“È Il Festival della Musica italiana. Questo dovrebbe essere” – Intervengono così le Sardine Ponentine, in merito alla decisione di Amadeus di ospitare un videomessaggio del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, nella serata finale del Festival di Sanremo, l’11 febbraio.
Zelensky al festival di Sanremo: la rabbia delle “Sardine Ponentine”
“Ormai da anni, le 5 serate sono teatro di battaglie sociali di ampio impatto: a turno i conduttori del Festival si fanno portatori, attraverso ospiti, o co-conduttori e co-conduttrici, della lotta contro il razzismo, contro i femminicidi, contro le mafie. Battaglie sacrosante.
Ma quest’anno, il direttore artistico ha accettato di regalare uno spazio al Presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj; uno spazio, a nostro avviso, di unico respiro propagandistico.
Difendiamo l’idea di riempire intervalli del programma con monologhi, canzoni, dialoghi di sensibilizzazione, ma un presidente di una nazione in guerra è propaganda sulla pelle di soldati, cittadini, che vivono l’incubo della guerra o che si sono visti costretti a mollare tutta la loro vita, per cercare riparo in paesi completamente sconosciuti.
Troviamo anche ingiusto che, anche in questo caso, ci sono guerre e cause di serie A e di serie B: perché non lasciare spazio ai palestinesi, in guerra da che se ne ha memoria, alle donne afghane, che hanno perso il diritto di vivere in qualità di esseri umani.
E se si vuole toccare il tema guerra, perché non promuovere la pace, perché non invitare il Nobel per la pace?
Oltre a essere propaganda, è pure della più becera e ipocrita.
Invitiamo le associazioni e i singoli cittadini che condividono il nostro sdegno, a copiare e incollare il comunicato sulle proprie pagine social con l‘#nopropagandaalfestival e #cittadiniperlapacesanremo, come nostra firma.
Ci opponiamo a qualsiasi forma di violenza e di guerra, sia diretta che indiretta!”.