Nella spinosa vicenda della demolizione della ciminiera centrale delle ex Ferriere, nell’ambito del progetto di riqualificazione dell’intera area, emerge, dagli atti con cui la Soprintendenza ha dato il via libera all’abbattimento, un particolare piuttosto curioso. Tra le principali cause del cedimento della struttura ci sarebbe anche un “evento calamitoso” del 23 marzo 2001, quando un elicottero della Rai, in volo radente, provocò gravi danni alla ciminiera.
Imperia: la ciminiera ex Ferriere e l’incidente con un elicottero della Rai tra le cause del cedimento
La Soprintendenza precisa che la ciminiera centrale, così come le altre due, è stata costruita tra il 1916 e il 1917. Nel 1925, a causa dei danni subiti durante i bombardamenti della prima guerra mondiale, fu in parte ricostruita e sopraelevata, portata all’altezza attuale di 67,5 m e rinforzata con un’intelaiatura in C.A. ad elementi verticali e circolari. Da quel momento in poi non risultano, secondo quanto riferito dalla Soprintendenza nella propria relazione, interventi di consolidamento ulteriori. Questo sino al 2001, quando si verifica un episodio particolare.
“Dalla consultazione della documentazione agli atti della scrivente – si legge nella relazione della Soprintendenza, inviata per conoscenza all’associazione Italia Nostra, al Comune di Imperia e alla Commissione Regionale per il Patrimonio Culturale della Liguria – […] si evince che la ciminiera è stata interessata da un evento calamitoso provocato dal volo radente di un elicottero della RAI in data 23 marzo 2001, che ha prodotto il franamento della camicia interna della ciminiera stessa, con ostruzione della bocca alla base e danni anche alla bocca superiore e al coronamento. In seguito a tale evento la parte superiore della ciminiera è stata oggetto di intervento di messa in sicurezza, sempre nel 2001, eseguito dalla ditta Agnesi, all’epoca proprietaria. Le indagini strutturali effettuate, condotte a vent’anni di distanza dall’evento sopra richiamato e finalizzate alla valutazione del grado di sicurezza del manufatto in relazione agli interventi previsti nel suo intorno, hanno evidenziato un quadro preoccupante.
Nella relazione redatta dal Prof. Ing. Paolo Napoli del Politecnico di Torino, datata aprile 2021, si evince che
sono state effettuate precise indagini del paramento esterno della ciminiera, l’ispezione della canna interna e le misurazioni geometriche degli spessori della muratura. Queste indagini puntuali hanno evidenziato che la parte in C.A. si trova attualmente in pessime condizioni, con fessurazioni talmente avanzate ed estese da aver disgregato quasi completamente il calcestruzzo, mentre la canna in laterizio è fortemente lesionata, per oltre metà della sua altezza, con fratturazioni ampie, continue e passanti nell’intero spessore”.
La ciminiera non può essere mantenuta nello stato attuale
“E’ stata eseguita – scrive la Soprintendenza – la verifica di stabilità globale della ciminiera (sotto le azioni del vento e del sisma), effettuata, come da normativa, utilizzando le dimensioni e gli spessori rilevati, ma senza tenere conto dei difetti (fessurazioni, cavillature, aree mancanti o deteriorate), considerando il manufatto come un corpo rigido perfettamente integro e quindi, nel caso specifico, prendendo in esame la sola struttura in muratura, lesionata ma meglio conservata, e tralasciando il graticcio esterno in C.A. estremamente degradato.
Le risultanze indicano che l’azione del vento risulta predominante rispetto a quella del sisma, in termini di forze sviluppate sul manufatto, e la ciminiera centrale non risulta verificata al ribaltamento per tale fenomeno; le indagini compiute indicano che non sia possibile mantenerla nel suo stato attuale, con conseguente serio pericolo per la pubblica incolumità e, data la sua altezza (67,5 m), gli effetti del suo ribaltamento si estenderebbero ad una vasta area ad essa circostante, con la possibilità di coinvolgere anche le vicine ciminiere di altezza inferiore”.
Impraticabili i possibili interventi di riparazione
“Sono state ipotizzate le possibili linee di intervento per mettere in sicurezza il manufatto e ovviare al grave problema del ribaltamento, analizzando l’effettiva fattibilità di tali ipotesi in relazione allo stato di fatto e alle modalità operative:
- Sostituzione integrale del rinforzo esterno in C.A., mantenendo le forme dell’esistente ma dotandolo di armatura adeguata a resistere alle sollecitazioni del vento, con contemporanea verifica/rinforzo della fondazione e riparazione/integrazione/consolidamento delle anomalie della parte in muratura, tra cui particolarmente gravi sono le lesioni presenti in tutta la metà superiore e le parti mancanti a seguito del crollo della camicia interna. Tale soluzione, che apparentemente potrebbe consentire di mantenere in opera la ciminiera attuale, in realtà comporterebbe la completa sostituzione del graticcio esterno in C.A. e quindi una trasformazione sostanziale e irreversibile del manufatto.
- drastica riduzione dell’altezza della ciminiera per portarla ad una altezza massima, per motivi statici, indicativamente compresa tra 6 e 9 m, quindi ben al di sotto dell’altezza che aveva prima della
sopraelevazione e corrispondente all’altezza attuale della ciminiera di levante (46 m). Tale intervento comporterebbe comunque la demolizione sostanziale della ciminiera.
l’iter amministrativo di demolizione della ciminiera centrale, lo ricordiamo, è stato oggetto di un esposto in Procura presentato da un gruppo di cittadini rappresentato daMassimiliano Basteris, promotore della petizione contro la demolizione della ciminiera centrale che ha raccolto oltre mille firme.