“La maternità è un mondo sconosciuto ai più perchè sono solo le donne a poterne parlare e spesso le donne non ne parlano“. Lo ha dichiarato Levante durante la conferenza stampa in vista della terza serata della 73esima edizione del Festival di Sanremo che la vede in gara con il brano “Vivo”.
L’artista, punzecchiata dal giornalista di Striscia la Notizia Enrico Lucci, ha anche intonato “Bella Ciao” in sala stampa Lucio Dalla.
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Sanremo 2023: la conferenza con Levante
“La depressione post parto è un periodo che molte donne vivono, poi per fortuna prima o poi passa, ma in quel momento sembra definitivo.
Sarei potuta tornare e dire sono tornata sono forte. Non è facile mostrarsi sotto questa luce, ma come cantautrice che racconta parte di sè è stato inevitabile e poi credo sia anche una responsabilità. Non voglio essere portavoce di qualcosa. Il mio gesto nello scrivere ‘Vivo’ è stato egoistico, sfogavo me stessa, poi se può aiutare qualcun altro ne sono felice.
La maternità è un mondo sconosciuto ai più perchè sono solo le donne a poterne parlare e spesso le donne non ne parlano. Prima di diventare madre la paura più grande era il parto, questa cosa fisica di dare alla luce una vita. In realtà il parto è stata una passeggiata per me, per moltissime invece non lo è.
Siamo succubi di tanti retaggi culturali e di questa gioia imposta. È ovvio che è una gioia enorme dare alla luce un bambino, oggi sono felicissima di essere mamma di Alba, però la maternità, la genitorialità è il lavoro più difficile del mondo. Se non c’è un supporto psicologico succedono anche delle grandi tragedie. La maternità porta con sè grande solitudine. Finisci in un buco nero dal quale prima o poi esci ma fa male.
Vorresti ritornare subito a prenderti la tua vita e il tuo lavoro. Le prime settimane avevo la smania di tornare a lavorare e a scrivere le canzoni, ma ci vuole tempo. Ci sono luci e ombre in questo tema e le ho affrontate.
Da nerissima a biondissima? Volevo schiarire un po’ e alla fine sono rimasta con la decolorazione. Mi ha stupito la reazione di tanti e tante. Forse sono i social a veicolare un linguaggio a volte violento anche per esprimere una semplice opinione ma mi ha spaventato il fatto che la gente con molta libertà dicesse: sei brutta, torna nera, tu non sei così. Ma in che senso? Che ne sai di me? Nemmeno io so chi sono e me lo dici tu?. Il mondo digitale mi offre grandi spunti di riflessione su come non si sappia più comportarci con gli altri.
Questo biondo è diventato da un gioco a una cosa molto seria per studiare le persone”.