24 Novembre 2024 03:21

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24 Novembre 2024 03:21

Maltrattamenti Rsa Le Palme: dentro la casa di riposo degli orrori. Tra violenze, minacce e privazioni. “Oggi non mangi, ti faccio fare la fame”

In breve: Sono decine gli episodi di violenza, fisica e verbale, e noncuranza, contestati dagli inquirenti nell'ambito dell'inchiesta sui maltrattamenti all'interno della casa di riposo "Residenza Le Palme" di Arma di Taggia.

Sono decine gli episodi di violenza, fisica e verbale, e noncuranza, contestati dagli inquirenti nell’ambito dell’inchiesta sui maltrattamenti all’interno della casa di riposo “Residenza Le Palme” di Arma di Taggia che ha portato all’emissione di 24 misure cautelare (10 arresti e 14 sospensioni). Un quadro agghiacciante, con anziani vittime di soprusi di ogni genere in particolar modo durante i pasti e i cambi dei pannoloni.

Maltrattamenti Rsa Le Palme: l’inchiesta partita da segnalazioni interne

L’inchiesta ha avuto origine da alcune segnalazioni interne alla struttura (“quell’ospite è piena di lividi“), suffragate successivamente dalle intercettazioni audio-video all’interno dei locali della casa di riposo.

Tantissime le contestazioni, violenze fisiche e verbali, pasti non somministrati e gettati nel wc o consumati dagli stessi operatori, medicinali non somministrati, docce, cambi pannoloni e di postura non effettuati, ma indicati falsamente sui registri, anziani lasciati soli, nei bagni, o nei letti, senza le necessarie protezioni.

Due episodi, contenuti nell’ordinanza (291 pagine) firmata dal Gip Massimiliano Botti, sono significativi del clima che si respirava all’interno della casa di riposo. Entrambi riguardano una OSS.

  • “Poiché la parte offesa (un anziano ospite, ndr) si alzava continuamente dal letto e si denudava, nonché opponeva resistenza, lo insultava molte volte con parole quali rincoglionito, hai rotto i coglioni, testa di cazzo, cretino vecchio di merda, mongoloide, pezzo di merda, imbecille, lo minacciava di legarlo al letto, di prenderlo a calci in culo, gli paventava di fargli un’iniezione, di dargli due schiaffi o un pugno o un ceffone, di spaccargli le mani, lo strattonava e lo spingeva nel letto facendolo sbattere con le gambe contro le sbarre di protezione, gli stringeva con forza le mani, lo schiaffeggiava”.
  • Minacciava la parte offesa con frasi del tipo ti stacco le braccia, lo minacciava di legarlo, di ammazzarlo di botte, lo faceva sbattere contro la sponda del letto, lo schiaffeggiava sul volto, lo colpiva al corpo, lo insultava con parole quali vecchio di merda, pezzo di merda, figlio di puttana“.

Le violenze fisiche

Tra le contestazioni schiaffi sulle natiche, sulle braccia e sulle mani, manate e pugni al volto, pugni nello stomaco, braccia e polsi storti.

“Mentre lo puliva con modi bruschi gli torceva il braccio facendolo lamentare per il dolore, lo minacciava dicendogli ‘ancora una volta che mi metti le mani addosso e te le faccio fuori le ditine’ lo spingeva due volte contro le sponde del letto, facendogli sbattere il volto e le ginocchia, lo minacciava dicendogli ‘mettimi ancora una volta le mani addosso. Mettile!’, quindi gli stringeva violentemente le braccia tanto da causargli una lesione personale consistente in un’escoriazione con perdita di sangue”.

“In quanto la parte offesa non collaborativa, la schiaffeggiava e le intimava di stare fermo con le mani, quindi stringeva il collo, afferrandogli il braccio con forza e girandoglielo, infine le sferrava un pugno nello stomaco”.

Tra le violenze più gravi la rottura del bacino di un’anziana ospite, secondo l’accusa causata dalla caduta per via di una spinta di un’operatrice, e un’ecchimosi sul volto di un anziano provocata da un colpo sull’arcata sopracciliare sferrato con uno schizzettone (strumento per nutrire gli infermi) utilizzato come corpo contundente.

Altra violenza contestata durante un pasto.

“Costringe la parte offesa a mangiare con metodo violento, stringendole due volte con forza il naso e tentando di tapparle lo stesso con una mano per imboccarlo con l’altra, facendole emettere un grido di dolore”.

In fine, altri due episodi di violenza per zittire gli ospiti.

Prende un fazzoletto bagnato d’acqua e lo fa gocciolare sugli occhi della parte offesa, con lo stesso fazzoletto le tappa la bocca“.

Getta la maglia sul volto dell’anziana per zittirla, le tappa bocca e naso con una salviettina, le spruzza il deodorante in faccia, le si siede sopra saltellandole sulla gambe e minacciandola di tenere la bocca chiusa”.

“Tappa la bocca dell’ospite con dei guanti raccolti da terra, schiaffi su braccia e natiche, manica avvolta intorno alla testa per tappare la bocca”.

Le violenze verbali e le minacce

Tante le minacce contestate dagli inquirenti, ma anche gli insulti, gratuiti, ad anziani non autosufficienti.

“Zoccola, troia, puttana”, “Sei una piaga sociale, la devi smettere di rompere le scatole”, “Ti do una testata in mezzo agli occhi che vedi come la smetti”,”continua a cantare finché non ti do una manata in mezzo ai denti e te li faccio inghiottire”, “sei una stronza, sei un barile”, “Vuoi una scarpata? Ti taglio le mani“, “Vecchio di merda, faccia, da frocio”, “che Dio di prendesse” “dai allarga ste gambe che da giovane le allargavi”,, “tu non mangi oggi, ti faccio fare la fame” , “Ti venisse un colpo maledetto”, “Vuoi vedere che ti addormento per sempre”, “Ti ammazzo di botte, ti devono trovare morto sta mattina”.

Gli episodi di noncuranza

Nell’ordinanza un episodio riguardante una Oss viene ritenuto significativo dagli inquirenti.

Alle 20.43 un anziano ospite, dopo aver suonato il campanello, richiama l’attenzione in quanto ha esigenza di urinare (è solito farlo con l’utilizzo del pappagallo). Si affaccia una Oss per chiedere quale fosse il problema e alla richiesta dell’anziano risponde Dormi, amore dormi” allontanandosi dalla camera.La stessa – scrivono gli inquirenti – stava per smontare dal proprio turno con orario 14-21. L’anziano viene lasciato in balia del dolore provato nel trattenere il proprio bisogno fisiologico. Solo alle 21 interviene in suo soccorso un altro ospite che avvicina il pappagallo e lo aiuta a urinare”.

La consapevolezza dei maltrattamenti

In una conversazione registrata, una Oss dice alla collega: “Noi non li trattiamo bene…guarda, dimmi quello che vuoi…guarda, io la penso così. Ci sono persone che purtroppo non trattano bene gli ospiti, punto”. 

In un’altra occasione una Oss confessa alla collega: “Qui te l’ho detto come sono abituati…che non diamo da bere per non far pisciare…non diamo da mangiare perché sennò ingrassano…anzi se diamo da mangiare un pò meno […] sai che c’è gente che ha perso 10 kg”.

A riguardo, sono svariati gli episodi di operatori che gettano i pasti ancora o in parte da somministrare nel wc.

 

 

 

 

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