Chiesti 2 anni e 8 mesi di carcere. Questa la richiesta del PM Gobbi nell’ambito del processo per il pestaggio di Moussa Balde, il 23enne guineano Moussa balde, che morí suicida nel Cpr di Torino dove era ospite in isolamento per motivi sanitari.
Due settimane prima, il 9 maggio 2021, a Ventimiglia, fu vittima di un pestaggio, per il quale oggi in Tribunale a Imperia sono finiti a processo tre imputati, Ignazio Amato, Francesco Cipri e Giuseppe Martinello. Il video della violenza, girato da un testimone, aveva fatto il giro del web, generando grande indignazione in tutta l’Italia.
Imperia: pestaggio Moussa balde, udienza in Tribunale
Oggi, in aula, dinnanzi al giudice Marta Maria Bossi, alla presenza dei tre imputati, Ignazio Amato, Francesco Cipri e Giuseppe Martinello, difesi dall’avvocato Marco Bosio, il Pubblico Ministero, al termine della sua requisitoria, ha chiesto la condanna a 2 anni e 8 mesi di carcere.
La difesa ha chiesto il minimo della pena e il riconoscimento delle attenuanti generiche, visto il risarcimento danni alla vittima (quantificato in 2 mila euro).
La scorsa udienza il giudice aveva ammesso la costituzione dei familiari di Moussa Balde, rappresentati dall’avvocato Gianluca Vitale, mentre aveva respinto quella delle associazioni, Rete Sanremo Solidale, Popoli in Arte e Alternativa Intemelia, rappresentate dagli avvocati Ersilia Ferrante e Maria Spinosi, accogliendo l’opposizione del legale della difesa.
Fuori dal Tribunale, anche oggi gli attivisti hanno organizzato un presidio di solidarietà per Moussa Balde, con tamburi e striscioni. Non sono mancati alcuni momenti di tensione all’uscita degli imputati, presi di mira da alcuni cori e insulti.
Il processo è stato rinviato al 10 gennaio 2023 per la sentenza.
Avvocato Marco Bosio
Il PM ha chiesto 2 anni e 8 mesi di carcere. Lei come ha replicato?
“Ho replicato rivisitando la questione cercando di alleggerire la posizione dei miei assistiti, soprattutto in relazione ai certificati medici che evidenziano un esito che è anche incompatibile rispetto a certi video che sono stati raccolti”.
Gli imputati sono stati chiamati ‘assassini’ dai presenti al presidio fuori dal Tribunale, come commenta?
“Non commento, come ho detto durante la discussione, io i processi li faccio in aula. L’aula è un momento sacro dove vengono rispettate le garanzie. Ciò che accade fuori conta poco. Ci siamo difesi nel processo con argomentazioni che ritengo fondate, nonostante la gravità della questione, ce ne rendiamo conto. Ciò che è accaduto dopo non ha nulla a che vedere con la condotta dei miei assistiti”.
Avvocato Gianluca Vitale
“Il PM ha ricostruito i fatti riconoscendo una notevole gravità. Noi abbiamo tentato di ricostruirli anche facendo riferimento a dati incontrovertibile, come i video, che rappresentano un pestaggio violentissimo nei confronti di Moussa, e che esprime un senso di superiorità nei confronti della vittima da parte degli aggressori. C’è stata una richiesta significativa da parte del pubblico ministero, la difesa ha una impostazione diversa pur riconoscendo la responsabilità dei tre imputati. Vedremo a gennaio cosa deciderà il giudice.
Ontologicamente non amo il carcere, ma il problema è riconoscere la gravità dei quello che è successo al di là della sanzione, quello che è successo nei confronti di un migrante e che sia riconosciuto il giusto risarcimento per quello che è stato il primo dei passi che ha portato alla morte di Moussa Balde nel Cpr di Torino. È a Torino che dovremmo fare il processo principale per quello che è successo, ma nel frattempo credo che anche questo possa essere un passaggio fondamentale nella ricostruzione della giustizia”.