Siate seri, per cortesia. E’ un appello che dalle colonne del nostro giornale ci sentiamo di lanciare a tutte le istituzioni in vista del lungo e articolato iter burocratico-amministrativo che porterà a una decisione definitiva sull’Ospedale unico in provincia di Imperia. L’auspicio è di non dover assistere nuovamente, come accaduto ieri mattina, a ridondanti e pomposi summit, stile G20, capaci di produrre, in due ore e mezza, una proposta al limite del ridicolo che ci riporta indietro di 100 anni.
Indicare come luogo di nascita di una bambina o di un bambino la residenza dei genitori. Come se fosse questo il problema. Ma chi volete prendere in giro? I tavoli aristocratici con brandy e sigaro per decidere le sorti del popolo analfabeta lasciateli al cinema, piuttosto che alla letteratura storica. Siamo nel 2022, caso mai qualcuno non se ne fosse accorto.
Un solo Ospedale in provincia di Imperia, seppur all’avanguardia, spaventa la cittadinanza. Le persone hanno paura di morire nel tragitto in ambulanza. Chi se ne importa dello stampato sulla carta di identità alla voce ‘luogo di nascita’. C’è addirittura chi ha giustificato l’Ospedale unico con una sorta di calciomercato della sanità. ‘Così i medici più bravi vengono da noi’, come se quelli che si spaccano la schiena oggi, tra stress e turni massacranti, fossero degli sprovveduti. Come se bastassero queste chiacchiere da bar a convincere la cittadinanza.
Perché nessuno parla delle disastrose condizioni del sistema viabilistico del ponente ligure? Di come verranno affrontate le emergenze. Del rischio che si speculi sui voli in elicottero, sempre più necessari viste le ampie distanze. Di un’autostrada al collasso, di una Aurelia Bis, da Ventimiglia a Diano Marina, per larghi tratti ancora in fase progettuale, che vedrà la luce, nella migliore delle ipotesi, non prima di una decina di anni. Del rischio che in un territorio travagliato dalle infiltrazioni mafiose la criminalità organizzata si getti a capofitto su grandi opere quali il nuovo Ospedale e, appunto, la Aurelia Bis, come già accaduto in passato. Dell’unica azienda di trasporto pubblico su gomma a un passo dal fallimento, con un servizio carente che lascia a piedi, al freddo, un giorno si e un giorno no, i nostri ragazzi.
E ancora. Che funzione avrà l’Ospedale di Bordighera, prossimo a una contestata, quanto sciagurata, privatizzazione? Come verranno gestiti i due Ospedali, di Imperia e Sanremo, sino all’avvento, se mai ci sarà, dell’Ospedale unico? Depauperati di risorse, declinati a Ospedali temporanei, come accaduto sino ad oggi, o ci saranno investimenti, soprattutto sul personale? La cittadinanza chiede due punti nascita per sopravvivenza, non per campanilismo. Chi pensa il contrario mente. Se invece ne è convinto deve cambiare mestiere.
Quando arriveranno risposte concrete si potrà, forse, iniziare a parlare seriamente di Ospedale unico. I cittadini ne hanno paura non perché siano arretrati mentalmente, come qualcuno, in maniera sibillina, cerca di far credere, ma perché la sanità imperiese (così come quella regionale) è una sequela infinita di punti interrogativi. Tocca alla politica trasformarli in certezze. Mettetevi al lavoro. E in fretta”.
Mattia Mangraviti