IlCoordinamento imperiese Acqua Pubblica (CimAP), interviene con una nota stampa in merito alla nomina, da parte del presidente della Liguria Giovanni Toti, di Claudio Scajola a Commissario ad acta per l’Ato Idrico Imperiese.
Imperia: Scajola nuovo Commissario Ato Idrico, l’amarezza del CimAP
“Dopo l’endorsement di Toti, Scajola è riuscito nello straordinario risultato di dividere i rivali sulla strada delle elezioni comunali. Nel capoluogo ponentino ci si avvicina allo scontro elettorale con una giostra di candidature, da destra a sinistra, che darà ben presto il via libera al ‘tutti contro tutti’.
Con la nomina di commissario ad acta dell’Ato idrico del presidente della provincia di Imperia, si è completato il ‘capolavoro’, sebbene continui la mortificazione di una classe politica che si è mostrata incapace e inefficiente da anni.
Scajola, quasi ne fosse estraneo, nelle vesti commissariali potrà occuparsi della gestione dell’acqua con meno ‘lacci e laccioli’, un campo libero con pieni poteri per portare in porto la privatizzazione del servizio idrico.
Intanto per provare a dare risposte alla crisi idrica, è avvenuto un confronto tra la Provincia, il Prefetto e Rivieracqua. Si è parlato di condotte colabrodo, disservizi dei cittadini e del potenziamento del lago artificiale del Ferraia, in alta Valle Arroscia, già approvato dal consiglio provinciale e finalizzato al servizio irriguo.
La realizzazione di piccoli invasi, ma soprattutto il recupero di fonti e pozzi abbandonati, che dovranno essere ripristinati, non basteranno a fronteggiare un’emergenza ormai strutturale. Le dispersioni dell’acqua immessa nella rete e le continue falle -l’ultimo caso è quello che ha provocato ingenti danni a Borgo Marina nel capoluogo- ma soprattutto quelle che affliggono il dianese e Andora, dimostrano quanto siano mancati sistematicamente interventi sugli acquedotti.
Se negli ultimi vent’anni fossero stati effettuati gli investimenti necessari, non servirebbero fondi straordinari come quelli del Pnrr per il raddoppio dell’acquedotto del Roja, che la comunità del ponente attende da troppo tempo.
Come ricorda il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, all’indomani del tavolo tecnico del Governo per la gestione della risorsa acqua, la relazione annuale ARERA 2020 (l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) dichiara che in media il 43,7% dell’acqua viene dispersa dalle tubature, con picchi oltre il 50% nelle isole e al sud. Ma ancora una volta con valori per la Liguria e il ponente in particolare, con criticità molto rilevanti.
La situazione di emergenza climatica, la siccità e il fenomeno della desertificazione del territorio, potranno essere più facilmente utilizzate con la gestione commissariale, per giustificare misure di razionamento dell’acqua, sospensioni programmate di erogazioni, divieti e limitazioni.
Non è bastato dunque disapplicare il Referendum del 2011, oggi ci troviamo di fronte ad una nuova possibile restrizione di democrazia che sottrarrà al territorio anche il controllo della propria acqua, sottoponendo i cittadini a centellinare questa risorsa vitale, pagata come oro ai gestori. Occorrerebbe assumere, come tema fondamentale per il futuro, un piano sistemico di ristrutturazione delle reti, all’interno di una gestione interamente pubblica che si occupi anche del riassetto idrogeologico e della messa in sicurezza del territorio.
La crisi idrica che stiamo attraversando va affrontata con responsabilità rendendo partecipi delle scelte intraprese i cittadini e le comunità, con la consapevolezza che se impatterà sulla popolazione in modo discriminatorio, a maggior ragione, l’acqua dovrà restare fuori dalle dinamiche del profitto.
Il sindaco di Imperia, nonché presidente della provincia e commissario dell’Ato idrico chiarisca quali scelte intende intraprendere, alle porte di una primavera ed un’estate che si preannunciano più critiche di quelle passate”.