“Ryan sta moto meglio, continuano i miglioramenti giorno dopo giorno. Finalmente è tornato a sorridere“. Queste le parole di Simone, padre di Ryan, il bambino di 6 anni attualmente ricoverato all’Ospedale Gaslini di Genova dopo che, il 19 dicembre scorso, è stato trovato gravemente ferito e incosciente in zona Gallardi nella città di Ventimiglia.
Imperia: bambino picchiato a Ventimiglia, il papà Simone ascoltato in Procura
Sia il compagno, 74enne, che la nonna sono indagati per lesioni gravissime e nelle ultime settimane sono finiti al centro dell’attenzione mediatica attraverso numerosi articoli sia locali che nazionali, comparendo anche in trasmissioni televisive.
Oggi, 12 gennaio, il padre, accompagnato dall‘avvocato Maria Gioffrè, è stato ascoltato in Procura a Imperia. Prevista anche l’audizione della madre e, nelle forme protette, del fratellino minore di Ryan.
“Massima fiducia nella Magistratura e nel Commissariato di Ventimiglia – dichiara l’avvocato Maria Gioffrè – Oltre ad usare la delicatezza necessaria in un caso del genere, stanno eseguendo le indagini con una determinazione che siamo veramente contenti di vedere.
Massima fiducia nella dottoressa Marrali che è titolare del fascicolo e ricordiamolo, coordinatore fasce deboli della Procura della Repubblica. Massima fiducia in tutti i Procuratori, che stanno collaborando su questo caso”.
“Un momento molto delicato – prosegue Simone – non voglio rilasciare alcuna dichiarazione, ha già parlato il mio avvocato.
Ryan sta moto meglio, continuano i miglioramenti giorno dopo giorno. Finalmente è tornato a sorridere”.
C’è chi vuole gettare ombre? Si parla di una terza persona?
“C’è un segreto istruttorio in corso e non vogliamo assolutamente dire delle cose che possano ledere questo segreto – puntualizza l’avvocato Gioffrè.
Questo gioco di gettare fumo negli occhi, di inventarsi una terza persona, mi ricorda molto il gioco dell’inventiamoci un incidente stradale.
Ha lo stesso valore allo stato degli atti. Le indagini sono in corso, ma ricordiamoci che nel registro degli indagati ci sono due iscritti e non tre”.
“Dare colpi di testa – conclude Simone Costanza – in questo momento serve solo a peggiorare la situazione, a rallentare le indagini. Inutile rispondere alla violenza con altra violenza”.
L’avvocato, infine, ha voluto lanciare un appello a “chiunque abbia visto. Chiunque sa, vada dai Carabinieri, dalla Polizia, dalla Procura. Non fatevi giustizia da soli.
L’ultima cosa che vogliamo è che l’attenzione della Magistratura venga posta dal fascicolo di Ryan, che è la priorità, al fascicolo di ‘tizio’ che aggredisce fisicamente i nonni.
Per il momento non ci serve questo. Ryan deve avere tutte le attenzioni che merita”.
Parla Luca D’Auria, l’avvocato della madre di Ryan
“Stamattina erano presenti in Procura sia la madre che il padre. Io sono qui per rappresentare la mamma che è molto provata, come chiunque può immaginare.
C’era anche l’altro bambino. Per tutti non sono momenti facili, come è sempre in queste vicende”.
Sono emersi particolari in più?
“No, il PM sta svolgendo le sue indagini. Lo fa in maniera molto riservata, anche nel rispetto delle persone e del bambino che è ancora in ospedale”.
Anche il bambino più piccolo è stato ascoltato’
“Questo modo di dire sembra un po’ un interrogatorio. Il bambino ha preso contatto con la Procura della Repubblica, però non è stato un atto giudiziario di quelli tipici”.
Il quadro potrebbe coinvolgere anche il secondo bambino?
“No, il secondo bambino vive questa situazione tragica per il fratello. Per lui è emotivamente coinvolgente”.
Ci sono ulteriori novità alle lesioni gravissime?
“No, le lesioni gravissime sono il titolo di reato. La Procura sta cercando di capire quello che è successo.
Ho preso contatto con questa vicenda da poche ore. Non è del tutto evidentissimo che cosa sia successo, come è normale. Sono i primi atti di indagine”.
Il movente rimane nel mistero?
“Molto spesso nelle vicende così tragiche il movente è un mistero. Un mistero per tutti quelli che si approcciano a queste storie. Sembra impossibile, quello che purtroppo poi accade lo vediamo spesso.
I difensori della famiglia delle persone offese ovviamente attendono lo sviluppo delle indagini, il loro esito. Eventualmente, se ce ne sarà bisogno, la nomina anche da parte nostra di consulenti. Bisogna vedere un po’ quale sarà lo sviluppo successivo delle indagini”.