Associazione a delinquere, maltrattamento di animali e organizzazione di combattimenti tra cani. Questo il fulcro dell’articolata inchiesta condotta dalla Squadra Mobile di Imperia nel 2015 di cui oggi si è tenuta – presso il Tribunale di Imperia – l’udienza preliminare a carico di 18 persone accusate a vario titolo, 11 delle quali sono state rinviate a giudizio.
Tra gli 11 rinviati a giudizio ci sono i 5 imputati accusati di associazione a delinquere, finalizzata al maltrattamento degli animali, in particolare ai combattimenti clandestini, e aggravata per l’appoggio a un gruppo criminale organizzato, Maurizio Accardo, Maurizio Vicinanza, Stefano Bassanese, Alessandro Accardo e Domenico Luigi Surace.
Tra le 7 posizioni stralciate quella del veterinario Alfonso Ioculano, accusato di falso, prosciolto per intervenuta prescrizione.
Imperia: combattimenti tra cani, in 11 a processo
LAV, parte civile con l’avv. Piera Poillucci, è stata rappresentata in udienza da Ciro Troiano, criminologo e responsabile Osservatorio Nazionale Zoomafia.
“Si tratta di una delle inchieste sui combattimenti più importanti e complesse fatte nel nostro Paese, sviluppata sia sul territorionazionale che all’estero, che avrebbe svelato, secondo l’accusa, una rete di individui dedita all’organizzazione di lotte tra animali e alla gestione delle altre attività illegali connesse – afferma CiroTroiano, criminologo, responsabile Osservatorio Zoomafia LAV – Anche in questo caso, ci preme ricordare come ribadiamo da tempo, che occorre potenziare la normativa sulla tutela penale degli animali, in particolare per i reati zoomafiosi”.
Un giro di scommesse clandestine e compravendita o scambio di cani. Al centro un allevamento di cani destinati, secondo l’accusa, ai combattimenti. Sarebbe partita da qui l’indagine del Commissariato di Ventimiglia e della Squadra Mobile di Imperia che vedrebbero reati consumati tra le province di Imperia, Milano e Torino, oltre che in Serbia.
“Al di là di quello che sarà l’esito giudiziario, e ferma restando la presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva, c’è da sottolineare l’alta professionalità e le profonde conoscenze tecniche degli investigatori che hanno seguito l’articolata inchiesta, con i quali abbiamo avuto modo di confrontarci – dichiara Ciro Troiano -. Anche se sono preoccupanti lo scenario e i particolari emersi, purtroppo si tratta di condotte comuni in contesti di questo tipo. È una illegalità, quella dei combattimenti, come altre inchieste hanno dimostrato, violenta, pericolosa e con un forte potenziale criminale, che non deve essere sottovalutata”.