Nuova udienza oggi in Tribunale a Imperia nell’ambito del processo che vede sul banco degli imputati l’ex dirigente scolastica Daniela Pistorino (difesa dall’avvocato Antonino Favazzo, subentrato al legale Maria Claudia Giordano del foro di Messina), rinviata giudizio con le accuse di peculato, minaccia, violenza privata, diffamazione, maltrattamenti, dinnanzi al collegio composto dai giudici Carlo Indellicati, Francesca Minieri e Antonio Romano (Pm Luca Scorza Azzarà).
La denuncia, lo ricordiamo, è partita da 15 persone offese (tra insegnanti e personale scolastico dell’istituto).
Durante la scorsa udienza il collegio ha preso atto della revoca delle 7 parti civili già costituite (rappresentate dall‘avvocato Tito Schivo del foro di Imperia e Simone Mariani del foro di Savona), in quanto è stato trovato un accordo con l’imputata, con un risarcimento e il pagamento delle spese di costituzione. Rimangono in piedi i reati perseguibili d’ufficio.
Oggi è proseguita l’escussione dei testimoni della pubblica accusa (24 in totale), che continuerà nelle prossime udienze.
Tra le parti offese anche il Ministero dell’Istruzione, che non è costituito parte civile.
Imperia: ex preside Istituto Marconi a processo. In aula continuano le testimonianze dei docenti
“La querela inizialmente era nata nei confronti del collaboratore della dirigente – spiega il docente ascoltato questa mattina – in quanto stava cercando di togliermi le retribuzioni che mi spettavano da contratto asserendo che il contratto stipulato a inizio anno avesse dei difetti. Al momento della querela i carabinieri mi fecero domande anche sulla dirigente scolastica e io ho spiegato come venivano trattati i collaboratori e i docenti.
Inizialmente i rapporti con la preside erano buoni, eravamo contenti di avere una preside dopo anni di reggenza. Con il passare del tempo c’è stato un irrigidimento inspiegabile nei nostri confronti. Sono stato anche destituito da ogni incarico extra, ovvero le quattro ore aggiuntive di insegnamento.
Aveva un atteggiamento di scherno nei miei confronti. Durante i consigli di classe e gli scrutini urlò nei miei confronti, mi minacciò di essere trasferito nella sede più lontana senza darmi delle motivazioni nonostante io le avessi scritto più volte per capire cosa fosse successo.
A fine dell’anno l’intera segreteria chiese il trasferimento, circa 7-8 persone, e anche diversi docenti, tra cui io. Alcuni hanno aspettato sperando in un trasferimento della dirigente, ma visto che non è avvenuto l’anno dopo hanno chiesto il trasferimento”.