“Imperia Rinasce esprime il proprio sdegno d’innanzi all”ennesima” di Scajola. L’arroganza di un uomo, sindaco di Imperia e Presidente della Provincia , che sentendosi probabilmente al di sopra di tutto e tutti si permette di definire con questo termine volgare “ Minchiata”, la decisione di un giudice che accoglie il ricorso di un cittadino in merito alla legittimità dell’autovelox di Garbella”.
Queste le parole di Imperia Rinasce, in merito alla dichiarazioni del sindaco di Imperia Claudio Scajola sulla recente sentenza del giudice di Pace del Tribunale di Imperia Cristina Zeppa che ha accolto il ricorso di un motociclista, rappresentato dalla Globoconsumatori, contro la multa inflittagli con l’autovelox sito sulla via Aurelia, a Imperia, all’incrocio di Poggi.
Nel corso di una intervista al cronista del nostro giornale, il primo cittadino aveva bollato la sentenza come una “minchiata”.
Imperia: velox Poggi, interviene Imperia Rinasce
“A pochi sarà sfuggita l’esternazione del Sindaco di Imperia il quale, in occasione di un’intervista rilasciata al giornalista Andrea Pomati, a seguito della richiesta di un commento sulla decisione giudiziaria resa dal Giudice Di Pace di Imperia, in merito alla legittimità dell’autovelox di Garbella, si è permesso di definire la Pronuncia “una minchiata”.
Al di la dell’indignazione per l’ennesimo volgare attacco alla Magistratura, posto in essere da chi evidentemente con questi comportamenti rivela di disconoscere principi e valori fondamentali della nostra Costituzione, non possiamo non accusare con sincero timore la sfrontatezza con cui il Sindaco di Imperia, che si esprime in tale veste , si sia permesso di denigrare con un’espressione indiscutibilmente volgare l’operato di un organo fondamentale di garanzia.
Un attacco del genere nulla ha a che fare con la critica lecita; al di la dell’ affronto al Giudice, mette a repentaglio i diritti dei cittadini e la stessa convivenza civile, mettendo in discussione il dovere di tutti di rispettare le regole e vederle pienamente osservate.
La facilità con cui il Sindaco, che dovrebbe per primo dare l’esempio, abbia superato il limite della continenza usando un’espressione inutilmente umiliante ci allarma e ci convince sempre di più dell’imprescindibilità di un cambio di rotta della nostra amministrazione, non potendo più lasciare il bene pubblico nelle mani di chi, con crescente sfacciataggine, si ritiene al di sopra di tutto e tutti.
Le sentenze, anche quelle che fanno male, si appellano Signor Sindaco, non si commentano, e men che meno con pubbliche espressioni scurrili”.