23 Dicembre 2024 05:24

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Imperia: “Mio padre sopravvissuto ad Auschwitz”. L’Onorevole Fiano si racconta. “Ho imparato importanti valori e insegnamenti” / Foto e video

In breve: L'On. Fiano è stato ospite ieri sera a Imperia alla cena del circolo del PD imperiese, alla presenza di amici, iscritti, dirigenti e simpatizzanti

“Mio padre mi ha trasmesso grande ottimismo, grande forza di volontà. Mi raccontava che nella baracca di Auschwitz quando si trovava con i compagni tra loro si dicevano, per farsi coraggio, che se quello era il punto più nero della notte l’alba era più vicina. Il che aveva un significato opposto a quello che volevano i nazisti, ovvero uccidere in loro qualsiasi speranza”. Queste le parole dell’On. Emanuele Fiano, figura di grande valore personale e culturale del PD nazionale, Presidente emerito della Comunità ebraica di Milano, figlio del deportato e sopravvissuto Nedo al campo di sterminio di Auschwitz.

L’On. Fiano è stato ospite ieri sera a Imperia alla cena del circolo del PD imperiese, alla presenza di amici, iscritti, dirigenti e simpatizzanti, presso il ristorante Dalla Padella alla Brace. Un’occasione per il circolo cittadino, che in questi giorni sta lavorando per addivenire ad una conclusione di sintesi politica sull’alleanza e sul candidato alla carica di Sindaco della città di Imperia per le prossime amministrative 2023, per parlare di politica legandola alle celebrazioni del giorno della Memoria che hanno visto Emanuele impegnato prima nella provincia di Savona e poi a Bordighera, accompagnato dai referenti ANED, per numerosi impegni istituzionali.

“Ringraziamo l’amico Emanuele per aver partecipato con entusiasmo all’iniziativa che abbiamo organizzato e che ha rappresentato per tutti i partecipanti un’occasione di approfondimento culturale che, dopo un’attenta analisi della situazione nazionale, si è incentrata sulla riflessione attorno ad alcuni degli interrogativi alla base del suo ultimo libro “Ebreo. Una storia personale dentro una storia senza fine”: “Cosa vuol dire essere ebrei? Vuol dire essere fedeli di una religione? Oppure sentire di far parte di una tradizione o di una storia particolare?”.

L’intervista all’On. Emanuele Fiano

Cosa ha significato per lei crescere con un padre sopravvissuto al campo di sterminio nazista?

“Ha significato essere segnati da quegli avvenimenti, perché mio padre era segnato nella sua carne, fisicamente, portava le cicatrici. Quando io ero bambino vedevo queste cicatrici e sono nate in me tante domande, che poi hanno avuto risposta dopo, quando ero già adolescente. Questo ricordo era una presenza costante nella nostra vita, perché papà ne parlava sempre. La memoria è diventata l’oggetto della sua vita. Per me ha significato, oltre al ricordo, estrapolare dalla storia del ‘900, del male del ‘900, una lezione, degli insegnamenti, dei valori ai quali conformare il mio comportamento. E infatti mi hanno guidato e oggi che mio padre non c’è più, nelle occasioni in cui mi viene chiesto di parlare del giorno della Memoria, o nei miei libri, cerco di sforzarmi il più possibile di essere capace di trasferire nella realtà quotidiana la lezione che si estrapola da quella storia. Questo è quello che mi interessa fare con i ragazzi che mi chiedono di raccontare, spiegare perché nascono le dittature, come nacquero quelle del ‘900. Che ruolo ebbe la politica, che ruolo può avere la politica e che ruolo ebbero i comportamenti individuali. Cos’è l’indifferenza e quanto sia legata a quello che oggi accade intorno a noi, negative, e quale può essere il nostro comportamento. Estrarre una lezione da quella storia per trasmetterla oggi, per i comportamenti di oggi”.

Un ricordo che le è rimasto impresso dei racconti di suo padre?

“Mio padre di ha trasmesso grande ottimismo, grande forza di volontà. Mi diceva che nella baracca di Auschwitz quando la notte era con i compagni, quelle poche ore che dormivano, nel punto più nero della notte, tra loro si dicevano, per farsi coraggio, che se quello era il punto più nero della notte l’alba era più vicina. Il che aveva un significato opposto a quello che volevano i nazisti, ovvero uccidere in loro qualsiasi speranza”.

Che impressione si è fatto dei primi mesi del governo Meloni?

“Il Governo Meloni è quello mi aspettavo. Giorgia Meloni è una donna esperta, siamo entrati in Parlamento lo stesso giorno. Sa come è fatta la politica, è preparata, conosce le difficoltà. Ma i populisti, in questo caso la destra popolulista, si comportano come pensavo. Per i primi 100 giorni Giorgia Meloni ha dovuto lavorare su una legge finanziaria che per due terzi l’ha impegnata in cose obbligatorie. Nonostante 10 anni di critiche ai governi di centrosinistra ha fatto esattamente quello che aveva fatto Mario Draghi per cercare di alleviare le difficoltà degli italiani in ordine all’aumento dei costi dell’energia. Per il terzo di soldi rimanente si è occupata di questione simboliche legate alle propagande elettorali dei partiti che compongono il Governo. Si è occupata di una legge totalmente inutile sui rave party, di una misura fiscale per le partite Iva che produce una differenza sostanziale tra regime fiscale degli autonomi e regime fiscale dei dipendenti, ha fatto una taglio del cuneo fiscale insufficiente. Non ha affrontato in maniera risolutiva il problema dell’immigrazione, ma da un punto di vista morale il Decreto Piantedosi sta producendo comportamenti verso i migranti molto pericolosi. Questo fatto di inviare le navi in porti lontanissimi, impedendo loro di fare altri salvataggi nel trasbordo verso quei porti ha un contenuto di immoralità che non accetto. In campo internazionale dopo anni propaganda antieuropea, sua e di Salvini, la Meloni sta cercando di non risultare troppo ostile alle altre grandi potenze europee. Non mi pare un quadro ne di un’impronta chiara della propria campagna elettorale di destra, ne di una via di risoluzione di alcuni problemi. Ci vorrà del tempo, vedremo. Gli italiani hanno scelto lei, il centrosinistra e in particolare il Partito Democratico deve attrezzarsi per fare un’attività di opposizione che non sia solo di protesta, ma anche di proposta”.

Come vede le vicine elezioni amministrative?

“Anche le piccole realtà hanno di fronte una grande stagione di occasioni, perché i soldi del PNRR vengono impegnanti anche per i progetti dei piccoli centri. Li si tratterà di dimostrare che l’Italia è capace di spendere e di attuare i progetti per i quali hanno chiesto finanziamenti. Tutti i Sindaci che incontro hanno in pancia progetti significativi per i loro comuni. Per quello che riguarda i risultati delle amministrative non c’è dubbio che il partito che ha il vento in poppa è quello di Giorgia Meloni e in grande calo sono la Lega e Forza Italia. Il fatto che la Meloni abbia ancora una luna di miele con gli elettori influenzerà il risultato elettorale delle amministrative. Il problema delle forze di opposizione è se scelgono di essere unite, come in genere propone il Pd, o se ognuno, come il M5S e il Terzo Polo, decide che fare del male agli oppositori sia più importante che battere le forze di Governo. Credo che molte delle elezioni amministrative si giocheranno su questa questione. Il Pd esprime grande capacità di buone pratiche nelle amministrazioni locali, si tratta però di fare massa, di tenere insieme le forze di opposizione, perché in ogni luogo d’Italia se stessero insieme le opposizioni si potrebbe vincere”.

 

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