Imperia perde un pezzo di storia del commercio onegliese, tutta a conduzione familiare. Dopo 49 anni, infatti, ha chiuso i battenti la Pescheria Le Sirene nel mercato coperto di piazza Doria.
Ad annunciare la chiusura della storica attività i titolari, con un post su Facebook. “Col 2022 si chiude definitivamente l’attività portata avanti prima dai miei genitori poi da me e mia sorella e infine da me per un totale di ben 49 anni. A malincuore vi saluto e ringrazio tutti i cari clienti e gli amici che in questi anni ci hanno sostenuto”
Imperia: chiude la Pescherie Le Sirene
“La nostra attività è iniziata nel 1973 – racconta Gabriella Biscotti – aperta da mia madre Talladira Antonia, quando ancora il mercato dedicato alla vendita del pesce era composto da vari banconi in marmo. Erano parecchie le donne, quasi tutte mogli di pescatori. Poi, pian piano, rimase mia mamma a vendere il pesce insieme a un altro pescivendolo, ai quali venne data la possibilità di fare ognuno un box con la propria cella frigorifera.
Ad aiutare mamma c’era anche papà, da tutti conosciuto come Talladira, nome che poi è passato inevitabilmente anche a noi figlie, e così è rimasto, anche se in realtà il nostro cognome è Biscotti.
Nel 1991, finita la scuola dell’ obbligo, e non avendo voglia di proseguire gli studi, ho iniziato ad appassionarmi al lavoro dei miei genitori che è diventato il mio mestiere.
Nel 1998 , per mia mamma è arrivato finalmente il momento di andare in pensione e la licenza è passata a me e a mia sorella che nel frattempo si era aggiunta alla squadra.
E’ iniziata così la storia dellla nostra società all’interno del mercato coperto. Pescheria “Le Sirene”.
Negli anni sono passate a comprare da noi tantissime famiglie di Imperia e dei paesi dell’entroterra. Clienti venivano in ferie e si trovavano talmente bene che ogni volta che scendevano venivano direttamente da noi.
Anche le varie emittenti televisive, quando dovevano fare delle riprese riguardanti le attività della pesca di Imperia , solitamente passavano prima dall’asta del pesce e poi da noi. Ricordo ad esempio “Linea Blu” e “A conti fatti”.
Negli anni però il mercato è stato abbandonato a se stesso, i pochi lavori per il mantenimento sempre molto approssimativi. Pochi tapulli” e mal fatti.
Hanno iniziato a chiudere le attività, un po’ perché il posto non attirava più come una volta, un po’ perché le spese erano tante e molti non ci stavano dentro.
Nel 2016 ha chiuso anche l’Agnesi, fabbrica nella quale mio marito lavorava da 25 anni. Nel 2018 mia sorella è stata assunta dalla grande distribuzione e io ho pensato così di farmi aiutare nell’attività da mio marito che in 2 anni non è riuscito a trovare uno straccio di lavoro. Purtroppo però è arrivato il 2020, anno disgraziato, oltre al Covid e al lockdown, un aumento folle delle spese per la concessione. Una dopo l’altra hanno chiuso tutte le ultime attività rimaste nel mercato coperto. Siamo rimasti in tre.
Due mesi fa, in vista di una ristrutturazione che non so quando avrà inizio, dato che c’è stata annunciata tre anni fa, e visto che con l’inizio dell’anno nuovo avrei sicuramente avuto un aumento della bolletta della luce, con il contratto in scadenza, ho deciso di fare domanda anch’io alla grande distribuzione. Così è finita la mia storia di commerciante autonoma. Per mia fortuna, anche se ho 47 anni, sono stata assunta dalla ditta Arimondo che mi ha dato fiducia ed io spero di non deludere. Ora lavoro al Pam del Prino”.