È stata presentata oggi a Genova, al Circolo Cap, l’Associazione in memoria di Martina Rossi, la ragazza imperiese morta a soli 20 anni il 3 agosto 2011 cadendo dal sesto piano di un hotel di Palma di Maiorca mentre si trovava in vacanza con le amiche.
Per la sua morte sono stati condannati in via definitiva i due aretini Luca Vanneschi e Alessandro Albertoni con l’accusa di tentata violenza sessuale di gruppo.
L’obiettivo dell’associazione, fortemente voluta dai genitori, Bruno Rossi e Franca Murialdo, è quello di offrire supporto a chi ha bisogno di aiuto, in particolare alle donne che subiscono violenza. Il simbolo dell’associazione è un fenicottero rosa, parte di un disegno fatto da Martina Rossi.
Oggi, a Genova, hanno preso parte alla presentazione pubblica dell’associazione esperti di diritto, rappresentanti delle associazioni no profit, delle forze dell’ordine, medici e dirigenti scolastici.
Il concorso è rivolto agli studenti e alle studentesse delle Scuole Secondarie di II grado del Comune di Imperia che dovranno produrre un elaborato teso ad evidenziare stereotipi e pregiudizi che sottendono forme di violenza contro le donne e che contraddicono il concetto di parità e rispetto reciproco; o a denunciare situazioni di violenza ed abuso come quella di cui è stata vittima Martina Rossi.
Nasce l’associazione in memoria di Martina Rossi, l’intervista al padre Bruno
“La nostra volontà – racconta a ImperiaPost Bruno Rossi – nasce dal desiderio forte di rappresentare il ricordo di Marina e, dall’altra parte, riuscire a trasferire la sua memoria nel futuro e pensare al raggiungimento di obiettivi importanti. Avendo conosciuto Martina, nella sua vita lei stessa avrebbe pensato a impegnarsi in questa direzione.
Il punto fondamentale è che le donne devono essere tutelate, difese, per far sì che venga raggiunta la parità con l’altro sesso. Purtroppo spesso la società non riesce fino in fondo ad offrire le stesse possibilità.
Con l’associazione vogliamo proporre miglioramenti, aumentare la cultura dei giovani, promuovere il rispetto per gli altri. Questo salto culturale deve trasformarsi in un valore più solido che entra nelle istituzioni.
Tutto questo ha fatto da contraltare a tutto il nostro percorso tra i processi nelle sedi giudiziarie, le perizie, le battaglie per i diritti. Ci siamo scontrati tante volte con situazioni in cui poteva bastare il buon senso e il senso del dovere.
L’associazione, che avrà una struttura estremamente democratica e volontaristica, entrerà proprio dentro a queste cose e avrà l’obiettivo di produrre solidarietà verso le donne e tutte le persone che subiscono un reato. Dall’altra parte lo sforzo sarà quello di trovare la militanza necessaria per far sì che queste cose funzionino. Qualunque associazione ha ragione di essere e vivere solo se intorno si costruisce un solido volontariato e una forte militanza per raggiungere risultati.
Desideriamo che il nome di Martina venga portato in alto e che possa servire ad aiutare altre donne. È una scommessa difficile, ma ci crediamo moltissimo.
Cominceremo proprio da Imperia perchè è la zona che ci permette di più di fare questo lavoro al momento. Abbiamo già iniziato a collaborale con la Fidapa per lanciare le borse di studio per le scuole e andremo avanti”.