25 Dicembre 2024 19:52

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Imperia: sfregiata con l’acido dal marito, la storia di Filomena Lamberti. “Quel giorno la mia vita è cambiata, è stato un calvario. Ma ora sono una donna libera” / Foto e video

In breve: Questa sera ci sarà un altro incontro a Imperia, aperto a tutta la cittadinanza, alle ore 20.30 presso la Biblioteca Civica Lagorio.

L’uomo che credevo mi amasse mi ha cambiato l’identità. È stato un calvario. Ora sono una donna libera“. Queste le parole di Filomena Lamberti, 64enne di Salerno che, 10 anni fa, è stata sfregiata con l’acido solforico dal marito. Un’aggressione che le ha cambiato la vita e che la spinge oggi a portare la sua testimonianza ai più giovani per aspirare a un futuro senza più violenza.

Questa mattina Filomena, ospite a Imperia, ha incontrato gli studenti dell’Istituto Nautico Andrea Doria e dell’IPC Ulisse Calvi presso l’aula magna del Polo Tecnologico Imperiese, grazie alle Associazioni A.I.FO. Imperia, Soroptimist International Club Imperia, ApertaMente Imperia odv, Centro Provinciale Antiviolenza ISV, NON UNA DI MENO Ponente Ligure, P.E.N.E.L.O.P.E.

Questa sera ci sarà un altro incontro a Imperia, aperto a tutta la cittadinanza, alle ore 20.30 presso la Biblioteca Civica Lagorio.

Imperia: sfregiata con l’acido dal marito, la storia di Filomena Lamberti

Gli incontri, dal titolo “UN’ALTRA VITA – Filomena Lamberti, la forza di testimoniare”, per il loro alto valore morale e di coscientizzazione sono stati accolti nell’ambito degli eventi organizzati dall’ASL1 e dal Comune di Imperia: “I’m Salute” che si svolgono dal 30 novembre al 4 dicembre.

Filomena Lamberti è accompagnata dall’Avvocata Adele De Notaris e da Vilma Tabano, Presidente dell’Associazione SpazioDonna di Salerno. Insieme hanno realizzato il libro corale “Un’altra Vita”.

Questa serie di eventi è realizzata grazie ai contributi di COOP Liguria, Scuola di PACE Aps di Ventimiglia, Spes, CSV Polis, ASL1 Imperiese, Soroptimist International Club Imperia ed ha il patrocinio della Consigliera Regionale di Parità.

L’intervista a Filomena Lamberti

Cos’è successo quel 28 maggio 2012?

L’uomo che credevo mi amasse mi ha cambiato l’identità. Bisogna tornare indietro di anni e anni di violenze subite in casa. Era geloso, possessivo e per una vita ho dovuto lottare contro gli spettri che lui aveva nella mente.

Ho dato la priorità a far cresce i miei figli, non avevo una mia indipendenza economica. Così sono andata avanti.

Quando i miei figli sono diventati grandi, ho preso la decisione di separarmi. Come tutti gli uomini possessivi, vengono feriti nel proprio orgoglio, per maschilismo.

Fu così che il 28 maggio del 2012, mentre stavo dormendo, venne vicino al letto con questa bottiglia di acido, dicendo ‘guarda che ti do’. E me l’ha versta addosso.

Questa è stata la mia ‘punizione’ perché volevo lasciarlo. Ho fatto un calvario di 5 anni di ricoveri, ho subito più di 30 interventi. Si è temuto molto per la mia vista, non è più al 100%, però ci vedo”.

Ora la sua storia può essere di grande ispirazione e insegnamento. Per questo porta la sua testimonianza?

“Sì, oggi porto avanti la mia testimonianza ad altre donne affinché non commettano i miei stessi errori. Errori di non aver mai denunciato, di aver sempre sperato nel cambiamento.

In queste persone il cambiamento non avviene mai, anzi peggiorano sempre di più.

Faccio molti incontri nelle scuole, voglio che il messaggio arrivi ai giovani. Saranno le coppie del futuro, se vogliamo sperare in un cambiamento della cultura, perché si sa che la violenza è un fatto culturale, possiamo solo sperare in loro”.

Il calvario che dovuto affrontare è stato anche a livello legale?

Sono stata una delle prime donne acidate, dopo di me c’è stata una escalation. Intorno a me non ci fu un impatto mediatico rilevante.

Il processo si concluse il 25 giugno dello stesso anno, con un processo fatto per direttissima. Con un patteggiamento.

Fu condannato per maltrattamenti in famiglia. Ebbe una pena di 18 mesi, ma ne scontò solo 15.

In tutto questo non sono mai stata vista e ascoltata da nessuno. Lo si doveva condannare per tentato omicidio”.

Chi è adesso Filomena? È cambiata dopo quel giorno?

“Si, certamente. Mi ritengo molto fortunata a non far parte del lungo elenco delle donne ammazzate.

Oggi Filomena è una donna libera, quella libertà nessuno più gliela può togliere. Fa una vita normale come avrebbe dovuto farla anche 30 anni fa.

Faccio cose normali, anche con la mia identità violata. Non me ne sono fatta mai un problema, anche perché altrimenti avrei fatto il suo gioco se mi fossi chiusa nella 4 mura di casa”.

Un messaggio che vuole dare alle donne che stanno passando quello che ha passato lei?

“Avere la forza di denunciare. Oggi si sono fatti tanti passi avanti. Se ne parla e molto, ci sono tanti centri antiviolenza. C’è il 1522 a cui uno si può rivolgere.

Ai miei tempi, 10 anni fa, queste cose non c’erano. Tanti passai avanti si sono fatti, perché purtroppo le vittime aumentano. Le donne bruciate e sfregiate aumentano.

Ci sono molte più strade da prendere. La donna deve sapere che dalla violenza se ne può uscire”.

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