazione era molto delicata, ho cercato di fare quello che mi sembrava giusto. Mi fa piacere che i miei compagni mi siano stati vicini, sostenendomi.
Ora le ultime notizie parlano della denuncia di una persona. Il pensiero che possa essere stato trovato il responsabile mi rasserena e rasserena tutti noi. Il Campus di Savona è un posto sicuro e dove ci troviamo benissimo, quindi è importante sapere che la situazione venga risolta. Si tratta di un caso increscioso, mai riscontrato prima”.
“Siamo felici di questa conclusione rapidissima – commenta il prorettore Marco Testa – che è il risultato di una sinergia stretta tra le forze dell’ordine e l’università, nonché frutto dell’attenzione che abbiamo verso i ragazzi. Non abbiamo mai avuto problemi ‘criminosi’ in tanti anni, questo è stato il primo episodio: abbiamo reagito immediatamente e grazie alle forze di polizia il responsabile è stato subito individuato.
Abbiamo estremamente a cuore la salute e il benessere dei ragazzi, e riteniamo prioritaria la loro esperienza di vita e di crescita nel Campus: per questo abbiamo già trovato un accordo con l’unità di Psicologia della Asl 2 per fornire a chi ne avesse bisogno la possibilità di condividere questo momento di difficoltà e ricevere un adeguato sostegno psicologico”.