Oggi pomeriggio a Sanremo, in piazza Muccioli, si è svolta la manifestazione dei Radicali con la Comunità Ucraina. Una manifestazione pacifica e statica, nel rispetto delle regole relative alla sicurezza del Festival, vigilata dalle Forze dell’ordine.
“Avvilente che Zelensky non abbia potuto prendere la parola al Festival di Sanremo”
Massimiliano Iervolino, Igor Boni e Gian Piero Buscaglia, segretario del Gruppo Radicale Adele Faccio sottolineano: “Amadeus definisce “romantico” leggere il testo del messaggio del presidente ucraino Zelensky. E’ avvilente, non romantico: testimonia lo stato di avvilimento morale e politico del nostro Paese. Zelensky ha potuto parlare in diretta video al Golden Globe, ai Grammies, al Festival di Venezia, al Festival di Cannes.
A Sanremo, dopo la levata di scudi degli amici di Putin in Italia, ciò non è possibile. Nel 2013 il Festival di Sanremo accolse sul palco il Coro dell’Armata Rossa; nel 2013 la Russia di Putin aveva già sterminato 100 mila ceceni e aggredito la Georgia; gli uomini di Putin avevano già ucciso il giornalista radicale Antonio Russo a Tblisi, Alexander Litvinenko a Londra, Anna Politkovskaya e tanti altri oppositori a Mosca e dintorni.
Dieci anni dopo il presidente di un Paese aggredito due volte dalla Russia non ha diritto di potersi rivolgere direttamente in audio/video agli spettatori del Festival. L’Italia è un Paese che dimentica tutto e quindi è condannato a rifare e rivivere i suoi errori. Radicali Italiani è l’unica forza politica che da 23 anni, incessantemente, ricorda a tutti chi è Putin e con la campagna “Putin all’Aja”, ne sostiene l’incriminazione davanti alla Corte Penale Internazionale.
Invitare nel più noto e popolare evento televisivo italiano il simbolo di chi ogni giorno subisce crimini, distruzioni, uccisioni di civili, era non soltanto positivo, ma doveroso. Un sostegno concreto a chi difende la sua e la nostra libertà. Zelensky avrebbe dato a milioni di persone l’occasione di sentire la voce di chi subisce questa guerra; sarebbe apparso 2 minuti in video per par-la-re [magari anche ai russi], non per spa-ra-re. Chi contrasta questa scelta non fa altro che dare una mano all’imperialismo assassino di Putin.
Per non dire di Matteo Salvini che col partito di Putin, Russia Unita, ha sottoscritto un patto di collaborazione tuttora vigente. E’ avvilente constatare come, al fianco di Salvini, vi sia anche una certa sinistra, che magari il 25 Aprile scenderà in piazza, ma oggi non vuole distinguere fra aggressore e aggredito. Noi, che da quasi un anno chiediamo che Putin sia processato dalla Corte Penale Internazionale, non possiamo che essere dalla parte di chi dà voce agli aggrediti“.