Avrebbe percepito compensi indebiti per oltre 360 mila euro grazie alla sua attività su Youtube. Questa l’accusa della Guardia di Finanza di Savona nei confronti di Massimo Taramasco, docente di elettronica presso un Istituto Tecnico Statale di Savona, nell’ambito di un servizio d’istituto in materia di tutela spesa pubblica e accertamento di danno erariale.
Il dipendente pubblico, seguito da oltre 400 mila followers, risulta aver pubblicato più di 37 mila video sui canali da lui gestiti, nei quali insegna “l’ingegneria dell’amore”, dispensando consigli su come comportarsi nelle relazioni sentimentali.
Insegnante e youtuber: docente savonese denunciato dalla Guardia di Finanza
“Cosa vuole quando ti ignora”, “7 segni che qualcuno ti pensa”, “7 Segni che Piaci a un Uomo Ma è spaventato”. Sono questi i titoli dei video più cliccati, con circa 300 mila visualizzazioni.
Secondo i militari del Gruppo di Savona l‘insegnante avrebbe percepito compensi indebiti pari a oltre 360 mila euro, con un danno erariale di 160 mila euro. Soldi che sarebbero derivanti dalla remunerazione per i servizi resi sulla piattaforma di web hosting, anche attraverso l’interposizione di una società creata ad hoc e di fatto amministrata dal dipendente pubblico.
Nel dettaglio, Taramasco gestisce cinque canali su Youtube, uno dei quali registra ben 168 milioni di visualizzazioni. All’interno dell’abitazione del docente sono state trovate apparecchiature tecnologiche per la registrazione dei video sui propri canali, la cui pubblicazione avveniva con una programmazione preimpostata in automatico per i successivi mesi.
Dagli accertamenti è stato confermato lo status giuridico di dipendente pubblico dell’insegnante, con rapporto a tempo pieno, ed è stata acquisita la documentazione comprovante i pagamenti ricevuti per l’attività di youtuber, attività che avrebbe svolto senza la prescritta autorizzazione dell’Ente di appartenenza, necessaria per lo svolgimento di attività extra professionale. Per quanto riguarda gli aspetti di natura fiscale, verrà svolta un’attività specifica di natura amministrativa, per recuperare a tassazione materia imponibile celata al Fisco.
All’esito delle attività ispettive, i finanzieri hanno proceduto ad inoltrare rapporto-denuncia alla Procura regionale presso la Corte dei Conti della Liguria, segnalando i compensi derivanti dal doppio lavoro svolto per attività online.
L’indagine sarebbe nata dal servizio giornalistico del programma “Le Iene”.