24 Novembre 2024 17:00

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24 Novembre 2024 17:00

Da Chiusavecchia alla Champions League: il premio “Lecca d’Argento” a Stefano Alassio. “E’ come se a consegnarmelo fosse mio padre. Sono un figlio della Valle Impero”/Le immagini

In breve: Stefano Alassio, 42 anni, assistente arbitrale internazionale, originario di Chiusavecchia, ha ritirato il premio "Lecca d'Argento".

“Questo premio ha un significato particolare per me. E’ come se a consegnarmelo, qui, oggi, fosse mio padre”. Con queste parole, commosse, Stefano Alassio, 42 anni, assistente arbitrale internazionale, originario di Chiusavecchia, ha ritirato il premio “Lecca d’Argento” consegnatogli dall’associazione A Lecca di cui il papà, Carlo, scomparso nel 2017, fu co-fondatore e primo presidente. 

Chiusavecchia: a Stefano Alassio il premio “Lecca d’Argento”

Stefano Alassio, alle spalle oltre 100 presenze in serie A e 7 in Champions League (l’ultima delle quali Borussia Dortmund-Manchester City), ha ricevuto il premio dal vice presidente della Regione Liguria Alessandro Piana e dall’assessore regionale Marco Scajola dopo una breve e sentita presentazione da parte della presidente Ina Ramoino e del consigliere comunale, arbitro benemerito, Antonello Motosso.

Ina Ramoino

“La cosa che più mi emoziona è che Stefano è uno di famiglia, figlio del primo presidente dell’associazione a Lecca, Carlo Alassio”

Marco Scajola

“Stefano è un giovane della nostra terra. Si è distinto nella sua carriera professionale, è una persona cara e disponibile. Il suo è un ruolo difficile, delicato, importante. Stefano non solo è un importante riferimento nazionale, ma anche internazionale. Insieme a Davide (Massa, ndr) siete diventati un riferimento per i più giovani. Modelli sani e importanti per i nostri figli”.

Alessandro Piana

“Faccio i complimenti all’amministrazione comunale e all’associazione A Lecca per questa iniziativa. Credo sia il giusto riconoscimento a una persona che tiene alto il nome della nostra valle. Per noi è un piacere vedere ragazzi della nostra valle che ce l’hanno fatto fatta ad arrivare a un successo così meritato. Quello dell’arbitro, dell’assistente, è un ruolo difficile, sempre più moderno. Devono avere la stessa preparazione dei calciatori, ma con una concentrazione maggiore”.

Antonello Motosso

“Stefano ha fatto una carriera a grandi livelli, dopo aver iniziato ad arbitrare nel lontano 1995. Ha fatto parte della squadra arbitrale in tutti e quattro i derby italiani, Samp-Genoa, Roma-Lazio, Juve-Torino e Milan-Inter. Ha 130 presenze in serie A e 7 in Champions League, dove ha esordito con Chelsea-Siviglia. In tutto questo scenario sportivo c’è anche la finale di Coppa Italia Juventus-Napoli. Questo è Stefano Alassio”.

Alessandro Savioli (presidente Associazione Arbitri Imperia)

“Ci tengo a sottolineare la generosità di Stefano. E’ sempre presente sui campi da calcio della nostra provincia per vedere e sostenere un ragazzino magari alla sua prima esperienza. Non è da tutti. Lo ringrazio per questo”.

Stefano Alassio

“E’ un premio particolare. Ha una doppia valenza. E’ come se me lo consegnasse mio padre in questo momento. Questo lavoro mi dà l’opportunità di girare il mondo, ma c’è sempre il richiamo della mia terra. Speri sempre di tornare il prima possibile nella tua terra. Sono orgoglioso di portare in Italia e nel mondo il nome di Imperia e della valle impero, di cui sono figlio. Ho esordito nel 2013, a Udine. Un collega venne in giornata a condividere un momento importante della mia vita e della mia carriera. Era Antonello Motosso, che ringrazio ancora oggi per quel gesto.
Il nostro è un lavoro difficile, molto complicato, ma è quello che mi piace fare. Dico sempre ai ragazzi giovani che la fortuna è quella di svegliarsi al mattino sapendo di fare il lavoro che si ama. 

La passione è lo strumento per raggiungerepropri obiettivi. E poi c’è la bellezza di quello che faccio. Sono fortunato, me lo sono anche guadagnato. Devo dire che è una grande emozione, da Chiusavecchia andare a fare Borussia Dortmun-Manchester City di Champions League.  In Italia ci sono 20 internazionali, due vengono dalle Valle Impero. Con Davide (Massa, ndr) ne parliamo spesso, ci rendiamo conto di fare qualcosa di davvero grande.

Il rapporto con i grandi campioni internazionali? A volte la mente fa dei viaggi rapidi quando sei nel tunnel prima delle partite. Pensi a quando da giovane, da ragazzo, giocavi al campetto con gli amici. Poi ti guardi intorno e vedi grandi campioni, capisci dove sei arrivato. Poi tutto passa e si entra in campo per fare il meglio. E’ il rispetto che ti fa fare bene le cose.

Com’è cambiato il calcio? Noi siamo una componente al servizio del calcio. L’arbitro deve garantire il regolare svolgimento della partita. Niente di più e niente di meno. Certamente parliamo di uno sport radicalmente cambiato sotto il profilo dell’intensità. La preparazione atletica oggi è molto importante”.

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