Da oggi la villa sequestrata e confiscata alla famiglia Pellegrino, a Bordighera, dopo le condanne in via definitiva con l’accusa di associazione mafiosa di alcuni componenti, è stata consegnata allo Stato. Presenti questa mattina presso la dimora, per ufficializzare questo passaggio, il Prefetto di Imperia Valerio Massimo Romeo insieme al Sindaco di Bordighera Vittorio Ingenito, Libera, l’Agenzia dei Beni Confiscati, e le associazioni Spes e Caritas. Sul posto anche diversi rappresentanti delle forze dell’ordine locali, il Questore Giuseppe Felice Peritore, il Comandante dei Carabinieri Marco Morganti, il Comandante della Finanza Walter Mazzei, e la Polizia Municipale.
La giornata si inserisce nell’ambito della settimana del 21 marzo per celebrare “Giornata della Memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie”.
Durante il sopralluogo, però, un’amara sorpresa. All’interno della villa, infatti, sono stati rilevati degli atti di vandalismo, dagli spari a un vetro ai danni al marmo del camino, dai muri presi a picconate ai mobili danneggiati.
Bordighera: Mafia, la villa confiscata ai Pellegrino entra in possesso dello Stato
“La consegna delle chiavi della villa avvenuta oggi è stato un momento molto positivo – commenta Maura Orengo di Libera – Ora il sindaco di Bordighera si dovrà impegnare per assegnare l’immobile alle associazioni (Spes e Caritas, che hanno presentato il progetto originario) per portare avanti iniziative a scopo sociale.
Si è voluto celebrare il momento della presa di possesso da parte dello Stato di un bene confiscato ala mafia, che sarà poi assegnato alle associazioni. C’è ancora la burocrazia da ultimare, sarà convocata la conferenza servizi alla presenza dell’Agenzia dei Beni Confiscati e il Comune per risolvere la questione degli abusi edilizi presenti. Noi ci auguriamo che non ci siano demolizioni ma che gli spazi vengano utilizzati per iniziative sociali.
La parte amareggiante è stata quella di aver trovato gli spari nei vetri, i danni ai muri e una parte di marmo del camino distrutta a mazzate. Nei due giorni che hanno avuto, prima di lasciare l’immobile hanno vandalizzato tutto il possibile, togliendo anche termosifoni e sanitari. È stato anche trovato il calendario di San Michele, utilizzato come patrono dalla mafia. Hanno anche lasciato il pellet a terra per far scivolare le persone. L’idea alla base di questo gesto è: se non possiamo avere noi queste cose non le può avere nessuno.
Noi auspichiamo che il marmo rosa venga mantenuto e riparato lasciando in evidenza i segni dei colpi per far vedere cosa significa la violenza mafiosa.
Siamo molto contenti di questa giornata, il Prefetto si è impegnato moltissimo per far sì che tutto questo fosse possibile. La presa di posizione dello Stato è stata rigorosa. Il posto è molto bello, speriamo di vederlo preso pieno di ragazzi per raduni, iniziative e accoglienza”.