Ventidue anni di carcere. Questa la sentenza di condanna pronunciata oggi in Tribunale a Imperia dalla Corte d’Assise (presidente Carlo Indellicati, Antonio Romano a latere) nell’ambito del processo per l’omicidio di Kissmill, migrante sudanese, avvenuto a Ventimiglia il 26 novembre 2021. La corte ha riconosciuto le attenuanti generiche e ha escluso i futili motivi.
Sul banco degli imputati Mohammed Alfadel, 32 anni, sudanese, difeso dall’avvocato Stefania Abbagnano.
Il PM Luca Scorza Azzarrà, nel corso della scorsa udienza, aveva avanzato la richiesta di condanna a 23 anni e 6 mesi di carcere.
Il corpo senza vita del giovane migrante era stato trovato sotto il cavalcavia di Roverino, a Ventimiglia.
Imperia: migrante ucciso a coltellate, 32enne condannato a 22 anni di carcere
Pubblico Ministero
“Dalle consulenze – ha affermato il PM nelle repliche prima della sentenza – è emersa la capacità di intendere e volere dell’imputato. È pacifico quello che è accaduto, è stato ricostruito anche con le immagini, ovvero che l’odierno imputato abbia colpito con numerose coltellate la vittima, deceduta in conseguenza di questi colpi inferti.
La vittima è stata descritta come vessatore e prepotente, ma questa circostanza non è stata confermata da nessun’altra parte oltre alle dichiarazioni dell’imputato. L’unico dato presentato da uno dei testi è stato che il defunto sottraesse dei liquori.
È stata un’aggressione unidirezionale con una portata tale da consentire che l’intervento cagionato fosse ben presente nella mente dell’autore”.
Difesa imputato
“È stato accertato da due testimoni che la vittima fosse dedita ai furti. Ciò che dava fastidio al mio cliente era che la vittima rubasse delle cose e le nascondesse nel suo capanno. I testimoni parlano di colpi, questo ci fa capire che siano stati reciproci.
Il gesto è stato terribile, ma non ha tirato calci per cattiveria bensì per eccesso di rabbia. Aveva già capito a cosa sarebbe andato incontro”.
Dopo poco più di un’ora di camera di consiglio, la Corte d’Assise ha pronunciato la condanna a 22 anni di carcere.
“Il giudice ha riconosciuto le attenuanti generiche e ha disatteso i futili motivi – ha commentato l’avvocato della difesa Stefania Abbagnano – questo ci fa essere soddisfatti della sentenza”.
Le motivazioni saranno depositate tra 90 giorni e a quel punto la difesa valuterà se ricorrere in appello.