25 Dicembre 2024 06:14

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Imperia: promesse elettorali con l’aggravante mafiosa. A processo Alessio Saso, ex consigliere regionale

In breve: Saso, ex consigliere regionale e ex vice sindaco di Imperia, in quota Pdl, è accusato di aver fatto promesse ad alcuni esponenti apicali della 'ndrangheta ligure durante la campagna elettorale per le regionali del 2010. La difesa: "Accuse senza senso".

Ha preso il via nei giorni scorsi in Tribunale, a Genova, il processo che vede sul banco degli imputati l’ex vice Sindaco di Imperia e consigliere regionale, in quota Pdl, Alessio Saso, accusato di promesse elettorali con l’aggravante mafiosa. I fatti contestati risalgono al 2010.

Imperia: promesse elettorali con l’aggravante mafiosa, a processo Alessio Saso. Nel mirino incontri con esponenti apicali della ‘ndrangheta. I fatti risalenti al 2010

Il processo è giunto alla terza udienza (la seconda si è tenuta mercoledì 29 marzo, con l’esame di Saso che ha risposto a tutte le domande del Pm) e la sentenza è attesa nelle prossime settimane. Saso, difeso dall’avvocato Sabrina Franzone del foro di Imperia, è accusato di aver fatto promesse ad alcuni esponenti apicali della ‘ndrangheta ligure, Domenico Gangemi (condannato per associazione mafiosa, in Calabria, a 19 anni e 6 mesi di carcere) e Giuseppe “Peppino” Marcianò (deceduto, condannato nel processo “La Svolta” sulle infiltrazioni mafiose a Ventimiglia), e ad altri soggetti a loro legati, durante la campagna elettorale per le regionali del 2010.

In particolare, Saso, secondo l’accusa, nel corso di un incontro avvenuto presso il point elettorale di Arma di Taggia, a Vincenzo La Rosa e Massimo Gangemi, avrebbe detto: “Io poi sono una persona che a parte questo ragionamento che stiamo facendo, sono una persona che anche dopo ci si può contare [… ] se uno mi chiede un lavoro, mi chiede un finanziamento […] dò anche quello […] eh […] io sono rimasto in buoni rapporti con tutti“.

Sempre nel corso dello stesso incontro, Saso, secondo l’accusa, facendo riferimento alla famiglia Pellegrino di Bordighera, avrebbe detto: “poi per carità non tutto si risolve però ogni volta che mi hanno chiamato se c’era qualcosa di fattibile io l’ho sempre fatto e quando non ci riuscivo […] gliel’ho detto”.

Le indagini sono rimaste ferme per  anni a causa del travagliato iter giudiziario dell’inchiesta Maglio 3, conclusosi con la condanna definitiva, per associazione mafiosa, di nove imputati, solo nell’ottobre 2020. I tempi della prescrizione sono estesi per via dell’aggravante mafiosa.

L’accusa è rappresenatata dal Pubblico Ministero (un tempo a Imperia) Marzo Zocco. In precedenza, a condurre le indagini era stato Alberto Lari, oggi Procuratore Capo a Imperia. 

Saso, che giovedì scorso era presente alla convention organizzata da Claudio Scajola per annunciare la sua ricandidatura a Sindaco di Imperia, ha sempre negato di aver avuto i contatti contestati, con le finalità contestate.

Nell’ambito dello stesso procedimento, nel 2020 chiese e ottenne il patteggiamento, a 1 anno e 4 mesi di carcere, Aldo Praticò, ex consigliere comunale del Pdl a Genova. Saso, invece, optò per il rito ordinario, con successivo rinvio a giudizio.

La difesa dell’avvocato Franzone: “Accuse senza senso”

“Sono 12 anni che aspettiamo – tuona l’avvocato Franzone Questo processo non ha alcun senso. Ci sono migliaia di telefonate intercettate e non c’è una sola telefonata tra il mio assistitito e le persone coinvolte nelle indagini per mafia. Sono convinta che si chiuderà con l’assoluzione. Rispetto al 2005, Saso nel 2010 prese meno voti nella zona del ventimigliese. Dove sono i favori contestati? In merito alle frasi intercettate al point elettorale di Arma di Taggia, sono rivolte a due persone mai indagate in alcun procedimento”.

 

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