Il Comune di Imperia, alla data del 31 dicembre 2021, ha conseguito gli obiettivi finanziari intermedi programmati nel piano di riequilibrio finanziario pluriennale. Lo ha stabilito la Corte dei Conti, con deliberazione dello scorso 23 novembre. In particolare il disavanzo è passato dai 17 milioni di euro del 2018 ai 13 del 2021.
“Sulla base delle informazioni fornite dall’Ente e della documentazione allegata al rendiconto di esercizio – scrive la Corte – si è potuto verificare la corretta determinazione delle poste accantonate, vincolate e destinate che compongono il risultato di amministrazione”.
Il bilancio di Palazzo Civico, però, continua a non godere di ottima salute. Se da un lato, infatti, la gestione dei parcheggi e del personale ha portato incoraggianti e significativi risparmi (anche la rinegoziazione dei mutui, che però avrà ripercussioni sulle gestioni future), dall’altro emergono criticità piuttosto preoccupanti per quel che riguarda la gestione di cassa, in ulteriore peggioramento (l’esposizione massima è arrivata a toccare gli 11 milioni di euro, con anticipazioni ancora da restituire per circa 3 milioni di euro), e i debiti fuori bilancio.
Sul fronte dei debiti fuori bilancio preoccupa, in particolare, la relazione del dirigente del settore Lavori Pubblici: “esistono situazioni di potenziale passività che potranno ricondursi in futuro alla fattispecie dei debiti fuori bilancio per acquisizione di beni e servizi, in violazione degli obblighi di cui ai commi 1, 2 e 3 dell’articolo 191, nell’ambito dell’espletamento di pubbliche funzioni e servizi di competenza degli anni passati al momento non quantificabili”.
Imperia: ecco la relazione della Corte dei Conti
Il piano di riequilibrio
Il piano ha portato a un riassorbimento del disavanzo di amministrazione superiore alle previsioni, per un importo pari a oltre 900 mila euro. La Corte dei Conti, però, sottolinea come la causa principale del riassorbimento sia, oltre al contenimento della spesa del personale, la rinegoziazione dei mutui avvenuta nel 2020, che inciderà inevitabilmente sui bilanci dei prossimi anni.
“L’effetto complessivo delle misure adottate nel Piano – scrive la Corte – sia sul versante delle entrate che delle spese, avrebbe dovuto contribuire al riassorbimento del disavanzo di amministrazione per un totale di euro 1.930.419,12. Secondo le rilevazioni definitive riferite a fine esercizio 2021 i benefici finanziari dei vari interventi si sono effettivamente prodotti per euro 2.868.123,24, determinando un maggior recupero di risorse ai fini di riequilibrio, rispetto al preventivato, di euro 937.704,12.
Dall’esame del prospetto, si evince che la principale causa di questo scostamento positivo è rappresentata dal contenimento della spesa per il personale e dalla riduzione dell’indebitamento a seguito della rinegoziazione dei mutui avvenuta nel 2020, che comporterà però un rinvio delle spese relative, che avranno comunque ripercussioni sui bilanci degli anni successivi al piano”.
L’imposta di soggiorno
L’imposta di soggiorno ha avuto un gettito nettamente inferiore alle attese, compensato in parte dai ristori per l’emergenza Covid.
“Il Piano di riequilibrio contemplava l’introduzione, a partire dal 2019, dell’imposta di soggiorno, con un gettito per il Comune di Imperia stimato nell’importo costante di euro 460.000 per tutti gli esercizi dal 2019 al 2027. Al 31 dicembre 2021 gli accertamenti ammontano a euro 287.831,05. La differenza rispetto alle attese è stata pari a euro 172.168,95, compensata dai fondi erogati a ristoro, in conseguenza dell’emergenza epidemiologica da COVID-19, pari a euro 114.199. In conclusione, i benefici attesi, pur in presenza di fondi a ristoro, sono rimasti inferiori alle aspettative per un importo pari a euro 57.969,95″.
La gestione dei parcheggi
La gestione dei parcheggi è certamente uno dei settori più efficienti secondo la Corte dei Conti. La gestione diretta (in precedenza era in capo alla Go Imperia) ha permesso al Comune di incrementare gli introiti per centinaia di migliaia di euro.
“Tra le misure nel campo delle entrate – scrive la Corte – il Piano di riequilibrio annovera anche l’assunzione del servizio parcheggi a raso sotto la gestione diretta del Comune da svolgersi operativamente mediante avvalimento di società partecipata. Il margine positivo atteso tra entrate previste (euro 1.400.000) e spese per il contratto di servizio con la società strumentale (euro 800.000) si presentava di importo assai superiore rispetto agli introiti ricavati con il modello di gestione precedente. Prevedendo, per il 2020, la definitiva entrata a regime del nuovo modello del servizio (infatti diventato operativo dal 1° aprile 2019), il vantaggio per il bilancio comunale di tale esercizio è stato, conseguentemente, stimato nel differenziale pari a euro 600.000.
Secondo i dati forniti dall’organo di revisione, al 31 dicembre 2021, il servizio ha prodotto incassi per euro 1.634.115,82, a fronte di spese per euro 744.199,92, assicurando al Comune un beneficio netto di euro 889.915,90, superiore a quanto previsto nel Piano (euro 600.000)”.
Razionalizzazione delle spese
La Corte dei Conti tira le orecchie al Comune di Imperia per le spese per l’efficienza energetica in continua crescita a differenza di quanto previsto nel Piano.
“Le spese per l’efficienza energetica, che sono state pari, nel 2020, a euro 1.639.997,24, fanno registrare nel 2021 un incremento, attestandosi a euro 1.724.000,00. Nel 2021, pertanto, non solo non si è prodotto il risparmio di spesa di euro 180.000, stimato nel Piano, ma si è registrato un aumento della spesa, pari a euro 35.000,00, rispetto ai valori di spesa del 2018. Tale circostanza, unitamente all’incremento, su scala internazionale, dei costi energetici, ha impedito il raggiungimento dell’obiettivo di risparmio previsto dal Piano.
Il Piano del comune di Imperia prevedeva un percorso con Enel Sole finalizzato al contenimento dei consumi di energie mediante sostituzione di corpi illuminanti; l’ottimizzazione degli impianti fotovoltaici esistenti; benefici sulla gestione calore per effetto dell’allungamento del contratto in essere. A parte la segnalazione dell’avvio di alcune iniziative di efficientamento energetico in tali ambiti, la maggior parte delle iniziative previste non ha avuto ancora esecuzione, cosicché non sono ancora percepibili i correlati risparmi di spesa.
Le previsioni di spesa evidenziano, inoltre, un netto peggioramento per l’esercizio 2022, a causa del notevole incremento dei costi energetici (l’impegnato al 30/6/2022 è pari a 2.293.850,66)”.
Asili nido e altri servizi socio-educativi
“La gestione dei due asili nido comunali è stata esternalizzata dal 1° settembre 2019 per consentire, nelle previsioni del Piano e a partire dall’esercizio 2020, risparmi diretti sulla spesa relativa al servizio e risparmi indiretti sulla spesa riguardante gli altri servizi socioeducativi assistenziali svolti dal Comune. In questo specifico ambito, il beneficio per le esigenze di riequilibrio era stimato, a regime, in euro 221.000,00.
Ed effettivamente, la spesa complessiva finanziata con fondi comunali per i servizi socioeducativi assistenziali ha avuto un andamento decrescente, tra il 2018 ed il 2020.
La spesa complessiva per i servizi socioeducativi assistenziali è stata, nel 2021, di euro 1.857.306,10 (impegnato al netto dei contributi e della quota di fondo di solidarietà), a fronte del dato del 2018 pari a euro 2.326.200,44, con una riduzione pari a euro 468.894,34 e con un margine di miglioramento, rispetto alle previsioni del piano, di euro 247.894,34″.
Gestione del personale
Il risparmio più consistente arriva dalla gestione delle spese di personale che ha prodotto un risparmio che sfiora i 2 milioni di euro.
“Varie sono le misure preannunciate nel Piano di riequilibrio ai fini del contenimento della spesa di personale – scrive la Corte – Esse riguardavano, tra l’altro, la limitazione del turn over di personale, il rinvio al 2020 di assunzioni previste per il 2019, la riduzione del numero di dirigenti con accorpamento degli uffici dirigenziali, la conseguente contrazione degli oneri del trattamento accessorio.
Per il 2021, i risparmi attesi sono stati quantificati in euro 173.419,00.
Il risultato conseguito nel 2021 è stato certamente migliorativo rispetto alle previsioni del Piano, essendosi realizzato un risparmio di spesa di personale di euro 1.894.041,68.
La dotazione del personale, alla data del 31 dicembre 2021, risulta essere di 269 dipendenti a tempo indeterminato e 3 a tempo determinato (meno 5 dipendenti a T.I. e meno 7 dipendenti a T.D. rispetto al 31/12/2020)”.
Estinzione progressiva dell’indebitamento
Per quanto riguarda l’estizione dell’indebitamento, è nettamente superiore alle previsioni del piano. Un risparmio dovuto, precisa la Corte dei Conti, in larga parte alla rinegoziazione dei mutui che si concretizza però in una dilazione temporale che inciderà sui bilanci futuri.
“Come già accennato, nel 2020 è stata realizzata un’operazione di parziale rinegoziazione dei mutui. Da essa deriva, in particolare, una dilazione temporale degli oneri per rimborsi di quota capitale ed interessi relativi all’estinzione del debito, con spostamento di parte di tali spese a carico di bilanci di esercizi successivi al periodo considerato dal Piano.
Gli oneri dell’indebitamento nel 2021 sono pari a euro 2.621.825,36 a fronte di una spesa del 2018 di euro 3.264.932,58, con conseguente risparmio pari a euro 643.107,22, importo nettamente superiore alle previsioni del piano (euro 95.000 per il 2021), dovuto alla parziale rinegoziazione dei mutui. Detta rinegoziazione rappresenta, tuttavia, una dilazione temporale dell’estinzione dei mutui, in relazione al piano di riequilibrio, con traslazione degli oneri connessi agli esercizi futuri”.
Razionalizzazione delle partecipazioni
La Corte dei Conti sottolinea come la prevista fusione tra Seris e Go Imperia non si sia concretizzata, così come previsto nel Piano.
“La razionalizzazione delle partecipazioni […] prevedeva, secondo il Piano, la fusione di Seris Srl con Go Imperia Spa, con conseguente riduzione delle spese societarie per il Comune, socio unico delle società in questione.
A tutt’oggi non risulta essere stata effettuata alcuna operazione straordinaria sulle società medesime e, pertanto, resta confermato che, per l’anno 2021, non vi è alcuna riduzione di costi come previsto dal Piano stesso”.
Evoluzione del contezioso
Dalla relazione della Corte dei Conti emergono 38 contenziosi giudiziari che vedono coinvolto il Comune di Imperia, la maggior parte dei quali davanti al Tar Liguria. Per questo l’amministrazione ha accantonato 1 milione di euro nel fondo rischi contenzioso, così come nell’anno 2020.
“Il Fondo rischi contenzioso – scrive la Corte – al 31 dicembre 2020 ammontava a euro 1.000.000. Ad integrazione dei rischi di soccombenza per le vertenze legali l’Amministrazione ha provveduto ad accantonare ulteriori euro 1.000.000,00 a titolo di fondo passività potenziali. La congruità di tale accantonamento è stata individuata alla luce delle informazioni ricavabili dalle relazioni prodotte dai legali dell’Ente circa il possibile esito delle vertenze pendenti, in considerazione anche degli importi degli oneri previsti”.
Capacità di riscossione delle entrate
Nella relazione della Corte dei Conti si evince un miglioramento della capacità di riscossione, dall’87% circa al 97%.
“Per quanto concerne la capacità di riscossione dell’Ente, il Collegio dei Revisori si limita a riferire che l’amministrazione ha ipotizzato di combattere il fenomeno dell’evasione sia attraverso il miglioramento dei mezzi informatici sia con l’affidamento a terzi delle azioni di recupero e che l’attività di accertamento è stata intensificata nel corso del 2021, come confermato dalla dirigente dei Servizi Finanziari.
Messi a confronto i valori dell’accertato e del riscosso negli esercizi 2020 e 2021 si evince un miglioramento della capacità di riscossione che passa dall’87% circa al 97%”.
Andamento della gestione di cassa
La gestione di cassa è una delle principali criticità, secondo la Corte dei Conti. La situazione è in ulteriore peggioramento, con un’esposizione massima arrivata a toccare gli 11 milioni di euro (peggio solo nel 2016, amministrazione Capacci) e anticipazioni ancora da restituire per circa 3 milioni di euro.
“Nel 2021 si registra un ulteriore peggioramento della situazione – scrive la Corte – con un’esposizione massima di euro 11.825.811 e n. 365 giorni di utilizzo, mentre alla fine dell’esercizio risultano anticipazioni ancora da restituire per euro 3.077.648,20. A tale proposito, è stata verificata la presenza, al 31/12/2021, del residuo passivo (n. 1713/2021) per un importo pari a quello dell’anticipazione non restituita.
A proposito del descritto deterioramento della situazione di cassa, il Collegio dei revisori osserva che lo scoperto di cassa è particolarmente influenzato dalle anticipazioni per opere finanziate con contributi statali e/o regionali soggette a rendicontazione con rinvio del relativo incasso”.
Debiti fuori bilancio
Altra criticità riguarda i debiti fuori bilancio, considerati una delle cause principali dello squilibrio finanziario del Comune di Imperia nel corso dell’amministrazione precedente, targata Capacci, e oggetto di contestazioni anche per quel che riguarda l’attuale amministrazione. Il dirigente del settore Lavori Pubblici, in particolare, ipotizza nuovi possibili debiti.
“Come già evidenziato nella deliberazione di questa Sezione di approvazione del Piano di riequilibrio – scrive la Corte – la situazione di squilibrio finanziario del Comune di Imperia si era manifestata in maniera netta a seguito dell’emersione di una consistente mole di debiti fuori bilancio precedentemente non dichiarati. Mentre per talune situazioni il Consiglio comunale, in sede di riconoscimento, ha definito specifiche modalità di finanziamento, per altre delle suddette passività i provvedimenti consiliari hanno previsto l’imputazione al disavanzo di amministrazione, da ripianare mediante il Piano di riequilibrio, con conseguente rimessione della copertura finanziaria alle previsioni del Piano medesimo.
Nelle precedenti deliberazioni n. 60/2020/PRSP e n. 62/2021/PRSP, inoltre, questa Sezione ha già considerato gli ulteriori debiti fuori bilancio (relativi a spese per la definizione di contenziosi giudiziari o per eventi calamitosi) emersi nel corso del 2019, dopo l’adozione del Piano, e nello stesso anno riconosciuti dal Consiglio comunale.
La sesta relazione semestrale di monitoraggio del Collegio dei revisori, riporta l’elenco dei debiti fuori bilancio riconosciuti nel corso dell’esercizio 2021, nonché l’indicazione delle ulteriori passività potenziali e dei debiti fuori bilancio non ancora regolarizzati nel secondo semestre 2021, come da segnalazioni provenienti dai competenti responsabili dei servizi.
Il Collegio dei revisori ha poi interpellato i vari responsabili dei servizi per conoscere l’eventuale esistenza, alla data del 31 dicembre 2021, di ulteriori passività potenziali o debiti fuori bilancio non ancora regolarizzati. E’ stata dichiarata l’insussistenza di debiti da riconoscere e di passività potenziali per tutti i settori, tranne che per il settore Lavori Pubblici e Patrimonio. Il dirigente responsabile ha evidenziato che ‘esistono situazioni di potenziale passività che potranno ricondursi in futuro alla fattispecie dei debiti fuori bilancio per acquisizione di beni e servizi, in violazione degli obblighi di cui ai commi 1, 2 e 3 dell’articolo 191, nell’ambito dell’espletamento di pubbliche funzioni e servizi di competenza degli anni passati al momento non quantificabili)”.
Nel 2021, sono stati riconosciuti e pagati debiti fuori bilancio per euro 1.332.049,62, di cui 1.008,750,30 per acquisizione di beni e servizi ed euro 323.299,32 per sentenze esecutive. I dati sopra rappresentati vanno integrati con la precisazione per cui il rilevante importo complessivo delle acquisizioni di beni e servizi avvenute nel corso del 2020 e proseguite anche nel 2021, in deroga alle ordinarie procedure di spesa e, perciò, originanti fattispecie di debiti fuori bilancio di cui al primo comma, lettera e), dell’art. 194 del TUEL, hanno riguardato soprattutto lavori di somma urgenza e di protezione civile”.
I risultati della gestione di competenza di parte corrente
“Dalla relazione di monitoraggio del Collegio dei revisori si evince che, nell’esercizio osservato (2021), la gestione di competenza di parte corrente ha garantito la costruzione degli equilibri di bilancio in modo corretto e conforme, sia alle previsioni del Piano, sia ai vincoli previstidall’articolo 1, comma 821, della legge 30 dicembre 2018, n. 145, evidenziando, in particolare, un saldo positivo della gestione di parte corrente. Sotto questo profilo, pertanto, l’obiettivo finanziario intermedio, programmato nel Piano stesso per l’esercizio 2021, può considerarsi conseguito“.
Il risultato di amministrazione
“Secondo i dati certificati dall’Amministrazione con il parere positivo del collegio dei revisori, il Comune di Imperia, alla fine del 2021, consegue un risultato nominale di amministrazione di euro 26.769.163,85, nell’ambito del quale, dopo l’applicazione delle varie quote accantonate, vincolate e destinate agli investimenti, emerge un disavanzo in termini di parte disponibile negativa di euro-13.578.494,55.
Sulla base delle informazioni fornite dall’Ente e della documentazione allegata al rendiconto di esercizio si è potuto verificare la corretta determinazione delle poste accantonate, vincolate e destinate che compongono il risultato di amministrazione; con particolare riferimento al Fondo crediti dubbia esigibilità si evidenzia che esso è stato regolarmente determinato con metodo ordinario e che il relativo importo di euro 27.363.480,33 corrisponde ad una percentuale del 69,16% del totale dei residui attivi dei Titoli I e III presi in considerazione ai fini del calcolo in oggetto.
[…] . Rinviando all’analisi effettuata nella menzionata deliberazione n. 125/2019/PRSP sulla dimensione dello squilibrio da risanare e della massa passiva da ripianare con le misure del Piano di riequilibrio, è qui sufficiente ricordare che il risultato di amministrazione maturato dal Comune di Imperia al 31 dicembre 2018, evidenziava una parte disponibile negativa di euro -17.427.803,67, di cui una quota complessivamente pari a euro – 7.731.539,10 era riferita al maggior disavanzo derivante dalle operazioni di riaccertamento straordinario dei residui effettuate dall’Ente, il cui ripiano era già stato disciplinato da precedenti provvedimenti secondo la favorevole ripartizione in 27 annualità”.