“Il coming out non è un momento, ma è un percorso. Nessuno di noi è preparato perchè viviamo in una società che ci immagina tutti eterosessuali e cisgender, ma a volte succede che un figlio o una figlia ci racconti una diversità“. Così Pier Luigi Gallucci, psicologo psicoterapeuta, racconta il libro “Come l’aria, in un abbraccio” presentato presso la Biblioteca Civica di Imperia. L’evento è stato promosso da Agedo e Famiglie Arcobaleno in collaborazione con la Libreria Armadilla. Ha dialogato con l’ autore il Presidente Nazionale di Agedo Fiorenzo Gimelli, letture a cura di Teresa Gandolfo.
Come l’ aria, in un abbraccio: Pier Luigi Gallucci alla biblioteca Lagorio di Imperia
“Nel libro c’è il frutto dell’esperienza con i genitori di Agedo Torino, Agedo è un’associazione nazionale che raggruppa le famiglie con figli e figlie gay, lesbiche, bisessuali, trans e queer. Dato che da tempo li seguo nelle attività che fanno a Torino, in provincia e online, è nata l’esigenza di scrivere un libro a partire dalle loro storie. La cosa interessante era provare a diffondere a un pubblico generalista cosa succede quando un figlio fa il cosiddetto coming out a un padre, una madre, gli zii, i nonni, ovvero espone a persone care il fatto di essere gay, lesbiche, bisessuale, trans o queer. Racconto cosa è successo a loro e che può succedere a chiunque.
Ogni storia è specifica, ogni famiglia è unica e ogni persona ha una storia famigliare specifica. Io ho cercato di tirare fuori delle conclusioni più generali. Io sono psicologo e psicoterapeuta quindi ho analizzato cosa dice la letteratura attuale internazionale e nazionale sul tema. Ho provato a raccontare uno dei fili rossi che emerge nel racconto di questo tipo di esperienza. Il coming out non è un momento, ma è un percorso. Permette di attraversare alcune cose. Spesso il punto di partenza è lo shock dei genitori. Nessuno di noi è preparato perchè viviamo in una società che ci immagina tutti eterosessuali e cisgender, ma a volte succede che un figlio o una figlia ci racconti una diversità.
Spesso tutto questo ha a che fare con le aspettative. Spesso i genitori si immaginano che il figlio segua le proprie orme, il proprio lavoro e ci sta che anche in questo ambito ci sia la rottura delle aspettative. I genitori si aspettano delle cose anche in modo implicito e il figlio racconta un’altra storia. All’inizio sembra un contropiede, poi, con le conoscenze, l’affetto, la condivisione anche del dolore, si elaborano pensieri ed emozioni che permettono di ricucire e uscirne anche migliori e più consapevoli.
Questo è un libro che parte dal punto di vista dei genitori. Secondo me i ragazzi sanno già molte cose perchè il contesto culturale è cambiato e per i giovani di oggi può essere più semplice rispetto a quanto lo è stato per i genitori attuali ai loro tempi. Un consiglio? Ci sono cose che ostacolano e altre che agevola, ad esempio essere consapevoli che certe parole possono ferire, a volte anche involontariamente. Avere più attenzione nell’uso delle parole ci aiuta a comprendere l’altro e a ricordarci che abbiamo davanti sempre nostro figlio o nostra figlia”.