23 Dicembre 2024 03:27

23 Dicembre 2024 03:27

Imperia: caso balcone, tensione in consiglio. Lanteri: “Siamo stati fessi”. Scajola: “Colpa dell’andazzo che c’era in Comune”

In breve: Tensione in consiglio comunale ieri sera, 9 gennaio, nella discussione sulla sentenza con il quale il Tar Liguria ha condannato il Comune di Imperia al pagamento di 3 mila euro per un provvedimento di demolizione di un balcone ritenuto illegittimo. 

Tensione in consiglio comunale ieri sera, 9 gennaio, nella discussione sulla sentenza con il quale il Tar Liguria ha condannato il Comune di Imperia al pagamento di 3 mila euro per un provvedimento di demolizione di un balcone ritenuto illegittimo. 

Imperia: caso balcone, la discussione in Consiglio. Attacco di Scajola all’urbanistica

Luca Lanteri

“Non siamo in zona A, ma siamo in zona BS e siamo stati così fessi di andare a fare un provvedimento negativo in zona Bs? Io vorrei vederlo il parere degli uffici. Come hanno fatto a scrivere una cosa del genere? In una zona Bs è consentito tutto, è chiaro che ha vinto questo signore al Tar.

Bisogna essere più attenti. Massima fiducia verso chi lavora, perché si può anche sbagliare, ma in questo caso mi sembra una cosa abnorme. Vorrei vedere come hanno fatto gli uffici ad avere una svista così macroscopica. Come si può andare a dire che in zona Bs non puoi fare un terrazzo, davanti a una norma scritta in modo chiaro ed evidente?

Io mi domando se in quel momento i nostri uffici hanno lavorato con serietà e coscienza o se qualcuno ha preso un abbaglio. E a maggior ragione non ci si doveva buttare poi in una vicenda legale. Capendo di avere sbagliato si poteva evitare di fare una pessima figura”.

Roberto Saluzzo

“Ci sono delle regole, bisogna rispettarle, non ci sono figli e figliastri. Io mi accodo alla richiesta del consigliere Lanteri per vedere il provvedimento. E’ ovvio che una volta che viene fatto il ricorso contro il provvedimento di demolizione, in autotutela si risparmiano tremila euro. Mi sembra che ce l’andiamo sempre un pò a cercare. Chiederei di fare più attenzione. Se le regole ti dicono che si può fare come si fa a dire di no”.

Giuseppe Fossati

“Francamente sentire un consigliere comunale, ex assessore all’urbanistica, che da dei fessi ai suoi ex dipendenti è una cosa che fa male. Non da del fesso a me, all’amministrazione, ma ai nostri dipendenti che lavorano sempre con coscienza e attenzione. Possono anche sbagliare, in questo caso prendiamo atto che hanno commesso un errore. Ne prendiamo atto e prendiamo atto di quello che ne consegue. Le sentenze vanno rispettate. Io non mi sento di dare dei fessi ai nostri dipendenti, non lo accetto. Fanno il loro dovere, possono anche sbagliare. Chi non fa non sbaglia”.

Roberto Saluzzo

“Io non do del fesso ne ai dipendenti comunali, ne a lei. Non mi permetto. Tutti possiamo sbagliare, ma siamo andati da un consulente legale che non si è costituito perché ha detto che era una causa persa. Nessuno è fesso, in buona fede sarà stato fatto un errore, in buona fede bisognava approfondire invece di andare in causa . Quando si è visto che non c’erano grandi speranze, bisognava ritirare l’atto in autotutela. Si può sbagliare, il problema è perseverare. Li c’entra la parte politica che dice andiamo avanti. Qualche volta bisogna alzare le mani e dire abbiamo preso una cantonata”.

Luca Lanteri

“Io non ho dato del fesso a nessuno, ma anche qualora fosse, la pregherei domattina di chiamare tutti i dipendenti dell’ufficio urbanistica e di dirgli ‘ieri Luca vi ha dato del fesso‘. Non si offenderanno, stia tranquillo. Perché sanno come mi sono sempre comportato, sanno che la normativa l’ho sempre lasciata al di sopra di ogni cosa. Evidentemente in questi ultimi anni non è più stato così, spesso la normativa è diventata oggetto di discussione di carattere amministrativo, cosa che non dovrebbe succedere. Motivo per il quale nel momento in cui ci si è accorti che non si era presa la strada corretta, si poteva fare retromarcia e chiedere scusa a questo povero signore. Che non ha presentato una richiesta di costruire, ma una Scia che poteva tranquillamente andare avanti e questa gli è stata annullata dal Comune. E’ la giunta che avrà deciso di andare in giudizio, bastava un pò di buon senso. La responsabilità di questo debito ve la prendete voi”.

Claudio Scajola

“Non c’è dubbio che questa pratica nasce male. Ma nasce male per un andazzo che c’era in questo Comune per cui hanno ritenuto in tanti, destra, sinistra, centro, verde, giallo, rosso, con le abitudini inserite da chi ha guidato il Comune e gli assessorati all’urbanistica, che la Scia fosse intoccabile. Cioè, siccome hanno fatto la Scia, hanno diritto di fare quello che vogliono secondo quanto previsto dalla Scia.

Parliamo di un palazzo che è importante, in via della Repubblica, e che ha una sua facciata con i terrazzini che sono posizionati in maniera architettonica e omogenea. Invito chiunque a passare li davanti e a vedere, con una valutazione molto leggera.

Mi è stato risposto, a me, che era abitudine invalsa, le Scia sono intoccabili. Non capendo che le Scia vogliono dire un’altra cosa, vogliono dire semplificazione. Te la guardi, se è conforme vai avanti se no interrompi e chiudi.

Non è stato fatto questo ed è nato questo pasticcio. Quella della Scia era un’abitudine di dire va bene così. Non è che uno si  può inventare che dove ha una finestra ci fa un balcone e che questo possa essere avulso da una valutazione architettonica della facciata. E non si può pensare che gli uffici pensino che va bene così perché si è sempre fatto così. E cioè di fronte a una Scia non si guarda neanche e chi presenta il progetto si fa i lavori.

Questa è la morale della vicenda. Poi c’è la pratica, la forma, abbiamo sprecato 3 mila euro. Io sono indeciso se fermarmi qua o andare avanti. Non so cosa faremo adesso. Perché la cosa gravissima è che sia invalsa l’abitudine che secondo chi presenta un progetto o sponsorizza un progetto, questo abbia luceverde. Non è così, o almeno con questa amministrazione e da quando ci sono io non è così. Diciamo che non è più così. Ora nel caso della pratica specifica, abbiamo impugnato. Si è un pò pasticciato, era già passato il termine. Alla fine il Comune ha perso. Se così sarà, è un dispiacere. Però mettiamo la mano qua (sul cuore, ndr)  e guardiamo ognuno di noi cosa ha fatto negli anni passati per evitare che si fosse abituati a credere che l’urbanistica dovesse essere gestita in quel modo li”.

 

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