Assolto perché il fatto non sussiste. Così si è chiuso il processo che vedeva sul banco degli imputati un 48enne agente dinazionalità brasiliana, accusato di tentata estorsione perché avrebbe minacciato la titolare di un’agenzia concorrente per invitarla ad “astenersi per il futuro dal trattare, nell’ambito del Comune di Imperia, pratiche finalizzate al riconoscimento dalla Cittadinanza italiana ‘iure sanguinis’ in favore di cittadini brasiliani”.
Imperia: 48enne a processo per tentata estorsione
Questa mattina, in aula, davanti al giudice monocratico Marta Maria Bossi, il Pubblico Ministero, Matteo Gobbi, ha chiesto l’assoluzione per insufficienza di prove. L’avvocato difensore, Sandro Lombardi, si è accodato alle richieste del magistrato, chiedendo l’assoluzione in quanto nel corso del dibattimento sarebbe emerso che tra l’imputato e la parte offesa c’era stato solo un confronto in merito alle modalità di disbrigo di alcune pratiche di riconoscimento della cittadinanza, senza alcuna minaccia.
Una tesi, quest’ultima, accolta dal giudice che dopo una breve camera di consiglio, ha assolto il 48enne perché il fatto non sussiste.