5 Novembre 2024 23:26

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5 Novembre 2024 23:26

Go Imperia: via libera a proroga al 2023 per la gestione del porto. Scintille in consiglio comunale

In breve: Il voto favorevole dell'assise è arrivato al termine di una discussione molto accesa sulle responsabilità politiche del fallimento, nel 2012, dell'operazione porto.

Via libera del consiglio comunale, questa sera, alla proroga per un altro anno alla Go Imperia della gestione del porto turistico. Il voto favorevole dell’assise (tre astenuti, i consiglieri di opposizione Verda, Abbo e Risso) è arrivato al termine di una discussione molto accesa sulle responsabilità politiche del fallimento, nel 2012, dell’operazione porto.

Go Imperia: rinnovata per un altro anno la gestione del porto. Tensione tra i banchi del consiglio

Ad aprire il dibattito, con la presentazione della pratica, il Sindaco di Imperia, Claudio Scajola.

“Oggi approviamo la proroga del titolo concessorio provvisorio, per l’anno 2023, alla Go Imperia. Sarà l’ultima proroga, perché pensiamo che già nella prossima primavera porteremo in consiglio comunale l’affidamento definitivo del porto turistico alla Go imperia, società in house del Comune. Tutte le pratiche sono completate, restano da assemblare.

Il 5 novembre 2020 l’Agenzia del Demanio ha concluso il procedimento di incameramento delle opere portuali. Sono state incamerate anche le opere non ultimate, aumentando il patrimonio del Demanio, il cui valore cresce avendo inserito, tra le opere incamerate, anche quelle a terra non concluse. Il consiglio comunale del 29 dicembre 2020 ha impartito gli indirizzi per assegnare la gestione del porto turistico alla Go Imperia. Siamo tornati in consiglio per il piano finanziario. Nell’occasione abbiamo verificato che ci sono le forze necessarie per concludere l’operazione porto. Contestualmente abbiamo ridefinito la parte urbanistica per quel che concerne i titoli edilizi scaduti e le normative.

Come più volte affermato in consiglio comunale, abbiamo avuto una vertenza con l’ex progettista del porto (architetto Emilio Morasso, ndr) che sosteneva la tesi della proprietà degli elaborati del progetto porto. Abbiamo nominato i nostri legali, si sono sentiti con l’architetto Morasso. Non si è arrivati a una soluzione. Abbiamo così proposto all’architetto Morasso di modificare il progetto e di renderlo attuabile in linea con le nuove normative. L’offerta non è stata accettata e per questo motivo si è arrivati a una controversia, conclusasi con una transazione tra Morasso e la Go Imperia pari a 100 mila euro. In questo modo la Go Imperia è entrata in pieno possesso del progetto.

A quel punto abbiamo indetto una gara, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale. Tre le manifestazioni di interesse e una sola offerta pervenuta. L’aggiudicatario ha avuto l’incarico di predisporre la parte progettuale. È riuscito a rispettare i tempi, consegnando nella data di ieri, 18 dicembre, un’enormità di documentazione. Questa mattina l’assemblea dei soci della Go Imperia si è riunita per l’approvazione del bilancio 2022, chiuso in parità, con un attivo di circa 7 mila euro. Il professor Rossi, che era stato incaricato dal Comune di Imperia per elaborare un piano di rientro, si è incontrato con la Go Imperia per definire le modificazioni necessarie al piano di impresa della Go Imperia, adeguato alle nuove esigenze.

Abbiamo appreso da notizie di stampa che altri porti avrebbero avuto concessioni più lunghe, per questo abbiamo dato mandato alla Go Imperia di valutare un piano di impresa rivisitato in caso di ulteriore allungamento della concessione.

Siamo alla fine di un lungo percorso e ne sono contento. La vicenda portuale è stata una vicenda pasticciata, in cui ci sono grosse responsabilità da parte di chi fa fatto saltare la baracca tra il 2010 e il 2011, causando un danno enorme per il Comune di Imperia. In primavera il consiglio comunale dovrà approvare l’affidamento diretto alla Go Imperia della concessione pluridecennale per l’ultimazione del progetto portuale. Con la proposta di oggi confermiamo alla Go Imperia la concessione per un anno in attesa che in tempi brevi si arrivi alla chiusura di questa vicenda.

Vicenda nell’ambito della quale abbiamo dovuto sgrossare e districare 400 ricorsi, un’infinità di cause. Abbiamo fatto un lavoro immane per riuscire a uscire da questo groviglio in cui era finita la città di Imperia. Spero sia il penultimo atto sul porto di Imperia“.

Roberto Saluzzo

“Sento continuamente parlare di qualcuno che ha fatto saltare la baracca. Ecco, quella persona, è bene ricordarlo, è Caltagirone. Non qualche consigliere di opposizione. Il progetto presentato dal Comune prevede un albergo, ho il dubbio che sia un progetto di interesse pubblico, che un albergo possa essere realizzato da un soggetto pubblico. Credo si debba fare attenzione sul fatto che sia necessario o meno fare una richiesta di concessione a doppio indirizzo, oppure addirittura una doppia concessione. Non sono convinto che il Comune possa realizzare e dare in concessione un albergo”.

Fabrizio Risso

“Ogni anno, a fine anno, arriva in consiglio la pratica del porto. Auspico che possa esserci una comunicazione costante con il consiglio comunale perchè si tratta di una pratica di natura straordinaria che riguarda le prospettive economiche, future, della città. L’invito che faccio al Sindaco è di tenere aggiornato il consiglio comunale attraverso le apposite commissioni. Ritengo interessante la prospettiva di un aumento della durata della concessione demaniale. Sulle opere a terra, penso sia importante fare una riflessione visto che le prospettive economiche sono profondamente cambiate. Nessuno ha gioito sulle vicende negative del porto. Non sono gli esposti che hanno fatto crollare il porto. L’atto di decadenza della concessione è stato firmato perché mancavano i sal,  gli stati di avanzamento lavori del porto. Il porto è stato sempre visto da noi come un’opportunità, ma c’erano tante cose che non quadravano. Le tante cause che ci sono state è perche molte persone hanno investito nel porto perche tra i soci c’era il Comune che avrebbe dovuto fare da garante”.

Guido Abbo

“Quella del porto è una pratica epocale. E’ una vicenda che ha inciso sul mio impegno politico. Me ne sono occupato direttamente. A differenza di quanto pensavo, le pratiche del porto sono state tra quelle più condivise, votate favorevolmente perché in linea con il percorso delineato nel 2014 dall’amministrazione precedente, ovvero quello di un porto pubblico, con affidamento della gestione alla Go Imperia.

La progettazione mi preoccupa molto. I volumi a terra mi preoccupano molto sotto il profilo dell’impatto ambientale. Un’opera di queste dimensioni temo non sia sostenibile, richiederebbe investimenti notevolissimi. C’è il fortissimo rischio che non si riesca a maturare questo percorso. Il Sindaco ha il complesso di Icaro. Vuole sempre volare più alto, non gli basta mai, poi sappiamo che fine ha fatto Icaro.

Le colpe del fallimento dell’operazione porto non sono di chi ha fatto gli esposti. Le colpe sono di Caltagirone. L’Acquamare (società che costruì il porto turistico, ndr) chiuse il bilancio 2011 con 180 milioni di euro di perdita. Era una società in attivo, ma utilizzò le risorse per salvare Acquamarcia, la società capofila del gruppo Caltagirone, facendo fallire l’operazione porto. Le colpe sono della classe politica che costruì e avallò quel modello. Le elezioni hanno detto che i cittadini di Imperia non hanno condiviso questa ricostruzione, visto che avete vinto. Chiedere scusa, però, Sindaco, è un sinomimo di grandezza. Lo faccia. Dal 1983 ad oggi, ha impiegato 39 anni per finire il porto. Non mi sembra proprio espressione della politica del fare”.

Giovanni Montanaro

“Questo è un tema molto delicato, perché coinvolge non solo la cittadinanza, ma anche tante persone, a livello personale. Attività fallite, persone che hanno fatto investimenti e li hanno visti vanificare. Oggi siamo qui per votare  se concedere alla Go Imperia un anno di proroga. Io non leggo, all’ordine del giorno, di piani economico finanziari, di progetti. C’è chi in campagna elettorale parlava di porto pubblico e ora dice che ha dei dubbi sul porto pubblico? Ci vogliamo mettere d’accordo? Oggi il porto è diventato il volano della città. E ieri? Oggi il porto è riconosciuto come il volano della città, 10 anni fa sentivo dire da qualcuno che sperava sprofondasse. Bisogna prendersi le proprie responsabilità”.

Andrea Landolfi

“Non si perde occasione, in questo consesso, per evocare situazioni del passato. Amare. Oggi tutti vedono nel porto un volano per far ripartire la città. Il porto ha convogliato su se stesso odio, astio, avversità. Ricordo libri bianchi, manifestazioni contro il porto, sentenze che ci hanno portato, oggi, ad avere nulla. Chi in passato era seduto all’opposizione, chi ha gioito per la caduta del progetto porto, dovrebbe farsi un esame di coscienza approfondito. La vera responsabilità è stata la decadenza della concessione, tornata al demanio.

Qualcuno ha studiato il bilancio di Acquamare, ma si è scordato di studiare il bilancio del Comune di Imperia. E infatti ci siamo trovati 18 milioni di euro di debiti. Il porto di Imperia è un casino. Il Sindaco dal primo giorno ci ha messo la testa. Abbiamo rifatto la città, fatto numerosi interventi. Quelli, a quanto pare, ce li dimentichiamo”.

Luca Falciola

“Se rievocassimo il passato, rievocherei i bilanci presentati dall’allora assessore Abbo o le dimenticanze che hanno portato il Comune di Imperia nell’occhio della Corte dei Conti. Dovremmo chiedere scusa su cosa? Su quello che era Caltagirone dell’epoca? Uno dei maggiori imprenditori italiani? Dobbiamo dire grazie al Sindaco per l’idea, ma anche a Gaggero, a Sappa, a chi oggi non c’è piu, come Domenico Gandolfo e Rodolfo Leone. Tutte persone che sono rimaste colpite dalla vicenda porto. Le inchieste a cosa hanno portato? A nulla. L’unica sanzione è stata una ammenda a 300 euro da parte della Corte d’Appello di Torino. Il capannone, contestato come abusivo, è stato abbattuto per un errore di calcolo minimo. Si può dire che c’è stato il rischio concreto che questo porto non fosse mai ultimato. Grazie a questa amministrazione questo porto sarà completato e avrà tutte le carte in regola per rendere Imperia la città che vogliamo”.

Daniele Ciccione

“Abbiamo risolto la vertenza Morasso, abbiamo incamerato i beni del porto, comprese le opere non finite, abbiamo trovato i fondi per il completamento dell’opera. Oggi confermiamo il rinnovo della concessione alla Go Imperia per poi, finalmente, rilasciarle una concessione pluridecennale. Tutto quello che ho sentito dire dalla minoranza non ha alcun senso”.

Davide La Monica

“Ritengo che il futuro della città di Imperia sia collegato a quello del porto turistico. Siamo tutti ormai convinti dell’innata vocazione turistica di Imperia. Dieci anni fa, però, questa idea non era condivisa da tutti. Il centrosinistra ha fatto di tutto contro questo porto. Si è arrivati a dire che il futuro dei giovani imperiesi sarebbe stato quello di lucidare gli yacht. Gran parte di quella sinistra oggi non c’è più in consiglio comunale e vedo con piacere che nel frattempo in tanti hanno cambiato idea. Il Sindaco Scajola per primo ha avuto la visione del porto turistico. Il rinnovo annuale della concessione è propedeutico al rilascio della concessione ultradecennale. Diversi scali hanno ottenuto concessioni anche di 65 anni. Giusto pensarci anche per Imperia, perché concessioni più lunghe permettono una maggiore capacità di gestione”.

Gianfranco Gaggero (commosso durante il proprio intervento)

“Io credo che nella storia di una città ci siamo momenti importanti. Per la nostra città un momento irripetibile è stato il porto. Un porto che poi è diventato una scialuppa e si è aggrovigliato. All’epoca c’era un clima avverso con qualcuno che voleva fare affogare questa scialuppa. Insieme ad altre persone che oggi non ci sono piu c’ero anche io. L’episodio che più mi ha segnato è stato quello della demolizione del capannone. La perfetta sintesi di quello che accadde in quel periodo. Fu demolito perché più alto di 18 cm, nonostante ci fosse già una soluzione tecnica per rimetterlo a posto. Tutto quello che è rimasto del capannone oggi è accatastato ad Arma di Taggia. Quando il capannone fu demolito io dissi, il porto non si farà mai.

Questa pratica mi ha sempre commosso. Questo può essere il penultimo step per il completamento del porto. Tutti gli imperiesi dovrebbero essere orgogliosi. Il porto era un groviglio inestricabile, voi siete rusciti a districarlo e questo mi fa dimenticare il passato. Non mi interessa cosa fate, il progetto. Mi interessa che venga finito. Io sono felice per i miei figli e per tutti i vostri figli se il porto verrà finito. Perche Imperia avra un casinò. E di questo godrà tutta la popolazione di Imperia”.

Claudio Scajola

“Non si nasce imparati. Bisogna studiare. Il porto di Andora, con licenza del Comune, ha un hotel a 4 stelle e esercizi commerciali. Dunque è possibile, per il Comune, gestire un hotel. Tutti sanno che ci siamo mossi su un crinale difficilissimo per non dover riprendere il progetto dall’inizio. Chi non lo riconosce è in malafede. Abbiamo utilizzato i migliori atteggiamenti e grandi professionisti perché il Demanio accogliesse la nostra richiesta, per convincerli a un concetto di cui eravamo convinti, ovvero incamerare anche le opere non finite.

Abbiamo fatto un lavoro immane, compresi i legali che hanno trattato con i possessori di barche per trovare le forme migliori di pacificazione. Noi vogliamo un gestione in house perché abbiamo un piano economico in grado di autofinanziarsi.

Non si può criticare il sistema di allora, un terzo-un terzo-un terzo. Il Comune non poteva, allora, fare il porto con i propri finanziamenti. Il progetto che andremo a valutare oggi ha un valore di 120 milioni. Cifre diverse da allora, quando ci volevano i privati. All’epoca avevamo fatto un’opera lodevole. Il Comune, senza metterci una lira, poteva prendersi un terzo del porto.

Per l’operazione porto mi sono preso una comunicazione giudiziaria per associazione a delinquere su indagini fatte con i piedi che hanno portato a processi penali che hanno avuto gli esiti che conosciamo. E’ vero, ho una responsabilità politica enorme. Nel 1983 ho iniziato a parlare del porto turistico, quando qui si voleva ancora un porto commerciale. Del porto turistico mi prendo volentieri la responsabilità politica.

Anche quando decidemmo di fare la piscina ci fu la guerra perché levavamo spazi commerciali al porto di Porto Maurizio.

Lo sviluppo di Imperia si basa sul porto turistico. Lo dicevo già allora perché il mondo stava cambiando. L’ultima volta che mi sono candidato Sindaco l’ho fatto sapendo che sarebbe stata una fatica immane risollevare una città che stava morendo. L’ho fatto forse per un peccato di presunzione, perché pensavo che sarei riuscito a uscire dal pasticcio porto e ho lavorato giorno e notte per far ripartire un’opera incompiuta.

Il porto è un volano fondamentale per la città. Abbiamo bisogno di una sistemazione alberghiera migliore o no per la nostra città? O vogliamo fare un altro esposto? Questa è la filosofia del no, del contro. Cerchiamo insieme le vie di uscita. La stragrande maggioranza della città vuole che la città cresca. Così voi perderete sempre. Io non voglio farmi intimorire da cose non studiate che mi fanno perdere tempo. Questa città sta crescendo. Io ricerco un rapporto collaborativo.

Siamo contenti per quello che stiamo facendo, anche per quelli che non ci sono più, perchè penso saranno contenti per quello che stiamo facendo. Vennero indagati, insultati, a causa di un clima orribile che c’era in città. Non vorrei che si riproponesse, ho già visto alcuni segnali”.

 

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