Lucio Sardi, esponente di Sinistra Italiana, interviene in merito alla conferenza stampa di questa ieri, lunedì 13 febbraio, dei vertici del Partito Democratico cittadino.
I vertici del Pd, il segretario provinciale Cristian Quesada, il segretario cittadino Massimiliano Cammarata, i consiglieri comunali Fabrizio Risso e Enrica Chiarini e il segretario provinciale dei Giovani Dem, Joele Corigliano, nel corso della conferenza stampa, hanno voluto rispondere alle dichiarazioni rilasciate venerdì scorso dai tre “dissidenti” Antonio De Bonis, Riccardo Giordano e Domenico Abbo. All’origine della contesa la scelta, da parte del Pd, quale candidato Sindaco in vista delle prossime elezioni comunali, di Laura Amoretti.
Elezioni Imperia: centrosinistra a pezzi, interviene Lucio Sardi
“Il contenuto della conferenza stampa con cui il PD imperiese ha invano tentato di giustificare la scelta di indicare unilateralmente un proprio candidato sindaco alle amministrative di Imperia andrebbe letto attraverso lo specchietto retrovisore di una macchina.
Solo con tale effetto ottico, per intenderci quello che ci rende leggibile la scritta “ambulanza” quando ci arriva alle spalle, si potrebbe ricostruire il reale percorso della discussione e della spaccatura del tavolo del centrosinistra, che nella conferenza stampa del PD imperiese (o meglio, parole loro, della parte del PD che è titolata a narrarla) è stato completamente ribaltato nei fatti e nelle conseguenze.
Secondo la maggioranza del PD, la rottura del tavolo del centrosinistra che di fatto favorisce Scajola (unica valutazione su cui siamo d’accordo), non sarebbe infatti dovuta al loro rifiuto di utilizzare le primarie o un sondaggio di un istituto indipendente per la scelta del migliore dei candidati in campo. Ininfluente, sempre secondo Il Pd, sarebbe stata anche la loro scelta unilaterale di imporre una candidatura che non aveva neanche raccolto un maggioritario consenso al tavolo.
Dal racconto fatto nella conferenza stampa del PD, in cui si è difesa a spada tratta la qualità dell’opposizione di questi cinque anni contro Scajola (in questo caso forse servirebbe leggerlo attraverso una lente di ingrandimento deformante), il motivo della spaccatura di un tavolo che si riuniva da oltre cinque mesi sarebbe probabilmente dovuta al caso o al cambio di stagione, dato che non se ne è saputo fornire una spiegazione in merito.
Per tutte le altre forze politiche e civiche di quel tavolo, compresa una parte del PD e con la sola esclusione de PSI, c’era stata condivisione nel proporre le primarie od un sondaggio per scegliere il candidato sindaco della coalizione ed era evidente che una scelta unilaterale di un candidato avrebbe determinato la rottura del tavolo a seguito della violazione dell’accordo sulla pari dignità politica dei soggetti partecipanti e delle candidature a sindaco in campo, patto su cui il tavolo si era costruito.
Che la scelta del PD sia divisiva e tutt’altro che unitaria lo testimonia proprio la spaccatura interna che quello stesso partito ha vissuto e che ha portato al ricorso di una sua autorevole componente contro la decisione sulla candidatura a sindaco della Amoretti, votata con una contestata maggioranza, che come emerso dalle loro stesse dichiarazioni, ha avuto 8 voti su un organismo di 24 membri, ridotti a 17 a seguito del suo mancato rinnovo.
Per completare l’insensatezza delle argomentazioni portate, si è incredibilmente provato a ribaltare la responsabilità della divisione addosso alle altre forze del tavolo a cui Il PD, con la sua scelta solitaria, ha appena risposto picche a tutti gli appelli, anche pubblici, per una soluzione unitaria. Praticamente usando la stessa logica di chi imbocca contromano l’autostrada e se la prende con tutti gli altri che gli vengono incontro.
Ci si domanda infine come possa essere serio l’appello finale al dialogo lanciato dal PD a chi sino a un momento prima si è accusato di essere divisivo, a meno che non fosse rivolto al Movimento Cinque Stelle che, avendo annunciato la corsa in solitaria proprio in ragione delle scorrettezze subite dal PD, per la logica ribaltata usata in tutti gli interventi, potrebbe per loro essere l’alleato naturale.
Per proporre una credibile e competitiva proposta progressista contro l’amministrazione Scajola, è evidente la necessità di abbandonare le corse solitarie e di ricostruire una alleanza portatrice di un progetto che guardi con le lenti della realtà ai bisogni della città”.